Il settore turistico siciliano in terapia intensiva. Anche l’economia è infettata dal coronavirus - QdS

Il settore turistico siciliano in terapia intensiva. Anche l’economia è infettata dal coronavirus

Paola Giordano

Il settore turistico siciliano in terapia intensiva. Anche l’economia è infettata dal coronavirus

sabato 14 Marzo 2020

Le istituzioni intervengano con provvedimenti straordinari a sostegno delle attività più colpite dall’emergenza. Dopo lo stop al Mandorlo in Fiore, Agrigento invoca nuovi investimenti. A Taormina attiva un’unità di crisi per favorire un rilancio immediato

PALERMO – In un’Isola, come la nostra, che offre insieme sole e cielo, mare e montagna, arte e cultura, la conta dei danni causati dal diffondersi del Coronavirus non è ancora definitiva ma è già pesantissima. Non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche per i risvolti economici di ciò che questa crisi ha provocato. Basti pensare al settore turistico, probabilmente quello che per primo è stato investito dalla bomba Covid-19, la cui tenuta è adesso a rischio.

Nella giornata di ieri, anche a seguito dei Dpcm e delle restrizioni che hanno interessato il Paese nel corso dell’ultima settimana, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Consorzio turistico hanno anticipato la chiusura dei primi alberghi a Palermo e Agrigento. Certificando quello che potrebbe rappresentare l’inizio di un tracollo senza precedenti.

A confermarlo sono i numeri: solo a Palermo, nella prima settimana di marzo – quando ancora cioè non erano state introdotte dal Governo Conte le misure straordinarie in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica sull’intero territorio nazionale – si sono registrati, secondo Federalberghi Palermo, due milioni di euro di danni per le cancellazioni. E i milioni di euro di danni salgono a cinque se si guarda all’intera provincia.

Un trend che accomuna l’intera regione: “Assistiamo a una brusca frenata delle prenotazioni e alla cancellazione di alcune serie di gruppi e prenotazioni individuali – affermava Christian Del Bono, presidente di Federalberghi delle Eolie e delle isole di Sicilia già qualche giorno prima dei Dpcm del 9 e dell’11 marzo – soprattutto da parte della clientela straniera”.

Un effetto domino che non ha risparmiato neanche le attività ricettive extralberghiere: “Abbiamo registrato per tutto il comparto dell’extra – dice Francesco Ponte coordinatore Federalberghi Extra – la quasi totale cancellazione di tutte le prenotazioni per i mesi di marzo e aprile”.

Nell’agrigentino l’Osservatorio provinciale del turismo ha precisato che nel mese di febbraio i dati, seppure meno completi del passato, rilevano soltanto nella città di Agrigento circa il 35% di perdita delle presenze rispetto all’anno passato, che arrivano al 45% se si confrontano i dati dell’ultima decade del mese in corrispondenza dell’avvio dell’epidemia in Italia. Proprio nell’antica Girgenti si è registrata la cancellazione della Festa del Mandorlo in Fiore 2020, prevista dal 28 febbraio all’8 marzo. Decisione “sofferta ma di buon senso” per usare le parole di Firetto, arrivata alla fine di un vertice tenutosi in Prefettura, tra il prefetto Dario Caputo, i massimi rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale, il sindaco Lillo Firetto e i comandanti delle Forze dell’ordine.

Di fronte a uno scenario così sconfortante, ci si è già iniziati a ingegnare per arginare la crisi del settore. Se collegandosi al sito ufficiale del Teatro Massimo di Palermo si può assistere da casa ad alcuni tra gli spettacoli e i concerti più belli prodotti negli ultimi anni, anche il Teatro Biondo va in scena a porte chiuse ma in diretta streaming.

Sempre dal capoluogo di regione, poi, è arrivata la notizia della costituzione di un Network della comunicazione tra istituzioni, filiere produttive e territori d’eccellenza, che si pone come obiettivo quello di mettere in piedi una strategia comune per rimodulare contenuti e programmi, rafforzare l’immagine della Sicilia e la sua capacità di reazione alla gravissima crisi.

“Un evento storico per la Sicilia – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – per obiettivi e capacità di imprimere, anche in questa difficile circostanza, un approccio condiviso che guarda all’innovazione ed esercita concretamente il rapporto di sinergia tra pubblico e privato. Il compito è impegnativo ma la risposta dai territori e dalle forze economiche esprime una convinta adesione”.

In pratica si è di fronte al primo Network tra pubblico e privato che affronta i temi della comunicazione e dell’informazione nel contesto di grave crisi determinato dal nuovo Coronavirus. Con un primo incontro lo scorso weekend – per gran parte dei partecipanti realizzato con collegamenti digitali al sistema telematico del Comune per via delle note restrizioni di assembramenti – si è dato un segnale importante, forse atteso da migliaia di operatori economici, del terziario e dei servizi presenti in regione, perché quanto realizzato di positivo per l’immagine e la comunicazione di Palermo e della Sicilia in Italia e nel mondo non si arresti, anzi sappia adottare le scelte più opportune per reagire e rilanciare. Il nuovo Network vuole anche rimodulare con tempestività e in maniera coordinata il calendario di iniziative ed eventi in tutto il territorio siciliano, rimodellando e riprogrammando tutto su scenari che mutano di giorno in giorno e che devono essere integrati e condivisi con soggetti e territori. Il passo successivo sarà avviare un confronto con i sindaci per valutare l’utilizzo di questa metodologia partecipativa anche in altre realtà territoriali e per il confronto con le realtà produttive sulla gestione di questa emergenza.

