Lega: il sottosegretario Siri è indagato per corruzione - QdS

Lega: il sottosegretario Siri è indagato per corruzione

admin@admin.com

Lega: il sottosegretario Siri è indagato per corruzione

giovedì 18 Aprile 2019

Dalla Dia di Palermo in un'inchiesta sulle pale eoliche. Denaro per modificare il Def. La norma mai approvata."Sono tranquillo e a disposizione". Ma i grillini Di Maio e Morra ne chiedono le dimissioni

Dopo i 49 milioni di euro da restituire agli italiani e l’incidente diplomatico tra Salvini e il Ministero della Difesa, un’altra tegola sulla Lega Nord: il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri, 47 anni, è indagato per corruzione insieme con altre nove persone, nell’ambito di una inchiesta della Dia coordinata dalla Dda di Palermo e di Roma su presunte irregolarità nel settore dell’eolico. E il M5s ne ha chiesto le dimissioni.

“Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimettesse. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita” ha detto il vicepremier grillino Luigi Di Maio.

E il compagno di partito Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha affermato: “La richiesta di dimissioni avanzata da Di Maio mi trova pienamente concorde: il presunto legame con Vito Nicastri è un’ombra pesante perché è l’imprenditore che risulta aver coperto e finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro”.

“È lapalissiano – ha aggiunto Morra – questo filo che lega mafia e palazzi e ribadisco che, se accertato, risulterebbe di una gravità senza precedenti. Proprio ieri la Commissione ha trasmesso il nuovo Codice di autoregolamentazione, e a mio avviso è doveroso che la politica si ponga la questione morale anticipando codici o leggi. Ora è il momento di lasciar lavorare serenamente la magistratura che deve sentire la vicinanza e il sostengo di tutte le istituzioni e delle forze politiche”.

I magistrati di Palermo hanno inviato gli atti, per competenza, ai colleghi di Roma, mentre a Palermo sono in corso perquisizioni negli uffici degli assessorati regionali siciliani all’Energia e all’Ambiente.

L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guodo e da quello di Roma Paolo Ielo. L’ipotesi dei pm è uno scambio di favori con un imprenditore nel settore dell’eolico.

Siri, tramite il prof. Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia responsabile del programma della Lega sull’Ambiente, avrebbe ricevuto denaro – trentamila euro – per modificare un norma da inserire nel Def 2018 che avrebbe favorito l’erogazione di contributi per le imprese che operano nelle energie rinnovabili. Norma mai approvata, però.

Siri avrebbe ricevuto il denaro a casa del professore che sarebbe stato un suo grande sponsor nella politica.

L’emendamento caldeggiato avrebbe dovuto fare retroagire i finanziamenti stanziati per le rinnovabili alla data di costituzione di una delle società di Nicastri che avrebbe potuto così beneficiarne.

Parallelamente all’indagine romana la Procura di Palermo ha ricostruito un giro di tangenti alla Regione siciliana per favorire Nicastri nell’ottenimento di alcune concessioni.

Nell’inchiesta romana è coinvolto anche Arata, che risponde di concorso in corruzione. Il professore è indagato anche a Palermo nel filone principale dell’inchiesta per corruzione e intestazione fittizia di beni: secondo i pm siciliani sarebbe stato in affari con l’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri, tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

Per i magistrati però Siri non sarebbe stato a conoscenza dei legami tra l’imprenditore mafioso e l’ex parlamentare.

Armando Siri è stato nominato responsabile economico e della formazione del Movimento “Noi con Salvini”. E’ autore della proposta di legge per l’introduzione della flat tax.

Candidato alle ultime politiche con la Lega, al Senato, è stato eletto nel collegio dell’Emilia-Romagna.

Nel Governo Conte è sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

“Io indagato? Non ne sono niente – ha detto Siri – e non so se ridere o piangere. Io non mi sono mai occupato di eolico in tutta la mia vita. Sono senza parole”.

“Non so assolutamente – ha aggiunto Siri – chi sia questo imprenditore coinvolto (Vito Nicastri ndr), non mi sono mai occupato di energia e non davvero chi sia questa persona, credo che si tratti di un errore di persona”. Siri, che non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia, chiede di “avere al più presto notizie su questa indagine”.

“Sicuramente – ha aggiunto – non c’entro niente con vicende che possano avere risvolti penali. Mi sono sempre comportato nel rispetto delle leggi. Sono tranquillo”.

“Non so proprio – ha concluso il sottosegretario della Lega Nord – di cosa si tratti. Io sono qua a disposizione e non ho nessun problema. Comunque sono davvero allibito. Chiederò di essere sentito, devo leggere queste carte e chiamare un avvocato. Dovrò attrezzarmi e vedere cosa succede…”.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017