Messina, la Cittadella della cultura prende forma - QdS

Messina, la Cittadella della cultura prende forma

Lina Bruno

Messina, la Cittadella della cultura prende forma

giovedì 14 Maggio 2020

Dal Governo regionale il via libera alla riqualificazione dell’ex ospedale Regina Margherita. Il costo per l’operazione di adeguamento si aggira intorno ai trenta milioni di euro

MESSINA – Un passo decisivo verso la realizzazione della Cittadella della cultura. Con l’atto deliberativo del Governo regionale si avvia finalmente l’iter per la riqualificazione dei quattro padiglioni dell’ex ospedale Regina Margherita, che dovranno ospitare il Museo archeologico, il Museo del terremoto del 1908, la Biblioteca regionale e gli uffici della Soprintendenza per i Beni culturali.

Le procedure di gara per la realizzazione del progetto sono state affidate dal governatore Nello Musumeci al Dipartimento regionale Tecnico. Il costo preventivato dell’operazione è di 30 milioni di euro.

La battaglia per trasformare l’ex Margherita in polo culturale la iniziò e portò avanti il deputato regionale Giovanni Ardizzone, a partire da un Ordine del giorno approvato nel 2011 dall’Ars. L’esponente politico messinese propose quindi nel 2012 il vincolo culturale sulla struttura, dopo averne scongiurato la vendita, proposta dall’allora assessore alla Salute e continuò da presidente dell’Assemblea con l’emendamento che fece inserire nel decreto del 2015 che sanciva l’accorpamento Piemonte–Irccs.

“Ai fini della salvaguardia, della tutela e del recupero dell’immobile, sede dell’ex Ospedale Margherita, l’assessore regionale dei Beni culturali è autorizzato a disporre del bene per la realizzazione della Cittadella della cultura. Restano nella disponibilità della competente Asp solo i locali in atto utilizzati per fini sanitari”. Questo il contenuto del documento.

Poi le altre tappe. “Nel 2016 – ha spiegato il presidente Nello Musumeci – l’ex complesso ospedaliero era stato concesso in comodato d’uso per 99 anni dall’Asp provinciale alla Regione per essere riqualificato. Da allora, solo silenzio, mentre la costruzione di stile neoclassico degli anni trenta, progettata dall’ingegnere Adolfo Bianco, è andata sempre più in abbandono. Diamo, dunque, dignità a edifici di interesse storico che rappresenteranno la degna cornice per una serie di attività di grande interesse culturale. Un Polo capace di attrarre nuovi flussi turistici e di aumentare il prestigio di Messina, con la sua nobile e plurisecolare tradizione”.

La concessione pluriennale dovrebbe consentire all’assessorato dei Beni culturali di consolidare una serie di attività che verranno programmate dalle varie istituzioni cittadine con il coordinamento della Soprintendenza, che proprio nell’ex nosocomio avrà la sua nuova sede, come disposto dalla Legge regionale 24/2015, visto che da quasi quattro anni incombe sull’Ente uno sfratto esecutivo per cessata locazione dell’immobile di viale Boccetta. Anche dal punto di vista finanziario, come sottolineato da Musumeci, quella che si sta per avviare è un’operazione che avrà i suoi benefici. Sistemare definitivamente in un’unica area uffici, archivi e patrimonio librario significa risparmiare sui contratti di locazione oltre a dare finalmente una definitiva e razionale sede alla biblioteca regionale, da vent’anni distribuita in tre diversi edifici della città.

Il primo lotto di spesa di circa 5 mln di euro per la riqualificazione del padiglione sei doveva partire già due anni fa, ma è stato bloccato dalla presenza dei vigili del fuoco, che proprio lì hanno una sede distaccata. Così Soprintendenza e Regione siciliana hanno intrapreso un lungo iter amministrativo, risolto dalla Giunta regionale con la delibera n. 442 del 6/11/2018, che ha consentito il trasferimento dei fondi dal padiglione 6 al 10 dell’ex nosocomio, salvando il finanziamento.

Malgrado il percorso verso il Polo culturale, nell’ex ospedale Margherita, non si è mai smesso di fantasticare: una Cittadella universitaria, il secondo Palagiustizia di cui era già pronto un progetto, un centro riabilitativo, il ritorno a struttura ospedaliera e ancora prima un ipotetico passaggio nella disponibilità del patrimonio comunale. L’ultima idea è di marzo, quando era stata lanciata una petizione per farne una struttura attrezzata a fronteggiare in città, l’epidemia da Coronavirus.

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