Le preoccupazioni degli operatori del settore per le sorti di uno dei comparti di punta della nostra Regione, però, restano: “La nostra preoccupazione – ha aggiunto Ponte (Federalberghi Extra) – è che il settore turismo possa non essere considerato a parità di emergenza con la sanità e la scuola. Se fosse così è imminente la fine delle piccole e medie attività”.

Occorrerà dunque scuotere il comparto con interventi straordinari: sole e cielo, mare e montagna, arte e cultura continueranno a essere sì utili ma potrebbero non bastare a risollevarci.



Dopo lo stop al Mandorlo in Fiore, Agrigento invoca nuovi investimenti

AGRIGENTO – La Città dei Templi ha dovuto rinunciare a quello che probabilmente è l’appuntamento più importante del proprio cartellone turistico: la Sagra del Mandorlo in Fiore. Lo stop ha provocato la cancellazione centinaia di prenotazioni – non soltanto turisti, ma anche gruppi folkloristici legati all’evento – e ripercussioni anche su ristorazione e commercio.

Lo stop alla manifestazione – che si sarebbe dovuta svolgere dal 28 febbraio all’8 marzo – è stata decisa all’unanimità dal sindaco Calogero Firetto e dai vertici del Parco archeologico Valle dei Templi, anticipando di fatto la chiusura totale di Musei, Parchi e Gallerie d’arte. “Abbiamo registrato – ha spiegato il presidente di Confcommercio di Agrigento, Francesco Picarella – l’80% di fatturato in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

In Comune il sindaco Lillo Firetto ha incontrato gli operatori del turismo per raccogliere le voci di questa crisi e farsi portavoce con il Governo di interventi calibrati ed efficaci. “È ben noto – ha detto il primo cittadino – lo sforzo titanico compiuto da istituzioni e imprese per risollevare un territorio depresso come quello agrigentino. Ora è indispensabile il rafforzamento degli strumenti e delle disponibilità finanziarie per sostenere nuovi investimenti locali, in aggiunta agli impegni già in corso. Si tenga conto delle pesanti conseguenze delle minori entrate, in particolare dal turismo, e si valuti per i Comuni una maggiore flessibilità e l’allentamento di vincoli nell’utilizzo delle risorse finanziarie”.

Fra le istanze inoltrate al sindaco Lillo Firetto, c’è quella di poter usufruire delle somme derivanti dalla Tassa di soggiorno, risorse che però, almeno in parte, sarebbero vincolati dalla burocrazia. Nel frattempo “come Anci – ha concluso il sindaco della Città dei Templi – abbiamo proposto al Governo uno spostamento delle rate di pagamento per i vari tributi. Per quanto riguarda invece la Tari, proporrò al Consiglio comunale lo slittamento di tutte le rate, a partire dalle bollette che già sono arrivate nelle case degli agrigentini”.

Irene Misilenda



A Taormina attiva un’unità di crisi per favorire un rilancio immediato

TAORMINA (ME) – Anche nella capitale del turismo siciliano l’allarme Coronavirus e i provvedimenti presi per contenere l’epidemia hanno avuto un impatto devastante sull’economia locale, anche perché i primi due mesi dell’anno avevano fatto segnare un aumento di visitatori rispetto allo stesso periodo del 2019 (solo a febbraio +20%).

Anche il sindaco, Mario Bolognari, dovendosi adeguare agli ultimi Decreti del premier Conte, ha disposto la chiusura dei musei e di qualsiasi centro di aggregazione sociale, sospendendo tutti gli eventi in programma e ricordato le norme che limitano la circolazione dei cittadini e le attività commerciali. Il Comune sta continuando a garantire comunque, tramite i propri uffici, l’espletamento dei servizi essenziali.

“Purtroppo – ha detto il primo cittadino – stiamo vivendo una delle crisi più gravi della storia, anche per la nostra città. Le restrizioni imposte hanno compromesso la stagione che stava per iniziare”.

Allo stato attuale, l’Amministrazione non è in grado di valutare gli effetti sull’economia a lungo termine, ma gli albergatori stanno già facendo la conta delle cancellazioni e si trovano costretti a posticipare di almeno un mese l’apertura delle strutture ricettive. “Abbiamo istituito – ha spiegato il sindaco – un’unità di crisi con tutte le parti sociali, per preparare il rilancio che dovrà avvenire subito dopo la chiusura di questa pagina nera, puntando sull’immagine culturale di Taormina”. Al momento rimangono, infatti, confermate tutte le più importanti manifestazioni estive: dal Taobuk (18-22 giugno) al FilmFestival (28 giugno-4 luglio), passando per tutti gli altri appuntamenti di TaorminaArte, in scena al Teatro Antico.

Unico settore su cui si conferma il blocco è quello dei congressi, dove comunque l’Amministrazione pensa che si possa “ripartire alla grande attraverso una gestione privata del Palazzo dei Congressi”. Il bando di affidamento, che potrà finalmente rilanciare l’edificio rimesso a nuovo per il G7 del 2017 e valutato 15 milioni di euro, è in dirittura d’arrivo. Il Comune si impegnerà in tempo a completare gli ultimi lavori di agibilità, grazie a un finanziamento da 230 mila euro. “Siamo fiduciosi – ha concluso Bolognari – che Taormina e i suoi abitanti supereranno la crisi con la professionalità, il lavoro e la creatività di cui sempre hanno dato prova”.

Massimo Mobilia

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