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Elezioni: Giorgia Meloni in Sicilia, la destra sono io

redazione

Elezioni: Giorgia Meloni in Sicilia, la destra sono io

domenica 05 Maggio 2019

E si lancia contro Musumeci, "neutrale" sull'idea di grande coalizione di Miccichè, attaccato anche da Pogliese. Risponde Razza, "Nessun ribaltone". Parla anche Berlusconi

Tamburi di guerra a destra: “Penso a un movimento alleato ma distinto da Lega” ha detto ieri Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a Palermo in tour elettorale, attaccando il presidente della Regione Nello Musumeci, accusato di essere “neutrale” sull’idea di grande coalizione di Gianfranco Miccichè.

Contro quest’ultimo – espressione diretta, lo ricordiamo, di Silvio Berlusconi -, si è lanciato anche il sindaco di Catania Salvo Pogliese, da poco uscito da Fi, affermando che il presidente dell’Ars “continua ad assumere posizioni eretiche che danneggiano quel centrodestra da cui egli ormai si pone fuori, gettando la maschera sulle sue reali intenzioni di creare in Sicilia un pastrocchio antitetico alla storia di Forza Italia”.

La Meloni, in pratica, s’è incoronata da sola regina, affermando qualcosa che potrebbe suonare come “la destra sono io”.

Probabilmente soffre ancora – così come Salvini – di quella pantomima con cui Berlusconi rubò loro la scena il 12 aprile del 2018, nel discorso comune dopo le consultazioni (Ricordate il Cavaliere a contare sulle dita i punti qualificanti, ossia riduzione delle tasse, riforma delle pensioni, lavoro per i giovani, la lotta alla povertà, il sostegno alle popolazioni terremotate, il contrasto alla criminalità, una ferma opposizione all’immigrazione clandestina, la riforma della Giustizia, la pace e la sicurezza nel Mediterraneo?).

Ora tutto è cambiato, e la leader di Fratelli d’Italia spara sul presidente dell’Ars: “Quando leggo – ha detto – le dichiarazioni di Miccichè che vuole fare una coalizione con il Pd penso che ci sia un problema di identità che va oltre le elezioni europee. In Europa non faremo inciuci tra Ppe e socialisti. Certo Forza Italia ha un problema di identità che deve chiarire. Io però lavoro per un altro modello di centrodestra e organizzare un secondo grande movimento alleato ma distinto dalla Lega, che definisco sovranista e conservatore nel senso di difendere l’interesse nazionale italiano e i nostri valori tradizionali”.

Di parere diverso, ovviamente, Silvio Berlusconi che, nonostante il recente intervento chirurgico, continua a dar battaglia, e, ancora in ospedale, già lancia dichiarazioni secche, recepite dal suo elettorato.

Così, analizzando il quadro politico, il Cavaliere ha detto di vedere Salvini “continuamente sotto scacco del M5S” e ha attaccato il governo pentaleghista che “Fa male alle imprese, ci fa perdere posti di lavoro, attenta alle nostre libertà e anche dal punto di vista della sicurezza avrei qualcosa da dire”.

In Sicilia, intanto, Meloni tirava per la giacchetta il Governatore.

“Quando sento dire – ha aggiunto, a margine del suo intervento – che occorre fare il patto del Nazareno, in salsa siciliana, penso che il presidente Musumeci debba fare chiarezza nella sua maggioranza, perché per noi questo sarebbe un problema. Io sono contraria agli inciuci e di questo patto penso tutto il peggio possibile, come lo pensavo a livello nazionale”.

E sulla decisione di Musumeci di restare neutrale in vista delle elezioni europee e di lasciare il suo movimento #DiventeràBellissima fuori dai giochi, Giorgia Meloni ha aggiunto: “E’ una posizione che non ho compreso, ma forse quella di Musumeci è una scelta dettata dalla necessità di governare una maggioranza non facile, tuttavia ci aiuta a far comprendere agli elettori che per votare la destra bisogna votare Fratelli d’Italia”.

Il governo siciliano affida la risposta all’assessore Ruggero Razza: “L’on. Meloni non abbia timori: il presidente della Regione non deve chiarire proprio nulla. Abbiamo vinto, in Sicilia, con una coalizione chiara, la medesima coalizione che, dopo la nostra, ha prevalso in tutte le Regioni interessate dai successivi turni elettorali”.

“In un difficile contesto, come quello siciliano – ha aggiunto Razza -, l’unica certezza è la serietà con cui in tutti questi mesi abbiamo detto e ripetuto che una cosa è il confronto in Parlamento, che interessa sui temi tutte le forze politiche che vi sono rappresentate, altro è il profilo politico della maggioranza. La sola immagine di un ribaltone è incompatibile con la storia politica di Nello Musumeci”.

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