Il turismo siciliano non riesce a spiccare il volo - QdS

Il turismo siciliano non riesce a spiccare il volo

Michele Giuliano

Il turismo siciliano non riesce a spiccare il volo

martedì 30 Luglio 2019

Pubblicato dall'Osservatorio turistico il Ptstr: individuati i punti deboli su cui intervenire per il quinquennio 2019/2023. Per aiutare l’intero settore a decollare è necessario ridurre la frammentazione dell’attività ricettiva

PALERMO – Il turismo siciliano rimane ancora troppo con i piedi per terra e non riesce a spiccare il volo. I motivi sono stati riassunti nel Piano Strategico Regionale di Sviluppo Turistico (Psrst), che ha individuato il complesso percorso per attuare l’agenda delle riforme, per il quinquennio 2019/2023, necessario per pervenire ad un approccio trasversale, nel quale lo scopo delle istituzioni è raggiungere un sempre maggiore coordinamento tra i Dipartimenti della Regione Siciliana e tra questi e gli enti locali e le imprese.

Il Piano si articola in obiettivi generali, strategici e specifici: gli obiettivi generali sono le finalità dell’azione pubblica di partecipazione comune a tutti i portatori di interesse nel settore turistico; gli obiettivi strategici quelli che si prefiggono di incidere sui fattori di competitività, come l’accessibilità, l’attrattività, la visibilità che le politiche pubbliche intendono rafforzare. Questi stessi obiettivi sono ripresi nel Programma Triennale di Sviluppo Turistico Regionale (Ptstr) che li affronta in un orizzonte temporale più ristretto. E per aiutare il settore a decollare, è necessario, innanzitutto, ridurre la frammentazione del settore ricettivo.

Le piccole dimensioni di imprese e strutture sono il principale freno alle ambizioni di crescita del turismo siciliano. Pertanto, la presenza di un’industria turistica basata su un nucleo consistente di imprese medie e hotel di medie-grandi dimensioni, così come di reti di piccole imprese davvero operative ed efficienti, è considerata una pre-condizione per rafforzare la competitività del sistema turistico siciliano, perché, innanzitutto, è più facile accedere alla grande distribuzione internazionale e, di conseguenza, è più probabile un aumento dei collegamenti aerei “point to point”, soprattutto low cost.

In secondo luogo, si crea il contesto adatto per favorire investimenti e innovazione non solo dal punto di vista strutturale, ma anche nei processi “produttivi”. Altro elemento imprescindibile è il miglioramento della mobilità interna: se non si migliora sullo stato complessivo della mobilità locale, soprattutto la qualità e la sicurezza delle strade, non sarà possibile valorizzare le aree turistiche interne, in primo luogo i borghi. Sul fronte della promozione, il Piano sottolinea come sia necessario incrementare la visibilità dell’offerta commerciale del turismo siciliano, che comprende anche le informazioni e la vendita di biglietti di accesso ai siti culturali e agli eventi, di qualsiasi natura, che si svolgono nel territorio siciliano. Sempre sullo stesso fronte, è necessario rafforzare i punti forti del brand Sicilia, ciò che lo rende riconoscibile e unico, e lo riporta alla mente di chi voglia fare un certo tipo di viaggio.

Rafforzare la salienza del brand vuol dire incrementare la probabilità di essere scelti come luogo di vacanza. Andando più sul pratico, è importante migliorare le condizioni e gli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale, che, vista la loro localizzazione, sono necessari anche per rendere più efficace e risolutivo il contributo del turismo all’intero sistema economico delle aree interne.

Lo stesso principio vale in generale anche per le aree di attrazione già ritenute rilevanti, perché possono fare da traino per gli altri luoghi limitrofi, e solo rendendo le attrattive isolane fruibili senza difficoltà si potrà trasformare una vacanza in una esperienza da ricordare, condividere e consigliare ad altri.

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