Liste d’attesa, in Sicilia trasparenza ancora lontana - QdS

Liste d’attesa, in Sicilia trasparenza ancora lontana

Andrea Carlino

Liste d’attesa, in Sicilia trasparenza ancora lontana

giovedì 23 Maggio 2019

Secondo il Rapporto Gimbe c'è la prenotazione sui siti delle Asp ma nessuna aggregazione dei dati. E le informazioni disponibili su tempi e disponibilità sono eterogenee e frammentarie

PALERMO – Per le liste d’attesa la strada è ancora lunga: l’obiettivo, ambizioso, del ministero della Salute, sarebbe quello di dare informazioni precise e puntuali sui tempi d’attesa, ma in base al report della Fondazione Gimbe questo sarebbe molto lontano dalla sua realizzazione.

Solo 9 regioni (Provincia autonoma di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta) hanno predisposto il portale interattivo “ma nessuna fornisce informazioni sia sul rispetto dei tempi massimi di attesa e sia, per ciascuna prestazione, l’indicazione della prima disponibilità per il cittadino”.

C’è poi un altro gruppo di otto regioni che fornisce informazioni e dati ma non aggiornati (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) e rendono disponibili solo l’archivio storico con dati, range temporali e frequenza di aggiornamento estremamente variabili. Ci sono poi tre Regioni (Campania, Sicilia, Umbria) che rimandano ai siti web delle aziende sanitarie senza effettuare alcuna aggregazione dei dati. E una, la Calabria, non fornisce alcuna informazione sui tempi di attesa.

Solo 49/269 (18%) delle Aziende sanitarie rende disponibile il piano attuativo aziendale; la rendicontazione pubblica sui tempi di attesa è disponibile per l’83% delle aziende sanitarie, sul proprio sito o rimandando a quello della Regione, ma le informazioni disponibili sono eterogenee e frammentate rispetto alla potenziale utilità per gli utenti.

Il rapporto Gimbe fotografa la situazione quando è entrato il nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (Pngla) siglato da Ministero della Salute e Regioni lo scorso febbraio. La Sicilia, a fine aprile, ha recepito il piano nazionale rielaborandolo per la propria realtà.

Si tratta di un accordo importante perché con varie misure di controllo, di trasparenza e di penalizzazione si tende ad assicurare le prestazioni ai cittadini in tempi certi. Il piano nazionale sulle liste di attesa contiene 58 prestazioni che devono essere eseguite entro certi limiti rispetto alla richiesta.

Il piano rimarca l’obbligo di indicare chiaramente su tutte le prescrizioni il quesito diagnostico e, per le prestazioni in primo accesso, la classe di priorità.

Al momento dell’inserimento in lista di attesa, devono essere comunicate al cittadino informazioni sul ricovero, sulla classe di priorità e i relativi tempi massimi di attesa, oltre alle indicazioni organizzative previste. Il paziente può chiedere di prendere visione della sua posizione nella lista di attesa per il ricovero facendone opportuna richiesta alla direzione sanitaria. Al momento della prenotazione verrà indicata la prima data utile: in caso di rifiuto della prima proposta, il cittadino esce dall’ambito di garanzia del rispetto dei tempi di attesa previsto dalla classe di priorità assegnata. Qualora il cittadino desideri procedere con una prenotazione presso una struttura sanitaria specifica, i tempi di attesa potrebbero essere più lunghi di quelli previsti.

Da sottolineare, infine, che, per l’attivazione di interventi volti a ridurre i tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, nella Legge di Bilancio 2019 è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l’anno 2019 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.
Le risorse sono ripartite in favore delle Regioni secondo modalità individuate con decreto del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze.

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