Coronavirus, Musumeci, “Picco atteso ad aprile” - QdS

Coronavirus, Musumeci, “Picco atteso ad aprile”

Raffaella Pessina

Coronavirus, Musumeci, “Picco atteso ad aprile”

venerdì 27 Marzo 2020

“Se arriva da noi sarà catastrofe? C’è idea sbagliata del Sud”. Intanto il presidente della Regione riceve una lettera da parte di 76 sindaci siciliani: "Subito un coordinamento". I casi di contagio salgono a 1.168. All'Oasi di Troina (En), dopo il Covid-team arriva la sanità militare

PALERMO – L’emergenza legata all’epidemia del Coronavirus in Sicilia risulta ancora contenuta rispetto ad altre regioni d’Italia come la Lombardia dove in contagiati sono moltissimi. Ma questo dato non può essere rassicurante perché si dovrà attendere ancora prima di arrivare al picco del contagio.

“Secondo l’ultimo bollettino in Sicilia – ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci – abbiamo 414 ricoverati per Coronavirus, di cui 68 in terapia intensiva e 33 morti. Ma è chiaro che i numeri non devono illudere, perché da noi non è ancora arrivato il picco. è solo un campanello di allarme e noi stiamo lavorando in funzione di questa onda lunga attesa per inizio o metà aprile”.

Solo dopo quella data la Sicilia potrà capire se allentare la presa sui provvedimenti in vigore sino ad oggi, in linea ovviamente con quanto stabilito dal governo nazionale. Ma oggi il problema più pressante che l’Isola si trova ad affrontare è la carenza di materiale protettivo, denunciata da più parti, considerando impensabile curare i contagiati senza guanti, mascherine, calzari e visiere.
“è importante – ha detto Musumeci – che da Roma arrivi il materiale essenziale, come le mascherine, i camici e i ventilatori perché gli operatori sanitari, che qui in Sicilia stanno contenendo il dilagare del disagio, hanno serie difficoltà”.

Musumeci ha stigmatizzato le dichiarazioni di chi afferma che il Sud non è in grado affrontare l’emergenza perché le strutture non sono adeguate. “Respingo l’idea che se il fenomeno Coronavirus arriva al Sud sarà una catastrofe – ha aggiunto il governatore – C’è un’idea decisamente sbagliata del Sud. La sanità siciliana, al di là di quello che si dice al Nord, sta lavorando per affrontarlo, con preoccupazione, ma occupandosi di quello che serve fare. Poi Dio pensa a tutto il resto, naturalmente”.

Un appello alla collaborazione da parte della politica è stato lanciato da Carmelo Pullara, presidente del gruppo parlamentare Popolari e Autonomisti all’Assemblea regionale siciliana. “Condivido le preoccupazioni che giornalmente medici, professionisti sanitari siciliani, gente comune indirizzano al Governatore Musumeci e all’Assessore Razza – ha detto Pullara – Ritengo che oggi più che mai il confronto e la collaborazione siano i cardini cui il Governatore e l’assessore Razza debbano improntare la loro azione quotidiana, stante che ad oggi hanno ormai dispiegato le loro strategie sanitarie a fronte dell’emergenza”.

“è il momento questo – spiega Pullara – di procedere adottando strategie comuni nella massima trasparenza e chiarezza, evitando comportamenti opachi e che possano generare incomprensioni sulle iniziative del governo regionale. L’importanza della collaborazione va perseguita anche per un consenso unanime dei territori su decisioni che hanno imposto ed impongono ai cittadini e alle forze sanitarie sacrifici importanti”.

Intanto 76 sindaci siciliani hanno inviato una lettera al governatore Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e al prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, per fronteggiate l’emergenza Coronavirus. Nel testo i primi cittadini spiegano come quotidianamente siano costretti a convivere con problematiche enormi. “È opportuno che le autorità competenti siano informate per i provvedimenti da adottare”.

I sindaci spiegano che la diffusione del Coronavirus sta avvenendo “principalmente all’interno di strutture sanitarie o similari per poi conseguentemente diffondersi nei nostri territori. Ciò non può e non deve essere sottovalutato anche alla luce delle criticità che noi sindaci abbiamo evidenziato più volte, ma senza alcun riscontro”.

