Mistificazione della comunicazione, le e-auto inquinano il biodiesel non inquina - QdS

Mistificazione della comunicazione, le e-auto inquinano il biodiesel non inquina

Carlo Alberto Tregua

Mistificazione della comunicazione, le e-auto inquinano il biodiesel non inquina

venerdì 27 Settembre 2019

Da qualche tempo vi è una campagna martellante contro le auto ad alimentazione con il gasolio, il che ha fatto diminuire sensibilmente la vendita di quei veicoli, mentre è rimasta inalterata quella dei veicoli commerciali e di grande stazza.
Cosa c’è dietro questa campagna? Possiamo azzardare che, in Europa, essendo la Germania il più grande produttore di tali mezzi, le grandi multinazionali americane e giapponesi abbiano armato i loro missili per la semplice ragione che i due Paesi producono soltanto veicoli a benzina.
Ritorniamo sull’argomento dell’inquinamento ambientale prodotto dai semoventi per sfatare una mistificazione della comunicazione – portata da incompetenti o da prezzolati – secondo cui un mezzo di trasporto inquina più dell’altro, mentre i veicoli elettrici non inquinano per niente.

Si tratta di menzogne interessate, portate avanti da falsi ambientalisti, ignoranti, che hanno spostato la loro attenzione dalla vera fonte d’inquinamento alle fonti che sono a valle.
La vera fonte d’inquinamento è il carburante adoperato, non i mezzi che utilizzano tale carburante, quindi l’attenzione di tutti costoro dovrebbe essere rivolta alle industrie di raffinazione del petrolio, prezioso liquido ancora utilizzato dalla maggior parte delle industrie che producono energia elettrica.
Lo sforzo di ogni Paese non dovrebbe quindi essere indirizzato a eliminare veicoli inquinanti, non in quanto tali, ma in quanto utilizzano un propellente inquinante, spostando la loro attenzione sulle fonti del carburante stesso.
Come potrebbe avvenire la indicata metamorfosi? Incentivando al massimo l’energia da fonti rinnovabili, diminuendo le accise sui carburanti ecologici e utilizzando le accise sui carburanti tradizionali per sostenere la ricerca e la produzione di quelli non inquinanti.
Come vedete, la nostra analisi rovescia il credo popolare, che persone incompetenti o interessate cercano di diffondere.
Nonostante ciò, le manovre economiche dei governi degli ultimi anni non hanno centrato l’esigenza prima indicata e continuano a sperperare le risorse delle accise sui carburanti per altre destinazioni, anziché per migliorare l’ambiente.
Dunque, è una balla grossolana che l’e-auto non inquini, perché utilizza energia elettrica che è prodotta da carburante proveniente dal petrolio, altamente inquinante. Ed è altrettanto colossale la balla secondo cui i veicoli diesel sono fortemente inquinanti.
Ci spieghiamo meglio: la compagnia di bandiera della raffinazione, cioè l’Eni, sta già cominciando a immettere nel gasolio una parte minoritaria di biodiesel, prodotto con scarti di olio, biomasse e altro. Nel momento in cui riuscirà a estendere al totale della produzione l’utilizzo delle fonti rinnovabili, sia nello stabilimento di Marghera che in quello di Gela, potrà immettere sul mercato biodiesel non inquinante. A quel punto, i veicoli che utilizzassero tale carburante non inquinerebbero più, mentre l’e-auto continuerebbe a inquinare perché l’energia prodotta nelle centrali elettriche proviene quasi tutta dal petrolio.

In un precedente editoriale abbiamo esposto lo stesso ragionamento riguardante treni e aerei, confutando l’altra colossale menzogna secondo cui l’aereo inquina e il treno no.
Richiamando i fatti prima indicati, si può sostenere senza ombra di dubbio che, quando gli aerei utilizzano biocherosene (da fonti rinnovabili) non inquinano; per contro, i treni che utilizzano energia elettrica, prodotta con il petrolio, inquinano.
Il ragionamento che precede è estremamente semplice e non si capisce come non sia diffuso da mezzi di comunicazione e social media. Forse perché sono prezzolati dai padroni del petrolio, che vedono sempre più retrocedere il loro mercato per l’aumento di e-carburante.
Ambiente ed energia sono due settori del futuro, su cui il Governo nazionale e quelli delle venti Regioni dovrebbero investire cospicue risorse che metterebbero in moto l’economia, dando un forte sollievo alla disoccupazione, a condizione di formare gli addetti, dando loro le competenze tecnologiche necessarie per agire in questo settore d’avanguardia.
Occhi aperti, dunque, per scacciare le menzogne.

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