La nuova alba delle imprese artigiane in Sicilia - QdS

La nuova alba delle imprese artigiane in Sicilia

Michele Giuliano

La nuova alba delle imprese artigiane in Sicilia

venerdì 10 Maggio 2019

L’elaborazione dell’Osservatorio economico di Confartigianato conferma una ripresa che fa ben sperare per il futuro. Oltre 1.500 le nuove aperture nel 2018, con Catania che fa la parte del leone.

PALERMO – L’economia siciliana riparte dall’artigianato. Il 2018 è stato un anno d’oro per la Sicilia: circa 1.500 nuove imprese in tutta l’Isola. I dati sono elaborati dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia: a farla da padrone la provincia di Catania, con il maggior numero di nuove imprese artigiane, ben 510, il 32,4% del totale registrato in Sicilia. Seguono il capoluogo, con 293 imprese, e Messina con 177 nuove attività nel settore. Subito dietro in questa classifica ci sono Ragusa con 170 nuove aziende (10,8%), Trapani con 127 (8,1%) e Siracusa dove ne sono state aperte 12 (7,7%).

Il tasso di natalità più elevato e superiore alla media (2,2%) si rileva a Catania (3,1%) e a Ragusa (2,7%). Altro elemento da rilevare, il 37,6% delle 1.573 nuove imprese sono gestite da under 35, il 15,9% sono gestite da donne e il 6,1% da stranieri.

Nonostante l’anno sia da considerare assolutamente positivo, rispetto a cinque anni prima (2014) l’artigianato registra 523 iscrizioni in meno, e in particolare cala la quota di nuove imprese gestite da giovani che passa dal 46,9% al 37,6%.

“È sicuramente un dato – dice Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Imprese Sicilia – che ci conforta sapere che in un anno hanno avviato l’attività oltre 1.500 imprese artigiane”. È un dato positivo in un momento in cui sicuramente occorre una maggiore attenzione da parte della politica per favorire lo sviluppo dell’artigianato nella nostra Sicilia.

“Esiste e non possiamo non tenerne conto – dice ancora Pezzati – una forte difficoltà da parte delle imprese, il superamento della quale richiede specifiche politiche di accompagnamento sia a livello nazionale che a livello locale per ridurre progressivamente ostacoli e divari tra nord e sud del Paese. Il corretto ruolo dei soggetti pubblici rappresenta la chiave di volta e la validità della sinergia tra pubblico e privato per allinearsi ai grandi paesi europei e sulla capacità di finanziare le startup”.

Insomma, per riuscire ad aiutare gli artigiani siciliani occorre partire dalla consapevolezza che l’artigianato e le micro e piccole imprese hanno esigenze diverse rispetto alle grandi imprese, e sviluppare una politica di interventi che ‘pensi innanzitutto al piccolo’, first small, come vuole l’Europa nello ‘Small business act’. Solo rispettando la natura del mercato e la sua specificità si può veramente pensare ad una ripresa, e in Sicilia la rete di piccoli produttori, che lavorano in collaborazione per un prodotto che sia di qualità e competitivo, è la prospettiva che a lungo termine può portare ad una vera ripresa del mercato e dell’economia isolana.

I settori di attività più prolifici sono quelli dei lavori di costruzione specializzati (con 469 nuove iscrizioni), le costruzione di edifici (186), altre attività di servizi per la persona (139). Ancora, le attività di servizi per edifici e paesaggio (107), il commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli (77), il trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (74), le attività dei servizi di ristorazione (70), la fabbricazione di prodotti in metallo (69), le industrie alimentari (65) e altre attività professionali, scientifiche e tecniche (44).

Tra questi si rileva una quota rilevante di nuove nate “capitanate” da under 35 nelle attività dei servizi di ristorazione (58,6%); altre attività di servizi per la persona (51,8%); Attività di servizi per edifici e paesaggio (49,5%); altre attività professionali, scientifiche e tecniche (45,5%).

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