I sindaci chiedono un coordinamento, che possa prevedere anche l’eventuale presenza di una minima rappresentanza dei sindaci, tamponi per chi opera in prima linea e risolvere le criticità”. Il documento, sottolineano i firmatari, “vuole essere a supporto della gestione dell’emergenza senza alcun spirito di polemica, ma solo al fine di supportare al meglio gli organi preposti”.

Oasi di Troina (En), dopo il Covid-team della Regione siciliana arriva la sanità militare

Sono diventati 1.168 i siciliani attualmente positivi al Coronavirus nelle ultime 24 ore, così come comunicato dalla Regione siciliana.

I tamponi validati dall’inizio dei controlli sono giunti alla cifra di 11.079. Sono ricoverati 500 pazienti, di cui 75 in terapia intensiva, mentre 668 sono in isolamento. L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha inviato a Troina il responsabile del Comitato per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, Antonio Candela, e il direttore scientifico dell’Istituto Neurolesi ‘Bonino Pulejo’, Dino Bramanti, per monitorare e coordinare ulteriori azioni di prevenzione e contenimento del contagio da Coronavirus.
Il provvedimento è stato preso a seguito del peggiorare della situazione all’interno dell’Oasi Maria Santissima in merito al contagio.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, è in costante contatto con il sindaco della cittadina ennese, Fabio Venezia, con il quale non si è esclusa l’ipotesi di dichiarare Troina ‘zona rossa’. Tale eventuale decisione verrà assunta dopo la relazione degli esperti e in seguito ai risultati sui nuovi tamponi effettuati.
Nei giorni scorsi, la Regione Siciliana ha già nominato Giuseppe Murolo, dirigente dell’assessorato alla Salute, commissario regionale per l’emergenza sanitaria dell’Oasi di Troina. Sono in arrivo a Trojna anche Alcune unità della sanità militare.
“Ho appena ricevuto la telefonata del ministro della Difesa Lorenzo Guerini – ha spiegato il presidente della Regione Nello Musumeci – che ha acquisito il parere favorevole del governo regionale sulla richiesta del sindaco di Troina”.

Il sindacato della Cisl, intanto, ha chiesto un tavolo telematico tra governo regionale e forze sociali. “La sanità siciliana è in piena emergenza – è scritto in una nota a firma dei segretari generali della Cisl Sicilia e della Fp Cisl regionale, la funzione pubblica del sindacato, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera – C’è bisogno del contributo di tutti perché la Sicilia non si trovi impreparata nel momento in cui esploderà il picco da Covid-19 atteso tra qualche settimana”.

“è sotto gli occhi di tutti la realtà preoccupante negli ospedali dell’isola, in cui gli operatori lavorano in condizioni di rischio – affermano Cappuccio e Montera – Prendiamo atto dell’allarme lanciato dal presidente della Regione Nello Musumeci sui dispositivi di protezione e sulle strumentazioni sanitarie richiesti e non arrivati o arrivati in misura inferiore rispetto alle esigenze. Comprendiamo la situazione drammatica che sta vivendo tutto il paese a causa del Coronavirus, ma servono senso di responsabilità e un principio di solidarietà complessivo. Non possiamo arrivare impreparati al picco dei contagi”.

Razza: “Dati incoraggianti ma non abbassiamo la guardia”

«Il dato relativo ai contagi
del Coronavirus in Sicilia che abbiamo diffuso oggi, è incoraggiante, ma non
deve farci abbassare la guardia. Esso, infatti, appare coerente con i report
degli ultimi giorni, depurati dei piccoli focolai che si erano evidenziati, ma
con uno spettro di analisi più ampio in considerazione dell’aumento dei
laboratori e quindi dei tamponi processati. Allo stesso modo, va segnalato che
anche il dato dei ricoveri e delle terapie intensive è cresciuto di alcune
unità e non in maniera esponenziale. Tuttavia l’attenzione deve rimanere
altissima, rispettando le prescrizioni previste dai protocolli».

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