Defr 2021-23, l'assessore Armao, “Ci aspettano tempi duri” - QdS

Defr 2021-23, l’assessore Armao, “Ci aspettano tempi duri”

Raffaella Pessina

Defr 2021-23, l’assessore Armao, “Ci aspettano tempi duri”

giovedì 09 Luglio 2020

Dalla pandemia batosta senza precedenti: nel 2020 il Pil siciliano a -7,8%. Sul Dl Semplificazioni, “Il no al Ponte è segno di contraddizioni. La crisi non si affronta con sussidi e incentivi minimi, ma con gli investimenti”

PALERMO – L’assessore all’Economia della Regione siciliana non usa mezzi termini: “Abbiamo davanti tempi duri e difficili dove ci vuole competenza e sintesi di misure e di interventi”. L’amara verità è emersa ieri nel corso della presentazione del Defr 2021-2023.

Nel documento, le previsioni per il 2020 del prodotto interno lordo siciliano sono tutt’altro che rosee. Il calo stimato sarà del 7,8%, una batosta per un tessuto economico come quello dell’Isola, già contraddistinto da una particolare fragilità. Per il 2019, invece, la previsione parla di un -0,1%.

“Il Defr – ha spiegato Armao – analizza una situazione economica complessa senza precedenti dalla seconda guerra mondiale, non solo in Sicilia ma in Italia e Europa. Certo in Sicilia la situazione è di gran lunga più grave. Evidenziamo alcune tendenze, sia nel breve che nel medio termine, che sono pesanti per l’economia siciliana e quindi bisogna fare molto sia in termini di interventi immediati, come quelli previsti nella legge di stabilità, sia in termini di investimenti significativi da parte dello Stato in Sicilia e nel sud perché senza non si può ripartire”.

Armao ha parlato anche delle misure messe in campo dal Governo nazionale e dei “pericolosi” effetti che potrebbero derivare da una politica assistenzialista: “Il Paese – ha proseguito – non riparte mandando al Sud gli effetti positivi del nord. Il Paese riparte se si fanno investimenti proprio nel Sud altrimenti il divario si aggraverà. Allo Stato chiediamo investimenti in infrastrutture, porti, aeroporti. La gravissima crisi che sta attanagliando la Sicilia non si può affrontare, né tanto meno superare, con incentivi minimi o peggio ancora con sussidi. Serve un grande piano di investimenti”.

Molto critico Armao anche sul piano delle opere presentato dal governo nazionale e sul Dl Semplificazioni, fresco di approvazione in Consiglio dei ministri: “Così non è immaginabile una ripresa delSud. Se si accelerano le opere che sono già in corso o che sono solo allo stato degli studi di fattibilità non andiamo molto avanti”, ha chiosato.
“Ci vuole un piano straordinario – ha aggiunto – Che manchi il Ponte è un fatto evidente delle contraddizioni che restano sopite nelle questioni di governo ma che invece restano del tutto attuali, tanto che i governatori lo hanno reclamato come priorità assoluta per il Sud”.

A detta di Armao, anche il decreto Cura Italia non interviene in maniera incisiva sul Mezzogiorno: “L’Italia – ha spiegato in conferenza stampa – è un Paese diviso e il Cura Italia interviene in maniera uguale al Nord e al Sud ma con effetti molto diversi. La Cura all’Italia è stata fatta in modo omogeneo nel Paese come se il Paese non fosse diviso . è come se un medico avesse in cura due gemelli e ne visitasse solo uno perché la cura decisa per uno va bene anche per l’altro. Così è avvenuto. Con la legge di Stabilità abbiamo adottato dei meccanismi di correzione”.

A testimonianza della doppia velocità con cui il Cura Italia sta funzionando, gli uffici dell’assessorato regionale all’economia hanno fornito le tabelle pubblicate da “Il Quotidiano del Sud” nel quale si fa il computo delle operazioni effettuate a valere del Fondo di Garanzia in Italia. Su un totale di 783.144 operazioni (dato aggiornato al 6 luglio) in Sicilia ne sono state realizzate 47.429 per un importo di 2 miliardi e 30 milioni su un totale complessivo di 47 miliardi. La Sicilia è la terza regione del Mezzogiorno dopo Campania (56.651 operazioni) e Puglia (49.584). Numeri e cifre diverse per le regioni del Nord con la Lombardia che ha realizzato 142.545 operazioni per 11,2 miliardi, il Veneto 67 mila operazioni per 5,3 miliardi, la Toscana 63.924 per 3,5 miliardi di euro. Non diversa, invece, la situazione per le operazioni fino a 30 mila euro.

Su un totale di 685.513 operazioni in Sicilia ne sono state realizzate 41.428 per un totale di 805 milioni su 13,6 miliardi nazionali. In Lombardia sono state 122.275 le operazioni realizzate per 2,5 miliardi di euro in Emilia Romagna 65.580 per 1,3 miliardi e in Veneto 55.064 per 1,1 miliardi di euro.
“è evidente che esiste una Italia a due velocità”, ha concluso l’assessore all’Economia Armao, “e che si è voluto dare la stessa cura per due parti della nazione che hanno esigenze diverse”.

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