Fondi ai Comuni, finalmente procedure più snelle - QdS

Fondi ai Comuni, finalmente procedure più snelle

Patrizia Penna

Fondi ai Comuni, finalmente procedure più snelle

giovedì 27 Giugno 2019

L’intervista in esclusiva del QdS all’assessore regionale alla Funzione pubblica e agli Enti locali, Bernardette Grasso. Per il 2019 le risorse assegnate sono 340 milioni. La Regione rivoluziona i criteri di riparto che scendono da 9 a 2

PALERMO – Comuni siciliani senza risorse e sempre più “in affanno”. Il problema degli enti locali in rosso perenne è ben noto perché le casse vuote, oltre a compromettere il funzionamento stesso della macchina amministrativa, rischia di compromettere anche i servizi per il cittadino. Lo sa bene anche la Regione siciliana che, in tema di trasferimenti, ha operato una vera e propria “rivoluzione” orientata verso procedure meno farraginose e pagamenti più tempestivi.

Ci spiega tutto l’assessore regionale alla Funzione pubblica e agli Enti locali, Bernardette Grasso.

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Trasferimenti dalla Regione ai comuni siciliani: qual è la situazione? La Regione ha mantenuto gli impegni presi? Si procede secondo tabella di marcia?
“Sul tema dei trasferimenti dalla Regione, mi preme fare una premessa, poiché questo Governo ha profondamente innovato la materia. Il precedente sistema di riparto del Fondo Autonomie locali era infatti particolarmente farraginoso e comportava lungaggini e grave incertezza per gli Enti. I criteri di riparto erano ben nove, e andavano a loro volta ponderati ai fini della definizione del piano di riparto. In particolare, gli uffici dovevano attivare un coordinamento con tutti i Comuni e una linea di richiesta presso il Ministero dell’Interno per acquisire la lista degli italiani residenti all’estero; bisognava acquisire tutti i dati di natura fiscale e quelli sulle entrate rilevabili dai conti consuntivi di ogni comune presso l’Ufficio di statistica regionale; infine, era necessario attivare un procedimento amministrativo per acquisire i dati relativi al trasporto alunni, asili nido e piani di miglioramento di Polizia Municipale. L’evidente complessità di questo sistema non consentiva che il riparto delle risorse fosse definito in tempi celeri, con conseguenti ritardi che gravavano sugli Enti. Ho quindi fortemente voluto che i criteri di riparto fossero modificati e semplificati, riducendoli da nove a due. Questo importante intervento ha consentito, finalmente, di velocizzare l’assegnazione delle somme ai Comuni, rendendo puntuali i trasferimenti e permettendo agli enti di avere dati certi per la chiusura dei bilanci. I pagamenti della prima trimestralità dei trasferimenti in questione sono in fase di pagamento proprio in questi giorni, nel pieno rispetto dei tempi previsti.
Nello specifico, la legge regionale n. 8/2017 ha determinato in 340 milioni di euro le risorse da destinare per l’anno 2019 ai Comuni a titolo di trasferimenti regionali di parte corrente. Le risorse effettivamente disponibili devono, però, essere considerate al netto: di € 2.000.000,00 degli oneri derivanti dalla copertura della garanzia solidale prestata dalla Regione quale saldo somme riconosciute all’EAS (L.R. n. 16/2017); dell’accantonamento di € 22.750.000,00 nelle more della definizione della cessione al Fondo pensioni del 35% capitale netto del FIPRS (L.R. n. 8/2017 e L.R. n. 1/2019). Va inoltre tenuto conto delle diverse somme riservate ex lege nell’ambito della predetta assegnazione, che ammontano a 43.034.535,19 euro e comprendono, ad esempio, 6.000.000,00 di euro destinati alle Isole minori per il trasporto dei rifiuti via mare; 3.000.000,00 di euro come contributo straordinario una tantum in favore dei comuni che hanno concluso la stabilizzazione del personale a tempo determinato nel periodo compreso fra il 2010 e l’entrata in vigore della L.r. 27/2016 e così via.
Come concordato nella Conferenza Regione-Autonomie Locali del 14 maggio 2019, il riparto è avvenuto secondo due criteri principali (popolazione e assegnazione 2016) a cui sono stati attribuiti pesi differenziati per singole classi demografiche.
Nell’ambito del riparto è stata destinata la somma complessiva di € 12.000.000,00 alla “perequazione” delle assegnazioni per garantire: l’adeguamento delle somme alla medesima assegnazione dell’anno 2015 per i Comuni che hanno ottenuto l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale entro il 2017 e per i quali sussiste il requisito previsto dal comma 4 dell’art. 15 L.r. n. 8/2018 (per tale adeguamento sono stati considerati i comuni già comunicati dal competente Servizio 1 in sede di riparto delle analoghe risorse per l’anno 2018); la completa copertura delle “quote complementari” del fabbisogno finanziario relativo ai contratti a tempo determinato e/o indeterminato degli enti locali a carico degli stessi nell’anno 2016 e non coperte con il pertinente Fondo di cui al comma 7 dell’art. 30 della l.r. n. 5/2014 e s.m.i.
Il riparto (provvisorio) delle risorse disponibili è stato definito con Decreto interassessoriale del 3 giugno scorso”.

Con decreto dello scorso 4 giugno, sono stati trasferiti circa 3,5 milioni di euro a Liberi Consorzi e Città metropolitane: si tratta di fondi destinati al pagamento degli stipendi del personale?
“Come dicevo poc’anzi, ho lavorato intensamente su questo fronte: il tema dei trasferimenti agli enti locali è cruciale anche per garantire la puntualità dei pagamenti ai dipendenti. Prima che onorevole e assessore regionale, sono stata sindaco e conosco da vicino le difficoltà che gli enti attraversano quando non ricevono in tempo i fondi loro destinati. Nello specifico, le somme di cui al Decreto Dirigenziale n.218 del 4 giugno 2019 sono destinate alle Città metropolitane ed ai Liberi consorzi dell’Isola a titolo di copertura delle quote complementari per il pagamento degli stipendi e sono già state interamente liquidate. Queste si aggiungono agli importi per la copertura dei costi per il personale precario in servizio presso gli enti”.

Qual è lo stato di salute, invece, dei piccoli Comuni? Anche per loro i trasferimenti procedono secondo tabella di marcia?
“I piccoli Comuni godono, nel complesso, di una maggiore stabilità finanziaria: tant’è che, nell’ultimo anno, solo uno di questi ha dichiarato il dissesto finanziario. La L.r. n. 3/2016, al comma 15 dell’art. 7 (così come modificato dal comma 5 dell’art. 14 della L.r. n. 8/2018) garantisce infatti che i Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti non possano ricevere un importo complessivo inferiore rispetto a quello assegnato nel 2015”.

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