Coronavirus, come nasce la rete “Mangio e bevo siciliano” - QdS

Coronavirus, come nasce la rete “Mangio e bevo siciliano”

Giampiero Valenza

Coronavirus, come nasce la rete “Mangio e bevo siciliano”

venerdì 03 Aprile 2020

Tutto è partito da un augurio di buon compleanno fatto online al tempo del Covid-19. Già cento imprenditori hanno aderito sfruttando una piattaforma e-commerce gratuita

di Giampiero Valenza

PALERMO – E’ grazie a un augurio di compleanno fatto on line, ai tempi del Coronavirus, che oggi nasce una rete d’impresa tutta “Made in Sicilia”. E’ una storia che si riassume con l’hashtag #Iomangioebevosiciliano, e che è anche una pagina Facebook e un sito internet.

In breve tempo il tam tam ha fatto il giro dell’isola e rappresenta, nei fatti, la voglia concreta di far ripartire l’economia dei territori valorizzando l’acquisto e il consumo di prodotti che vengono dalla Sicilia. Quel virale, insomma, che piace.

“Tutto è nato in un pomeriggio su Zoom, per fare gli auguri di compleanno a un amico”, racconta Giuseppe Biundo, titolare di un birrificio di Cinti (Palermo), il Bruno Ribadi. E’ proprio lui a riassumere quel brainstorming nato via internet, in una piattaforma di conferenze a distanza, che ha permesso così di sviluppare l’idea. “Siamo tutte microaziende e scontiamo tante difficoltà, basti pensare quelle che può avere una impresa siciliana proprio sulla logistica”, spiega. Durante quella chiacchierata è nato un progetto di marketing territoriale in grado di puntare su ciò che la Sicilia può avere come propri punti di forza: la qualità delle suo produzioni ma anche un mercato di consumi vasto che può decidere di cambiare i propri consumi valorizzando le economie del territorio. Un’isola di 5 milioni di consumatori che potrebbe essere lei stessa motore del suo sviluppo.

“Anche mia madre prima andava al discount. Ora, invece, ha deciso di non comprare più la pasta tedesca ma quella siciliana”, racconta Giuseppe con una particolare nota di orgoglio, perché anche il periodo di quarantena può essere un momento per sviluppare un’economia virtuosa, in grado di dare opportunità a tutto un settore, quello agroalimentare, che si sente messo a dura prova.

Due sono le scelte che suggeriscono gli imprenditori di #iomangioebevosiciliano: o andare nel negozio del territorio, anche di quelle catene della Grande distribuzione organizzata che valorizzano i prodotti dell’isola, o acquistare online. Gli imprenditori hanno ora a disposizione una piattaforma ecommerce, www.insicilia.com, che è gratuitamente messa a disposizione di chi è entrato nella rete.

Ma quanti sono gli imprenditori? “Ad oggi l’adesione avviene con un video che deve essere postato sui social, e gli imprenditori che hanno preso parte a questa campagna sono già un centinaio. Tra questi, il distretto orticolo del Sudest e quello della pesca – prosegue Biundo -. Raggiungeremo a breve tempo i mille iscritti. Il tam tam della rete sta funzionando, dimostrando i suoi effetti ‘virali’”.

Ma c’è un menù totalmente made in Sicilia che si può fare a casa grazie agli imprenditori della neonata rete siciliana che ha visto la luce in tempi di quarantena? Sì. Si comincia con la pasta con grani antichi. “La pasta è stata inventata nel 1100, durante la dominazione araba. Era lo spaghetto Itriya, nome da cui deriva la città di Trabia. Poi, durante il regno di Federico II il prodotto è stato esportato in tutto il Regno delle Due Sicilie”, racconta Biundo. Ma come condirlo? Sono tanti i modi per arricchire quello che è uno dei piatti storici della cucina siciliana. La passata del pomodoro Siccagno di Valledolmo, i prodotti di tonnara, le olive di Castelvetrano, l’olio. Per passare poi attraverso gli ortaggi e l’insalata a chilometro zero. E per finire, oltre alla birra alle carrube e all’uva passa di Pantelleria, visto che la quarantena è a ridosso della Pasqua, la colomba del maestro Santi Palazzolo, che nel 2018 si è meritato il titolo di Pasticcere italiano dell’anno.

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