Disinfezione e sanificazione degli ambienti, ecco come procedere - QdS

Disinfezione e sanificazione degli ambienti, ecco come procedere

redazione

Disinfezione e sanificazione degli ambienti, ecco come procedere

martedì 07 Aprile 2020

In situazioni come quella che stiamo vivendo l’intervento, ad opera di professionisti qualificati, va ripetuto ciclicamente

“Visto che purtroppo regna molta cattiva informazione e parecchia improvvisazione circa queste pratiche, sempre lasciate in secondo piano in momenti ‘normali’ (teoricamente andrebbero svolte anche dopo un’intrusione di roditori, ad esempio) cerchiamo con molta umiltà di fare il punto sull’argomento – dice Monica Marchese di Siderat.

Interventi costruttivi saranno graditi. Cerchiamo di sgombrare il campo da chiunque si alzi con un nebulizzatore in mano dalla sera alla mattina per andare a proporre “sanificazioni”.

Quando si parla di disinfezione occorre partire da un concetto fondamentale: l’ambiente nel quale ci troviamo a vivere è saturo di aria, una miscela di gas e microrganismi. Ecco perché il fine ultimo di una corretta prassi non potrà mai essere l’abbattimento totale di quanto presente, ma la riconduzione a una soglia accettabile di tolleranza, in conformità al tipo di attività svolta in quel determinato ambiente.

Un discorso diverso vale ovviamente per tutti quegli ambienti in cui è necessario raggiungere una soglia di tolleranza prossima allo 0 (tipo sale sterili o operatorie, o sale ad atmosfera modificata proprio a questo scopo).

Ci sono quindi dei passaggi obbligati da seguire per il raggiungimento di questo obiettivo.

La sanificazione consiste infatti almeno di due fasi successive: la detersione e la disinfezione.

La detersione è importantissima perché attraverso le operazioni di pulizia sottrae il substrato di sporco che rallenta l’azione del principio attivo o del mezzo fisico o meccanico scelto per la sanificazione. Quindi, per prima cosa, accurata pulizia. Non scendo nei dettagli di come debba essere condotta questa fase; sono possibili diversi metodi, ciò che conta è il raggiungimento del risultato consistente nell’asportazione di sporco, grasso e polveri.

Dopo aver concluso questa fase, si passa alla disinfezione vera e propria, cioè il procedimento attraverso il quale si riduce a livello di sicurezza la presenza di microrganismi patogeni, presenti sulle superfici e attrezzature.

Ciò può avvenire con tecniche diverse: attraverso il mezzo chimico, fisico o meccanico.

Anche all’interno dello stesso ambiente da trattare, non tutte le aree hanno lo stesso valore di “criticità”: ad esempio, le aree dei sanitari sono considerate a rischio alto, le aule o gli uffici a rischio medio, i corridoi e in generale i luoghi di passaggio a rischio basso.

Attenzione, stiamo parlando ovviamente di condizioni normali e non straordinarie come quelle che stiamo vivendo.

Il metodo più utilizzato è l’impiego di prodotti chimici con potere disinfettante.

Questi devono avere determinate caratteristiche: innanzitutto non intaccare il substrato sul quale sono impiegati e essere non tossici, anche se la sensibilità è individuale, per cui si consiglia sempre di far decantare per qualche ora (i locali devono essere chiusi e sigillati, per una migliore azione) e aerare gli stessi prima della permanenza.

E’ importante notare che non tutti i microrganismi reagiscono alla stessa maniera, per cui i tempi di contatto (cioè il tempo necessario al principio attivo per inattivare il microrganismo) variano, anche di parecchio: da pochi minuti a tempi di almeno 15/20 minuti fino ai 45/50.

Esiste anche una scala di azione per i disinfettanti, dal livello alto (quelli che agiscono su tutti i microrganismi, anche i virus incapsulati come il COVID19) a quello basso (agiscono solo su alcuni batteri), passando per il livello intermedio.

E soprattutto, come ho avuto modo di dire, la sanificazione non ha effetto preventivo nel caso in cui ci sia esposizione dell’ambiente a una fonte di contaminazione dopo che l’intervento è stato effettuato: serve ad abbattere la presenza, ma l’effetto residuale è blando, per cui occorre ripeterla nel caso di dubbi. In situazioni come quella che stiamo vivendo, occorre ripeterla ciclicamente, almeno negli ambienti a rischio alto e intermedio.
Ecco perché chiedere le credenziali a chi opera è importante. Affidatevi a professionisti che siano in grado di rispondere alle vostre domande.”

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