Migranti, trafficanti, concentrarsi sulla rotta tunisina - QdS

Migranti, trafficanti, concentrarsi sulla rotta tunisina

redazione web

Migranti, trafficanti, concentrarsi sulla rotta tunisina

martedì 28 Luglio 2020

Il procuratore di Agrigento Patronaggio, "è arginabile con accordi politici bilaterali con Tunisi". Fondamentale il prossimo viaggio della ministro Lamorgese. Anche Zingaretti per coinvolgere Ue e Africa. A Lampedusa una barca con un paralitico

“Il fenomeno dell’immigrazione clandestina di queste ultime settimane ha riguardato quasi esclusivamente cittadini tunisini che con grossi barconi da pesca hanno accompagnato, in modo affidabile e sicuro, loro connazionali a Lampedusa o addirittura fino sulle coste agrigentine. Talvolta sui barconi tunisini sono stati imbarcati anche subsahariani o bengalesi”.

Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, che sta vagliando la posizione di venti tunisini i quali, utilizzando il collaudato sistema della “nave madre” e dei barchini, frequentissimo soprattutto quando Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, sosteneva di aver chiuso i porti, si apprestavano a fare sbarcare a Lampedusa altri loro connazionali alcuni dei quali minorenni.

Queste organizzazioni tunisine di trafficanti d’uomini, che operano da anni e sono collegate anche alla mafia siciliana – come accertato in un processo in corso a Marsala – possono insomma essere individuate e colpite nell’ambito di un accordo internazionale.

“La rotta tunisina – ha spiegato Patronaggio – ha delle peculiarità che la differenziano da quella libica, al momento frenata dalla guardia costiera di quel Paese, in quanto è utilizzata da tunisini che non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale ma che cercano in Italia solamente migliori condizioni di vita e di lavoro”.

“E’ un tipo di migrazione – ha aggiunto il Procuratore – che probabilmente potrebbe essere arginata o regolamentata con successo da accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi. Sulla scorta delle conoscenze processuali acquisite, riteniamo che non è complesso identificare gli organizzatori di tali traffici e le loro basi logistiche e predisporre conseguentemente efficaci servizi di prevenzione e controllo”.

“Il numero abnorme di immigrati da gestire – ha detto ancora Patronaggio – potrebbe tuttavia fare emergere situazioni di illegalità e atti di violenza che impongono a quest’ufficio una vigilanza e un controllo non comuni, attività a cui questa Procura non si sottrarrà operando con la consueta serena severità”.

Il viaggio in Tunisia della Ministro dell’Interno

Fondamentale, dunque, risulterà il viaggio della ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in Tunisia, annunciato all’indomani della videoconferenza organizzata dal Viminale tra rappresentanti dell’Unione europea e dei Paesi africani che si affacciano nel Mediterraneo.
Intanto la Ministro ha ringraziato “tutto il personale delle forze di Polizia, della Guardia costiera e dell’Esercito, impegnato, senza sosta, in prima linea in questa delicata fase di intensificazione dei flussi migratori sul territorio nazionale, aggravata dall’emergenza sanitaria legata al covid-19”.

“Si tratta – ha spiegato Lamorgese – di un impegno incessante nello svolgimento delle operazioni di sbarco e identificazione e nella tutela della sicurezza delle comunità locali più esposte sul fronte dell’accoglienza, svolto con la consueta professionalità, senso del dovere ed equilibrio”.

“Rimane costante – ha aggiunto – lo sforzo delle Forze di polizia sia sul versante della prevenzione e del controllo del territorio che su quello investigativo, per individuare gli scafisti e contrastare la rete dei trafficanti dei migranti”.

Anche giovane tunisino paralitico su una barca a Lampedusa

E anche oggi è proseguito a Lampedusa lo stillicidio degli arrivi, in gran parte tunisini. Tra questi c’è anche un giovane paralizzato dalla nascita sul barchino che la Guardia costiera ha avvistato e agganciato a largo dell’isola. I militari si sono accorti che fra i 26 tunisini c’era pure un giovane che non riusciva a muoversi.

