Il cambiamento climatico è reale, nuovi dati nel 2019 - QdS

Il cambiamento climatico è reale, nuovi dati nel 2019

redazione

Il cambiamento climatico è reale, nuovi dati nel 2019

giovedì 06 Febbraio 2020

La noncuranza di chi non ha l’esigenza di presagire un nuovo pericolo. Climate change: l’aumento di temperatura indotto da emissioni di gas a effetto serra

In climatologia con il termine cambiamenti o mutamenti climatici si indicano le variazioni del clima della Terra, ovvero variazioni a diverse scale spaziali (regionale, continentale, emisferica e globale).

La terra è da sempre soggetta a cambiamenti climatici secondo le cicliche variazioni naturali, ma a parere della comunità scientifica ormai anche all’uomo spetta un ruolo rilevante. La sua influenza cominciò con lo
sviluppo dell’agricoltura e la conseguente deforestazione, passando per la rivoluzione industriale fino ad oggi.

Secondo la teoria del Riscaldamento globale, le grandi quantità di anidride carbonica (CO2), metano ed altri gas serra emessi dall’attività umana e dal consumo di combustibili fossili, stanno modificando la composizione dell’atmosfera e causando un incremento delle temperature medie della Terra. Questi gas, mediante l’effetto serra, trattengono naturalmente il calore rilasciato dalla terra (e proveniente dal sole) verso lo spazio, ma il loro costante aumento sta determinando un’amplificazione di tale effetto e quindi un surriscaldamento climatico a livello globale.

I primi dati climatici del mese di settembre 2019 non fanno altro che confermare il grido d’allarme dei giovani e le proiezioni dei modelli climatici. Quello che stiamo vivendo è un periodo straordinariamente
caldo per il nostro pianeta, almeno nella scala dei tempi umana.

Secondo i dati diffusi dal servizio climatico Copernicus settembre 2019 è risultato di 0.57°C più caldo del periodo climatico trentennale di riferimento 1981-2010.

Come sempre, vi sono notevoli differenze geografiche nelle anomalie termiche. In pratica, nel quadro di un pianeta più caldo, mensilmente alcune zone sono soggette ad anomalie calde maggiori di altre o per opposto a temperature più basse della media.

L’Europa in settembre è risultata quasi tutta più calda della media, soprattutto nel settore sud-sudest, Italia compresa. Temperature sotto la media invece nel nord Europa, soprattutto in Norvegia. Più caldo del
normale anche in gran parte degli USA, Sud America centrale, Sudafrica, ovest Australia. Anomalie particolarmente marcate, al solito, si riscontrano nelle zone Artiche.

Insomma, i dati parlano chiaro, sono urgenti azioni forti e coraggiose di riduzione dei gas serra. Le notizie e la petizione inviata alle Nazioni Unite che negano questa evidenza sono prive di fondamento e contengono
tutti i principali elementi del negazionismo scientifico.

Dal protocollo di Kyoto nel 1997 al più recente accordo di Parigi del novembre 2015 (Accordi internazionali sull’azione per il clima) sembra che gli Stati vogliano proprio fare qualcosa per limitare il riscaldamento globale. Oltre 190 Paesi hanno deciso di aderire, purtroppo non tutti sono unanimi sull’urgenza della situazione: tra i primi quelli caratterizzati da sistemi insulari come le Figi, destinati ad essere sommersi, e tutte le Nazioni dell’UE, restano invece fuori gli USA, la prima potenza industriale del mondo.

Alcune ricerche invece sostengono che questi obiettivi siano irraggiungibili perché anche se i paesi soddisfacessero tutti gli impegni, il mondo continuerebbe a essere minacciato da aumento medio globale delle temperature di almeno 4°C.

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