Effetto differenziata a Taormina: dati positivi e centinaia di evasori che escono dall’ombra - QdS

Effetto differenziata a Taormina: dati positivi e centinaia di evasori che escono dall’ombra

Massimo Mobilia

Effetto differenziata a Taormina: dati positivi e centinaia di evasori che escono dall’ombra

mercoledì 25 Settembre 2019

L’Amministrazione ha dichiarato di aver scoperto 450 utenze (circa 100 mila euro da riscuotere). La raccolta porta a porta inizia a dare i propri frutti. La percentuale si attesta sul 44,4%

TAORMINA (ME) – La raccolta differenziata inizia a dare i suoi frutti. Secondo i primi dati ufficiali relativi al 2019, pubblicati dal Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, la città del Centauro ha finalmente superato la soglia del 30% sotto la quale sono previste sanzioni, attestandosi su una media del 44,4% nei primi quattro mesi dell’anno, ovvero da gennaio ad aprile, ben sopra la media siciliana del 38%.

La svolta è senza dubbio frutto della scelta, da parte dell’Amministrazione comunale, di estendere la raccolta porta a porta anche nel centro storico proprio dallo scorso mese di aprile, eliminando i cassonetti e lanciando i cittadini – pur tra mille difficoltà – nella rivoluzionaria ottica di differenziare i rifiuti. Infatti, se nel 2018 – quando ancora la differenziata era limitata soltanto alle frazioni – la percentuale per Taormina si era attestata a una media del 24,9% – il nuovo anno ha determinato la svolta, con percentuali tra il 33 e il 36% tra gennaio e marzo, per poi arrivare al 65,8% nel solo mese di aprile.

Percentuali sulle quali ormai, secondo i dati di Palazzo dei Giurati, corre la città di Taormina per puntare a chiudere l’anno sopra la soglia minima ottimale prevista dalla legge, che sarebbe proprio il 65%. La diminuzione del conferimento di rifiuti in discarica si attesterebbe, infatti, su circa cinquecento tonnellate in meno rispetto all’anno precedente, con punte registrate negli ultimi mesi, del 75% di rifiuti differenziati. Un’accelerazione importante si è avuta, per esempio, con l’avvio dell’Aro Taormina, coinciso con il passaggio di consegne, avvenuto a luglio, tra la ditta Onofaro di Naso e la Tekra di Angri, vincitrice quest’ultima del bando di gestione settennale da 24,5 milioni di euro. Dopo le difficoltà iniziali, infatti, la città è sembrata più attrezzata per far fronte al porta a porta e, di conseguenza, più pulita agli occhi di cittadini e turisti. Tuttavia, la contesa tra le ditte non si è ancora conclusa, per il ricorso al Tar che era stato presentato dalla Onofaro, sulla quale il Tribunale Amministrativo si pronuncerà il prossimo 7 novembre.

L’Aro è comunque ormai nel pieno delle proprie funzioni, dopo anni di attesa e rinvii sin da quando era scaduto il contratto di Messinambiente nel lontano 2014. Per il ciclo dei rifiuti Taormina prevede di spendere, nei prossimi sette anni, circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, iva inclusa. Nel 2019, in particolare, è stato stimato un costo di 911 mila euro per il conferimento in discarica, più 2,7 milioni così suddivisi: 2 milioni per il personale (36 operai in transito tra le varie ditte), 690 mila euro per il noleggio dei mezzi, 370 mila per attrezzature legate alla differenziata, 42 mila per i contenitori dei cittadini e 50 mila euro in comunicazione. È chiaro che la raccolta porta a posta ha già portato e continuerà a portare risparmi per le tasche dei taorminesi, calcolati in un 4,4% in meno di Tari rispetto al 2018, con un gettito da 3,6 milioni di euro (2 milioni dalle attività commerciali e 1,6 milioni dalle utenze domestiche), ovvero 200 mila euro in meno rispetto all’anno precedente.

La raccolta differenziata ha permesso, inoltre, di portare alla luce centinaia di evasori delle tasse sulla spazzatura. Utenze che si sono trovate di fronte alla necessità di regolarizzare la propria posizione presso gli uffici comunali, ovvero “farsi conoscere”, per poter accedere al nuovo sistema di regole e benefici connessi al porta a porta. L’Amministrazione ha dichiarato di aver fin ora scoperto almeno 450 nuove utenze Tari, che significano almeno altri centomila euro di tasse, altrimenti non riscosse. Tante altre ne verranno fuori, secondo gli uffici che lavorano sulle cartelle esattoriali, fino alla fine dell’anno. Dal 2020, infatti, la Tari diventerà Tarip, cioè la nuova tassa calcolata in base all’effettiva quantità di rifiuti prodotti da ogni singolo utente.

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