Covid e differenze di genere, la pandemia sta cancellando “diritti e dignità delle donne” - QdS

Covid e differenze di genere, la pandemia sta cancellando “diritti e dignità delle donne”

redazione

Covid e differenze di genere, la pandemia sta cancellando “diritti e dignità delle donne”

venerdì 06 Novembre 2020

L’allarme lanciato da Caritas e Focsiv che hanno avviato sul web la Campagna www.insiemepergliultimi.it. Più colpite dagli effetti dell’emergenza rispetto agli uomini sia nell’ambito lavorativo che in quello familiare

ROMA – La pandemia sta cancellando “diritti e dignità delle donne”. Il campanello d’allarme viene suonato da Caritas e Focsiv che hanno lanciato sul web la Campagna www.insiemepergliultimi.it. ”Le donne e le ragazze, in particolare,- denunciano – sono sempre più vittime di sistemi ingiusti e discriminatori: guadagnano meno, risparmiano meno e sono occupate in lavori precari e informali, spesso condannate a vivere in povertà. Secondo una recente analisi pubblicata dalla rivista scientifica Lancet Global Health stima che una riduzione dei servizi per la salute materna, pari al 10-18%, può portare a 12 mila morti in più in sei mesi nei paesi più poveri”.

“Il lavoro di assistenza e cura, in gran parte sulle spalle delle donne, si aggrava, mentre continua ad essere scarsamente retribuito. Le donne devono seguire i bambini che non possono più andare a scuola, devono offrire assistenza ai più anziani, che sono più colpiti dalla pandemia, devono tenere unite famiglie divise dalla pandemia, mentre i servizi sanitari sono sotto pressione e insufficienti. Le donne nei paesi impoveriti, – annotano ancora – in Asia, America Latina e Africa, sono lavoratrici fondamentali, nel settore agricolo e nei servizi, per la sussistenza delle famiglie. Ora il blocco delle attività le limita, le porta fuori dal mondo lavorativo e provoca loroforti stress psicologici”.

Una situazione che “già prima della pandemia – annotano – indicava come fossero le donne coloro che lavorassero di meno nel mondo: il 94% degli uomini tra i 25 e i 54 anni ha un’occupazione contro il 63% delle donne nella medesima fascia di età, queste ultime percepiscono uno stipendio minore rispetto a quello dei loro colleghi. Gli ultimi dati Eurostat sulla disparità salariale tra uomo e donna fotografano una situazione, in Europa, che vede una differenza media nello stipendio del 15%, seppure questo dato sia in costante diminuzione negli ultimi anni. In Asia del Sud oltre l’80% delle donne, nell’Africa sub-sahariana il 74% e in America latina il 54% delle donne lavorano in occupazioni informali senza alcuna protezione e con una retribuzione minima. La violenza di genere, a causa dei limiti alla mobilità e all’isolamento sociale, è aumentata. Molte donne sono state costrette a una “coesistenza domestica obbligatoria” con i loro maltrattanti, nello stesso momento nel quale i servizi a difesa di queste donne sono in sofferenza o inaccessibili”.

Caritas e Focsiv fanno notare che “nel 2019 sono state 243 milioni le donne vittime di abusi e violenze, un numero che si stima sia in forte aumento a causa della pandemia. In Francia, ad esempio, si è stimato un aumento del 30%, il 25% in Argentina e così in Cipro e Singapore. Ancora più difficile analizzare la situazione nei paesi impoveriti, dove molte donne sono escluse dai sistemi di protezione sociale. Senza contare che alcuni studi stimano che nel 2020 quasi 500.000 ragazze in più nel mondo potrebbero essere state costrette al matrimonio forzato per effetto delle conseguenze economiche della pandemia, alle quali si aggiungeranno 1 milione in più di gravidanze precoci, causa principale di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni”.

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