In forte crescita il consumo di prodotti bio - QdS

In forte crescita il consumo di prodotti bio

Marco Carlino

In forte crescita il consumo di prodotti bio

giovedì 12 Settembre 2019

Indagine Coldiretti/Ixe: due italiani su tre li mettono regolarmente nel carrello della spesa. Raggiunto nel 2018 il valore di 3,6 miliardi con un aumento del 178% rispetto all’anno passato

CATANIA – Boom del bio sui carrelli della spesa degli italiani. Secondo quanto emerso da un’indagine condotta da Coldiretti/Ixe , presentata in occasione del Sana di Bologna, il Salone internazionale del biologico e del naturale, quasi due italiani su tre (64%) acquistano prodotti alimentari biologici regolarmente (22%) o occasionalmente (42%) con una tendenza che si è costantemente rafforzata nel tempo.

Nel dettaglio i consumi di prodotti biologici degli italiani hanno raggiunto nel 2018 il valore di 3,6 miliardi con un aumento del 178% nel corso dell’ultimo anno, ma la tendenza positiva continua anche nel 2019 con le vendite nella grande distribuzione organizzata in aumento del 5% nel primo semestre secondo Nomisma.

Il 59% degli italiani, secondo lo studio, ha fatto la spesa almeno una volta al mese nell’ultimo anno in frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti.

Inoltre c’è anche un 33% che si impegna con i propri comportamenti di acquisto a sostenere la biodiversità, per salvare prodotti a rischio di estinzione.

Grazie a questa speciale attenzione la nostra agricoltura può considerarsi la più green d’Europa con l’Italia che può vantare di essere l’unico Paese al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ed ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. Da registrare anche la leadership europea nel numero di imprese che coltivano biologico con quasi 79 mila operatori coinvolti e circa due milioni di terreno coltivati.

Coldiretti ha specificato anche l’incidenza della superficie biologica in Italia, la quale ha raggiunto lo scorso anno il 15,5% di quella totale nazionale, posizionando il Belpaese al di sopra della media dell’Unione Europea. A questo si aggiunge anche il primato mondiale (traguardo raggiunto in pochi anni) nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con propria insegna del mondo grazie soprattutto alla Fondazione Campagna Amica, alla quale fanno riferimento circa otto mila agricoltori.

Nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica si possono trovare prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.

La vasta offerta di opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione è sicuramente riconducibile all’azione di recupero della biodiversità condotta dai mercati degli agricoltori.

Un occhio anche alla solidarietà e all’educazione dei più giovani con i prodotti salvati dalle scosse nelle aziende terremotate, le fattorie sociali, i laboratori didattici per i bambini e all’orto biologico, sinergico e biodinamico per educare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e all’importanza di una equilibrata e sana alimentazione.

“La spinta verso la sostenibilità dell’agricoltura italiana non ha solo un valore ambientale ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni Made in Italy”, così ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità e affrontare così il mercato globalizzato” – ha poi concluso.

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