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Mafia, Bonura, fedelissimo di Provenzano, torna in carcere

redazione web

Mafia, Bonura, fedelissimo di Provenzano, torna in carcere

mercoledì 20 Maggio 2020

Dietro le sbarre è stato riportato anche Franco Cataldo, tra i sequestratori del piccolo Di Matteo. Intanto il Senato ha bocciato le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti del Ministro della Giustizia

La scarcerazione di Francesco Bonura, fedelissimo di Bernardo Provenzano, aveva aperto un caso e scatenato le polemiche che hanno portato alla mozione di sfiducia nei confronti del ministro Bonafede che ha messo alla prova il Governo Conte.

Oggi infatti in Senato sono state votate due mozioni di sfiducia contro il Guardasigilli, entrambe respinte. Una era stata presentata da Più Europa e contestava l’inadeguatezza in senso garantista di Bonafede, l’altra, del centrodestra, seguita alle polemiche sulle scarcerazioni.

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Bonura, Zagaria, Cutolo e Santapaola

Ma torniamo a Bonura: il suo nome era in cima a una lista di detenuti per mafia che erano stati mandati ai domiciliari o stavano per esserlo per gravi problemi di salute aggravati dal rischio del coronavirus.

Con Bonura era stato scarcerato anche il camorrista Pasquale Zagaria. E lo stesso destino si aspettavano boss come Raffaele Cutolo e Nitto Santapaola. Ma nessuno di loro tornerà in libertà e chi era già fuori tornerà in cella.

Per Zagaria il giudice di sorveglianza deciderà il 22. Per Bonura invece il provvedimento è di ieri sera e ha effetti immediati.

Le scarcerazioni dei condannati per mafia sono al centro di una polemica dalla quale è scaturito il decreto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che detta nuove regole sulle scarcerazioni per motivi di salute. “Un segnale ai boss”, insomma.

Una norma del provvedimento attribuisce al Dap il potere di segnalare ai magistrati di sorveglianza le soluzioni sanitarie più idonee per consentire il rientro dei detenuti scarcerati.

La polemica di Di Matteo montata dopo una trasmissione tv

Tra questi interventi, due fatti: il cambio al vertice del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria con Dino Petralia (e il suo vice Roberto Tartaglia) al posto di Francesco Basentini e lo scontro aperto dalle dichiarazioni del magistrato Nino Di Matteo il quale, durante una trasmissione televisiva, ha sostenuto che il ministro Bonafede gli aveva annunciato già due anni fa la nomina di capo del Dap ma poi aveva cambiato idea per pressioni esterne.

Proprio in quei giorni, ha ricordato Di Matteo, cominciavano a circolare intercettazioni nelle carceri nelle quali alcuni detenuti pericolosi esprimevano giudizi pesanti proprio su Di Matteo e apparivano preoccupati che fosse lui a occuparsi della gestione dei penitenziari.

“Nessuna interferenza, nessuna pressione”, aveva replicato secco il Guardasigilli.

Tra le polemiche culminate con la presentazione della sfiducia a Bonafede da parte della destra, è arrivato il dieci maggio il decreto del ministro che sulle scarcerazioni di detenuti sottoposti al regime di massima o di alta sicurezza ha aperto un “nuovo corso”, anche al Dap.

Ora il giudice di sorveglianza dovrà acquisire il parere del procuratore antimafia e valutare la “permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile”.

Le nuove disposizioni riportano in carcere molti detenuti scarcerati

Sarà in sostanza compiuto un monitoraggio e una rivisitazione che prima non c’era.

Le nuove disposizioni riportano in carcere o nelle strutture sanitarie attrezzate molti dei detenuti che erano stati scarcerati e messi ai domiciliari. E fanno restare in cella quelli che pensavano di utilizzare la minaccia del virus per lasciare gli istituti di pena.

Il caso di Francesco Bonura

E’ questo il caso di Francesco Bonura, che sta scontando una condanna a vent’anni ormai vicina alla conclusione ed è affetto da patologie oncologiche.

Ma il riesame ha cambiato il quadro clinico.

“Gli esami di rivalutazione – scrive il giudice di sorveglianza Gloria Gambitta – eseguiti durante la degenza non hanno evidenziato alcuna recidiva o ripresa di malattia oncologica”.

E quindi “è cambiata l’incidenza del virus sul quadro clinico” di Bonura. Per questo il boss torna in carcere.

Il suo nome figurava già in testa alla lista delle revisioni preparata dal vice capo del Dap, Roberto Tartaglia.

Torna in carcere Cataldo, sequestratore del piccolo Di Matteo

Franco Cataldo, 85 anni, condannato all’ergastolo per concorso nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo è tornato in carcere dopo esser a stato posto ai domiciliari nella sua abitazione di Geraci Siculo.

I Carabinieri, in esecuzione di un provvedimento della Corte d’appello di Palermo, lo hanno condotto nel carcere Lorusso Pagliarelli, da dove sarà successivamente trasferito in quello di Opera dove stava scontando la pena.

Cataldo era stato arrestato con diversi altri mafiosi dopo la scoperta del bunker sotterraneo, in un casolare di San Giuseppe Jato, dove era stato segregato nell’ultimo periodo il figlio del pentito Santino Di Matteo, prima di essere strangolato e sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca.

Secondo l’accusa uno dei covi utilizzati per nascondere il bambino sarebbe stata una masseria di proprietà di Cataldo.

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