Marcia sblocca cantieri, Faraone a piedi da Ragusa a Catania - QdS

Marcia sblocca cantieri, Faraone a piedi da Ragusa a Catania

Raffaella Pessina

Marcia sblocca cantieri, Faraone a piedi da Ragusa a Catania

lunedì 15 Luglio 2019

No a project financing, il governo Lega-M5s vuole progetto pubblico. Il segretario del Pd Sicilia accompagnato dal deputato Ars Dipasquale

PALERMO – Non partono i cantieri in Sicilia per le opere infrastrutturali e il Partito democratico ha deciso di protestare contro il blocco delle opere. “Ci hanno lasciato a piedi – ha dichiarato il segretario regionale del Pd, Davide Faraone  – Dieci miliardi di opere bloccate, cantieri finanziati e mai aperti, infrastrutture strategiche che non partono per colpa di un governo nordista che pensa solo alla padania e con i cinque stelle che, nonostante in Sicilia e al Sud abbiano fatto il pieno di voti stanno zitti e mosca”.

Faraone ha annunciato così una serie di manifestazioni. “Noi non ci stiamo e, partendo da una infrastruttura simbolo, la Ragusa-Catania, vogliamo accendere i riflettori con la marcia sblocca cantieri”. Ieri Faraone, accompagnato dall’ex sindaco di Ragusa e oggi deputato regionale del Pd, Nello Dipasquale, è partito a piedi da Ragusa per raggiungere Catania. Novanta chilometri a piedi, da Ragusa a Catania, 24 ore di cammino con una sola sosta a Francofonte. è partito dalla stazione di servizio Lukoil di contrada Coffa e, dopo aver attraversato Licodia Eubea, è giunto a Francofonte. Oggi dopo aver percorso a piedi da Francofonte a  Lentini, Faraone si dirigerà  verso Catania, dove è prevista una conferenza stampa agli arrivi dell’aeroporto Catanese.

Anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, è tornato a parlare dello stallo sulla Ragusa-Catania e, in una intervista rilasciata al nostro quotidiano proprio qualche giorno fa, ha detto di essere impegnato giornalmente a dibattere sulla questione della viabilità in Sicilia. “In Sicilia abbiamo 16 mila km di strade provinciali. E le Province sono rimaste soltanto sulla carta. Nonostante questo, il mio Governo si è sostituito a esse e ha predisposto due Piani: uno per la manutenzione straordinaria di settanta strade per 100 mln di euro e uno per la manutenzione ordinaria di cento strade per 130 mln di euro. Alcuni di questi progetti sono già in gara, altri sono già cantieri. Il tutto finanziato con risorse dei Fondi nazionali Fsc”. Musumeci si lamenta della lentezza di Anas. “L’Anas è ormai diventato un pachiderma – ha detto il governatore –  incapace di far fronte alla gran mole di lavoro che ogni giorno si accumula. Senza dire che alcuni cantieri del Nord Italia di Anas durano un tempo ben preciso, ma non si capisce perché in Sicilia debbano durare anni. Si pensi per esempio al pilone del viadotto Himera sulla Catania-Palermo. Da cinque anni aspettiamo la riapertura, mentre a Genova si sta già ricostruendo il nuovo ponte, dopo il crollo del Morandi. A nulla sono valse le mie sollecitazioni al ministro Toninelli, che veniva in Sicilia per i sopralluoghi appena prima delle elezioni europee. Lo stesso dicasi per Rfi, che non apre da decenni, in Sicilia, un cantiere degno di questo nome”. Insomma nonostante il ministro Toninelli nelle sue visite in Sicilia abbia dichiarato di dover eliminare il gap che il Sud ha nei confronti del Nord Italia, tutto resta come prima.

Musumeci snocciola tutte le opere incompiute o mai iniziate: “la Nord-Sud, l’arteria che doveva collegare il Mar Tirreno con il canale di Sicilia, bloccata da cinque anni e nelle mani del Governo centrale; oppure la Ragusana (Catania-Ragusa). In questo caso, dopo che era stato trovato il concessionario cui far redigere un progetto sulla base di un accordo che poggiava su un’intesa pubblico-privato, è arrivato questo Governo e ha detto che si deve ricominciare d’accapo. Deve essere tutto pubblico, ma non dicono con quali risorse”, ha concluso Musumeci.

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