Emergenza casa a Catania, 7 mila famiglie in attesa e soltanto un centinaio di alloggi in arrivo - QdS

Emergenza casa a Catania, 7 mila famiglie in attesa e soltanto un centinaio di alloggi in arrivo

Desiree Miranda

Emergenza casa a Catania, 7 mila famiglie in attesa e soltanto un centinaio di alloggi in arrivo

venerdì 25 Ottobre 2019

Sunia-Sicet-Uniat: in città oltre 2.500 sfratti nel 2018. Lombardo: “85 posti con il cohousing”

CATANIA – È ancora emergenza casa in città con circa il 30 per cento dei catanesi in condizioni di emergenza abitativa. Sono tante le motivazioni per cui ci si ritrova in queste condizioni che talora coinvologono anche persone che fino a ieri erano assolutamente in grado di pensare al proprio sostentamento e benessere. E se i cittadini in condizione di necessità sono sempre più numerosi non si può dire lo stesso degli alloggi popolari.

Qualcosa sembra muoversi comunque. “Abbiamo l’Agenzia sociale per la casa che già da tempo si è insediata e monitora le istanze dei nuclei familiari, ovvero anche dei singoli, delle fasce disagiate sulla domanda di casa, – afferma l’assessore ai servizi sociali e politiche per la famiglia, Giuseppe Lombardo – profilano il reale bisogno in città, soprattutto per il tipo di risposte che si possono dare”. Non solo. “È stato appena pubblicato il bando per il cohousing che è una gara fatta per la ricerca di alloggi da destinare alla coabitazione”, dice e per i prossimi giorni annuncia il via di una gara per la ricerca di alloggi a bassa transizione.

“Sono circa 85 posti per una prima tappa dell’autonomia abitativa di questi soggetti”, dichiara, il che significa che in attesa di potere affidare una casa per ogni nucleo familiare, gli si propone la coabitazione. “È rivolto agli utenti in carico presso i servizi sociali che hanno avuto o situazioni di sfratto o di disagio abitativo dovuto a condizioni economiche non abbienti”, aggiunge Lombardo.

Per quanto riguarda la costruzione di nuovi edifici e dunque nuovi alloggi, sebbene non sia responsabilità dell’assessorato ai servizi sociali, Lombardo conferma quanto detto al nostro giornale all’inizio dell’anno: “Noi siamo pronti, le graduatorie ci sono e mi dicono che entro l’anno dovremmo avere alcuni alloggi pronti per la consegna”.

L’allarme sociale è reiterato nel tempo anche da parte di Sunia, Sicet e Uniat, i tre sindacati che rappresentano gli interessi e i diritti degli inquilini catanesi. Nel loro incontro con i giornalisti hanno presentato i numeri del ministero dell’Interno aggiornati all’anno 2018 e la situazione non è certo rosea.

A Catania le richieste di esecuzione di sfratti sono state 2.633 (in Sicilia il numero ammonta a 7.233) e quelli eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati 485 (1.541 nell’Isola). “Ogni sfratto si traduce in sofferenza per le famiglie fatte prime di tutto di persone, di bambini e anziani che vengono allontanati dalla propria abitazione. Un dramma che non possiamo far finta di non vedere – spiegano – e per questo segnaliamo che ci sono 5.400 famiglie inserite nelle graduatorie comunali, con richieste fino al 2015, mentre i nuclei che hanno presentato domanda per la casa popolare dopo il 2015 sono circa 1.500”.

Numeri importanti che dovrebbero trovare un minimo respiro con la consegna di circa 96 alloggi di quello che viene ancora definito palazzo di Cemento a Librino e con gli altri bandi comunali. Il problema, come spesso accade, sono i tempi. Slittano sempre. Per fare sentire con più forza il disagio vissuto, i tre sindacati hanno organizzato un presidio davanti la sede dell’assessorato comunale ai Servizi sociali di via Dusmet 141.

L’appuntamento è per il 29 ottobre a partire dalle ore 10 con lo slogan: “Non nuovo cemento per l’abitare pubblico, ma saggio utilizzo dell’esistente, evitando le formule ghetto”.

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