Dissesto idrogeologico, in Sicilia a rischio sessantamila abitanti - QdS

Dissesto idrogeologico, in Sicilia a rischio sessantamila abitanti

Rosario Battiato

Dissesto idrogeologico, in Sicilia a rischio sessantamila abitanti

venerdì 29 Maggio 2020

Da frane e alluvioni sarebbero coinvolti ben trentamila edifici. I dati sono contenuti della piattaforma opensource realizzata da Ispra: oltre 24 mila fenomeni registrati. Nelle aree a maggiore pericolosità si trovano anche cinquecento Beni culturali

PALERMO – Oltre 24 mila frane registrate, circa 60 mila abitanti a rischio di frane o alluvioni, 30 mila edifici e mezzo migliaio di beni culturali. Per realizzare il quadro di frane e alluvioni in Sicilia è stato sufficiente operare sulla nuova piattaforma opensource (idrogeo.isprambiente.it), realizzata dall’Ispra e presentata nelle scorse settimane, che permette di visionare lo storico dei fenomeni franosi in tutta Italia e anche gli indicatori di rischio.

NUMERI NAZIONALI
Sono oltre 620mila (620.783) le frane censite nell’Inventario Iffi (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia). Prima dell’avvio del progetto, quindi nel 1999, risultavano censite dalle Regioni e Province Autonome appena 70 mila frane. Attualmente i fenomeni franosi censiti fanno riferimento a un’area pari a 23.700 kmq, che è pari al 7,9% del territorio nazionale.

LA SITUAZIONE SICILIANA
Nell’Isola ci sono 24.400 frane registrate, circa il 4% del totale nazionale, e 32 eventi franosi, considerando, per quest’ultimo dato, il periodo di copertura compreso nel biennio 2018-2020. La tipologia di frana più comune è quella del crollo/ribaltamento (5.837 casi), seguita dal colamento lento (3.930) e quindi dallo scivolamento rotazionale/traslativo (3.213). Le aree con frane superficiali diffuse sono 6.493.

UN TERRITORIO A RISCHIO
La pericolosità da frana – si legge sul portale – rappresenta la “probabilità di occorrenza di un fenomeno potenzialmente distruttivo, di una determinata intensità in un dato periodo e in una data area. Le aree a pericolosità da frana includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. La classificazione della pericolosità sull’intero territorio nazionale è in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA”. In tutta Italia c’è un 3% del territorio che è stato individuato, per le frane, a pericolosità molto elevata, una porzione che include mezzo milione di abitanti, 227 mila edifici, quasi 32 mila imprese e 4.741 beni culturali.

Nella pericolosità media rientrano 16.256 kmq (5,4% del territorio), e circa 770 mila perone. Per quanto riguarda la pericolosità da alluvione, convenzionalmente le “area a pericolosità elevata sono ottenute ipotizzando un’alluvione che abbia tempi medi di occorrenza (Tempo di ritorno) pari a 20-50 anni, quelle a pericolosità media sono associate ad alluvioni con tempi medi dell’ordine dei 100-200 anni e infine le aree a pericolosità bassa sono ottenute ipotizzando alluvioni con tempi medi di 300-500 anni (eventi rari o estremi)”. Nella prima fascia di ritorno delle alluvioni ci sono 12.405 kmq di territorio, il 4,1% del totale, e oltre 2 milioni di persone.

L’ISOLA MINACCIATA
In Sicilia la popolazione complessivamente a rischio da frana, considerando tutti i livelli di pericolosità, è pari a 55.987 abitanti, per le alluvioni sono solo 6.211. Nelle due aree di rischio (molto elevata ed elevata) vivono circa 60 mila persone e ci sono oltre 30 mila edifici, 2.500 imprese e mezzo migliaio di beni culturali.

PREVENZIONE
La nuova piattaforma dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, delle mappe nazionali di pericolosità e degli indicatori di rischio è stata presentata con le attività di “censimento, monitoraggio, pianificazione territoriale e nuove tecnologie applicate al settore delle frane portate avanti dalle Regioni e Province Autonome”.

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