Secondo Palagiustizia ancora in alto mare. Possibili novità entro la fine di settembre - QdS

Secondo Palagiustizia ancora in alto mare. Possibili novità entro la fine di settembre

Lina Bruno

Secondo Palagiustizia ancora in alto mare. Possibili novità entro la fine di settembre

giovedì 25 Luglio 2019

Nonostante siano passati già due anni, il protocollo d’intesa firmato nel 2017 è rimasto lettera morta. Si è tenuta nei giorni scorsi una prima riunione a Roma, già aggiornata al prossimo 30/9

MESSINA – Tutto da ridiscutere? Il protocollo d’intesa firmato nel 2017 dai rappresentanti dei ministeri della Giustizia e della Difesa, del Demanio e del Comune di Messina sembrava aver messo almeno un punto fermo sulla collocazione del secondo Palagiustizia nell’ex caserma Scagliosi di viale Europa.

La recente riunione che si è tenuta a Roma con tutte le massime istituzioni e alcuni rappresentanti della deputazione messinese, però, sembra rimettere in gioco anche la sede su cui, dopo trent’anni, si era finalmente raggiunto un accordo.

Dalla sua istituzione nel 2014, la Task force per la valorizzazione e la dismissione degli immobili non residenziali della Difesa ha promosso la sottoscrizione di protocolli d’intesa in 27 Comuni e sembra che nella maggior parte dei casi si siano raggiunti risultati positivi. Non è però il caso di Messina, dove lo stringente cronoprogramma stabilito dal protocollo è rimasto fermo ai nastri di partenza, già prima che si insediasse la nuova Amministrazione e venisse fuori la nuova idea di un Palagiustizia da costruire in via la Farina, dove c’è un parcheggio molto funzionale.

Dalla riunione romana convocata per fare il punto sullo stato della procedura, promossa tra gli altri dalla senatrice M5s Grazia D’Angelo, è emerso che i circa 18 milioni di euro stanziati a suo tempo non basterebbero per l’intera operazione, che comprende la trasformazione a uffici giudiziari dei locali della Scagliosi e il recupero degli ex magazzini della Marina in via Bonino in cui trasferire il Dipartimento di Medicina militare del lavoro che si trova nella caserma. Per completare gli interventi occorrerebbero circa 40 milioni e dieci anni rispetto ai cinque preventivati.

“In realtà – sottolinea Grazia D’Angelo – non sono state fatte cifre precise perché al tavolo non c’erano i tecnici dei ministeri che hanno lavorato a suo tempo sulla fattibilità del progetto. Abbiamo chiesto che entro settembre si preparino delle relazioni con dati certi su costi, tempi ed eventuali difficoltà, cui fare riferimento per decidere se puntare ancora sulla soluzione dell’ex Caserma, magari integrando quel Protocollo del 2017, o percorrere altre strade. Avevamo condiviso l’idea di una cittadella giudiziaria negli spazi della Scagliosi e resta la strada privilegiata, ma dobbiamo capire cosa finora ha frenato la procedura”.

I dati su costi e tempi che hanno suscitato tanto clamore (magari più sconcertanti sono i due anni di inerzia, nda) erano già chiari agli addetti ai lavori all’atto della firma e ribaditi ufficialmente dall’ex presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Ciraolo e ufficiosamente dai vertici del Tribunale di Messina. Dal dipartimento della Difesa si è sempre sottolineata la risolutezza con cui si portano avanti i progetti di valorizzazione e dismissione dei plessi militari, tanto da avere un’apposita struttura organizzativa, solo che la stessa determinazione la devono avere anche le altre Amministrazioni, tra tutti il ministero della Giustizia che ha in carico il processo.

“Questo Governo – aggiunge la senatrice – ha rafforzato la linea delle dismissioni e valorizzazioni. È assurdo che gli stessi funzionari dei Dipartimenti Difesa e Giustizia che hanno firmato quel protocollo, adesso, dopo rimpalli di responsabilità, dicano altro ponendo difficoltà”.

Il sindaco Cateno De Luca nelle scorse settimane ha ritirato il progetto alternativo di via La Farina, a suo dire per non lasciare spazio a chi vorrebbe imputargli la responsabilità dell’immobilismo sulla vicenda. “Il 30 settembre – conclude Grazia D’Angelo – ci sarà una nuova riunione tra le parti e nel frattempo studieremo le carte valutando costi e benefici e cercheremo di semplificare il percorso. Il Rettore di UniMe, Salvatore Cuzzocrea, ha dato la disponibilità di un padiglione del Policlinico in cui trasferire il Dmml e questo potrebbe snellire i tempi”.

In attesa del nuovo Palagiustizia, si cercheranno soluzioni di medio termine per gi uffici giudiziari che soffrono le maggiori criticità.

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