Coronavirus, "Sambuca emblema del fallimento della Regione” - QdS

Coronavirus, “Sambuca emblema del fallimento della Regione”

Raffaella Pessina

Coronavirus, “Sambuca emblema del fallimento della Regione”

giovedì 22 Ottobre 2020

I sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia attaccano l'Assessorato alla Salute per la gestione delle Rsa: “I soggetti più fragili sono stati abbandonati e nella struttura dell'agrigentino sono morte quattro persone. Ciò rivela le falle del sistema sanitario”. Le richieste di confronto rimaste senza esito

PALERMO – Le Rsa (Residenze sanitarie assistite) rappresentano pericolosi focolai di contagi per Coronavirus in Sicilia e i sindacati lanciano l’allarme, criticando il governo regionale.

I segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia Maurizio Calà, Alfio Giulio e Antonino Toscano si rivolgono a Ruggero Razza, titolare della Salute del governo Musumeci, con particolare riferimento ai focolai rappresentati nell’isola dal territorio di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, divenuto “zona rossa” a seguito dei casi di contagio, ad oggi oltre sessanta, avvenuti presso la Rsa.

“Attendiamo da mesi la convocazione da parte dell’assessorato regionale alla Salute, al quale abbiamo più volte trasmesso richieste urgenti di confronto in considerazione delle nuove emergenze sanitarie legate al Coronavirus ma, ad oggi, non abbiamo registrato alcun esito in termini di interlocuzione e individuazione di misure concrete a sostegno dei soggetti più fragili, completamente abbandonati in questo momento così complesso e denso di incognite”.

Secondo i sindacalisti vi sono delle falle nel sistema sanitario regionale e lo dimostrano i fatti avvenuti nel comune belicino dove quattro ospiti della Rsa sono deceduti. “Il vademecum stilato dalla Regione Siciliana proprio in materia di trattamento degli anziani nelle strutture come quella di Sambuca poteva rappresentare una base di partenza – proseguono i rappresentanti sindacali – ma non è stato seguito da alcun intervento concreto in materia, e a farne le spese, ovviamente, sono proprio i soggetti deboli, che hanno maggiore bisogno di cure, quali ultrasessantenni, disabili e pensionati”.

Per i sindacati manca un adeguato monitoraggio e controllo della corretta applicazione da parte dei soggetti interessati delle linee guida. “Ad oggi – affermano Calà, Giulio e Toscano – non abbiamo alcuna notizia di controlli effettuati dalle Asp e dagli organi preposti a tale compito e ciò dà la misura della gestione caotica ed estremamente superficiale tenuta dall’assessorato alla Salute, che continua a snobbare le nostre richieste di chiarimento. Occorre rivisitare in chiave critica l’intero sistema delle Rsa, e individuarne correttamente ruoli, operatività e modelli organizzativi oltre a fissare i criteri che regolano l’accreditamento ed eventuali controlli interni ed esterni dai quali il sindacato non può rimanere escluso”.

I sindacalisti sottolineano che è anche mancata l’applicazione della legge 5 del 2009 che fissa i criteri per l’organizzazione della medicina sul territorio e citano la Regione Veneto dove l’emergenza è stata arginata grazie alla fitta rete sanitaria che ha consentito di evitare il peggio.
“Un modello al quale la Sicilia avrebbe dovuto ispirarsi e che ora rischia di non potere più essere compiutamente messo in atto per via delle esigenze di ospedalizzazione divenute sempre più numerose a seguito dei nuovi contagi”. “Inoltre – proseguono – occorrerebbe sapere se sia stato dato seguito all’applicazione delle Usca, ovvero le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, per le quali sono state stanziate specifiche risorse finanziarie e che, congiuntamente all’assistenza domiciliare integrata, limitano il ricorso estremo all’ospedalizzazione, fungendo da filtro tra i casi realmente necessari e tutto il resto”.

“Alla luce di tutte queste considerazioni, che necessitano di un confronto immediato – avvertono – continuiamo a chiedere una convocazione da parte dell’assessorato e, se ciò non dovesse realizzarsi in tempi rapidissimi, allora, seppure con tutte le limitazioni imposte dal Covid 19, ricorreremo alla mobilitazione nei territori dell’Isola per costringere la politica ad attuare un’inversione di rotta”.

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