Nessun incidente durante il viaggio, nessuna ferita. Il giovane tunisino – stando a quanto è stato riferito ai soccorritori – è paralizzato fin dalla nascita. Anche questo gruppo è stato portato a molo Madonnina e poi nell’hotspot.

Varato il Piano di trasferimenti da Lampedusa

Sono stati intanto trecentoventi i migranti che, la notte scorsa, lasciandosi alle spalle la tensostruttura di Porto Empedocle, sono partiti alla volta di centri d’accoglienza del Lazio.

In mattinata, ne sono partiti, secondo il Piano di trasferimenti varato dalla Prefettura di Agrigento, altri duecento per il Piemonte.

La tensostruttura della Protezione civile, allestita accanto alla banchina del porto e utilizzata come punto di raccolta dopo che i migranti vengono trasferiti da Lampedusa (Ag) a Porto Empedocle, dovrebbe dunque temporaneamente restare vuota.

Dalla struttura c’era stata la fuga di poco meno di un centinaio di migranti. All’alba, dopo un’intera notte di ricerche e perlustrazioni da parte di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, erano state rintracciate poco più di una cinquantina di persone.

Alcuni migranti in fuga sono tornati indietro spontaneamente: sono stati avvisati, al cellulare, da connazionali rimasti nella tensostruttura che era stato pianificato il loro trasferimento.

La sindaca grillina non vuole la nave-quarantena

E la sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina (M5S), si è detta contraria alla possibilità che la nave quarantena da mille posti in arrivo in Sicilia venga ancorata davanti alla città, chiedendo che venga lasciata “al largo di Lampedusa così si evita il trasbordo con i traghetti di linea che mette in pericolo i viaggiatori e recano danno sia al turismo che agli operatori del mercato del pesce”.

“Sono – ha aggiunto – per i ponti aerei da Lampedusa e per una missione militare di pace che gestisca adeguatamente il fenomeno, come giustamente ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio”.

Per quanto riguarda le fughe, mancano invece ancora all’appello quarantaquattro dei centottantaquattro migranti, tutti tunisini, fuggiti domenica pomeriggio dal Cpr di Pian del Lago di Caltanissetta.

La prefetto di Caltanissetta, Cosima Di Stani, ha fatto sapere che non vi è alcun rischio coronavirus perché tutti gli ospiti erano risultati negativi al tampone.

Pozzallo, dieci positivi al coronavirus

Sarebbe invece cresciuto il numero dei positivi tra i migranti sbarcati sabato sera nel porto di Pozzallo dalla nave mercantile Cosmo.

Ai due di domenica mattina, ora se ne sono aggiunti altri otto.

I contagiati sono stati isolati dal resto del gruppo e posti in quarantena. Intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza nell’hotspot e nel centro di accoglienza Don Pietro, tra Comiso e Ragusa, per impedire possibili fughe di migranti.

Zingaretti, il governo agisca in modo adeguato

Sulla questione migranti è intervenuto oggi il segretario del Pd Nicola Zingaretti, affermando che “solidarietà e sicurezza sono valori che possono e debbono andare di pari passo: occorre lavorare affinché il Governo urgentemente e nella sua interezza affronti in maniera adeguata questa complessa materia”.

“Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori deve essere valutato dal governo con la più grande attenzione e occorre un impegno straordinario nel campo dell’accoglienza, del collocamento in Europa e in Italia dei flussi, di presenza politica e chiarezza nei confronti dei Paesi di partenza, a cominciare dalla difesa dei diritti umani, dalla ricostruzione della rete di accoglienza in Italia”.

Da registrare infine che il capo della Lega Nord Mattero Salvini, definito dal sindaco di Lampedusa Totò Martello “mentitore seriale”, continua a tentare di propalare la bufala dei porti chiusi, anzi “sigillati”.

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