Il punto nascita del Trigona resta chiuso Prosegue la protesta dei cittadini di Noto - QdS

Il punto nascita del Trigona resta chiuso Prosegue la protesta dei cittadini di Noto

Luigi Solarino

Il punto nascita del Trigona resta chiuso Prosegue la protesta dei cittadini di Noto

giovedì 18 Aprile 2019

NOTO (SR) – Proseguono le iniziative di protesta dei cittadini per la mancata riapertura dei reparti di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Trigona di Noto. Si sono svolti cortei, sit-in, e l’occupazione del nosocomio. Due madri stanno portando avanti lo sciopero della fame.

Vi sono stati ripetuti scambi di opinioni tra il primo cittadino, Corrado Bonfanti, ed il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra, e i direttori sanitario e amministrativo, Anselmo Madeddu e Giuseppe Di Bella. Anselmo Madeddu ha dichiarato: “Nei giorni precedenti al trasferimento, il punto nascita si era ridotto a soli due pediatri e non possedeva più le condizioni di sicurezza previste dalla legge. L’Asp ha prontamente pubblicato bandi per reperire nuovi pediatri, ma si tratta di figure difficilmente reperibili per l’esiguo numero fornito dalle scuole di specializzazione, e ad oggi non è stato possibile assumerne nuovi. Una settimana prima, peraltro, un bambino nato immaturo nel presidio netino ha rischiato di morire proprio per questi motivi, ed è stato salvato solo grazie alla grande professionalità dei medici e al trasferimento in urgenza alla Utin di Siracusa. Il trasferimento del punto nascita nel nosocomio aretuseo, pertanto, è stato dettato esclusivamente da motivi di sicurezza clinica per i nascituri e le mamme. E lì resterà finché non sarà possibile garantirne anche altrove la massima sicurezza”.
“L’attuale rete ospedaliera – prosegue Madeddu – approvata di recente, come ben sa il sindaco Bonfanti, ha aumentato piuttosto il numero dei posti letto che potrà essere ulteriormente incrementato essendo già stati chiesti l’inserimento della Rsa e l’autorizzazione a poter affidare alle strutture accreditate che si occupano di salute i rimanenti spazi nel rispetto delle norme vigenti. Infine, l’apertura della lungodegenza e della fisiatria per un totale di oltre 40 posti letto, oltre che completare l’offerta sanitaria carente nel sud della provincia per tali specialità, consente di mantenere gli impianti ospedalieri che andrebbero in disuso dopo poco tempo con gravi danni”.

Il sindaco Bonfanti ha replicato: “L’Asp è in totale confusione: non ricorda che la rifunzionalizzazione della sanità in Sicilia risale a inizio secolo e che si consuma definitivamente dieci anni fa. E questo a me sembra molto grave”. “Inoltre – aggiunge Bonfanti – non si ricorda che è stato comunicato alla direzione Asp che il reparto Pediatria poteva essere riattivato il 28 marzo e che quella comunicazione è rimasta senza risposta. Durante il consiglio comunale svoltosi a Noto Madeddu dichiarava che ‘l’impegno che vogliamo prendere è che non si sposterà una virgola da Noto, non uscirà niente da Noto fino a quando non saranno attivate tutte le cose previste dalla rete a Noto e quindi mi riferisco alla lungodegenza, alla riabilitazione e quant’altro. Una cosa deve essere estremamente chiara: il momentaneo trasferimento del punto nascita da Noto a Siracusa non deve assolutamente essere frainteso come l’inizio del processo di rifunzionalizzazione’”.

Sul problema Trigona è intervenuto anche il vescovo di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, inviando una missiva ai sindaci di Noto ed Avola ed ai vertici dell’Asp in cui auspica la necessità di trovare una soluzione e mette a disposizione uno spazio neutro per eventuali tavoli di confronto tra le parti.

Luigi Solarino

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