Licata, paladino antiabusivismo messo a riposo - QdS

Licata, paladino antiabusivismo messo a riposo

redazione

Licata, paladino antiabusivismo messo a riposo

mercoledì 04 Settembre 2019

Nel Comune dell'Agrigentino due anni fa era stato sfiduciato proprio per la sua attività contro gli abusivi il sindaco Cambiano. L'assessore regionale Bernadette Grasso, "valuteremo gli atti per inviare degli ispettori"

Sfiduciato due anni fa il sindaco Angelo Cambiano, la stagione anti abusivismo a Licata, città di quarantamila abitanti sulla costa dell’Agrigentino, aveva ancora un rappresentante, l’ingegner Vincenzo Ortega, che come l’ex primo cittadino ha subito intimidazioni ed è sotto scorta.

La nuova amministrazione comunale, in carica da giugno dello scorso anno e guidata da Giuseppe Galanti, ha pensato di mettere a riposo forzato il dirigente, garantendogli per due anni – a partire da oggi – l’80% dello stipendio.

Scaduto questo periodo, durante il quale il burocrate rimarrà genericamente a disposizione dell’amministrazione, Ortega sarà licenziato.

L’iniziativa della giunta è stata approvata dal Consiglio comunale e si rifà al decreto legislativo 165 del 2001, spiega il sindaco Giuseppe Galanti.

“Ortega – aggiunge – era rimasto l’unico dirigente in pianta organica. Tutti i dipartimenti erano affidati a lui e non potevo permettere che un solo uomo fosse al comando della burocrazia comunale”.

La Regione siciliana, però, vuole vederci chiaro e, appresa la notizia, l’assessore agli Enti locali Bernadette Grasso ha chiesto gli atti per decidere se mandare gli ispettori al Comune di Licata.

Ma la vicenda quasi certamente finirà in tribunale: l’ingegner Ortega, infatti, non ci sta a farsi mettere da parte in questo modo e annuncia che ricorrerà alla magistratura ordinaria.

“Ho dedicato la mia vita professionale al Comune – ha detto il dirigente – Ho lavorato con impegno e dedizione. Chi fa, nella Pubblica amministrazione può trovarsi a inciampare in procedimenti penali, ma tutti i giudizi in cui sono stato coinvolto, finora sono stati tutti a mio favore. Chi non fa, non si troverà mai a subire procedimenti”.

All’ingegnere hanno incendiato la macchina, avvelenato i cani e tutt’ora è sotto scorta.

All’ex sindaco Cambiano, che quando fu eletto aveva 33 anni e rimase in carica per 25 mesi, bruciarono due case di famiglia, tanto che l’allora ministro degli Esteri Angelino Alfano, agrigentino, si precipitò a Licata e il 9 maggio 2017 (tre mesi prima che il capo dell’amministrazione fosse sfiduciato dal Consiglio, su richiesta di 16 consiglieri che in aula trovarono altri 5 alleati) disse in municipio che bisognava dire “basta alla politica che coccola gli abusivi”.

Tra i consiglieri che silurarono Cambiano – come fece notare a caldo il sindaco – c’erano anche gli uomini del partito di Alfano.

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