Morto Andrea Camilleri, addio al papà di Montalbano, scrittore legato alle idee - QdS

Morto Andrea Camilleri, addio al papà di Montalbano, scrittore legato alle idee

redazione

Morto Andrea Camilleri, addio al papà di Montalbano, scrittore legato alle idee

mercoledì 17 Luglio 2019

Era nato 93 anni fa a Porto Empedocle, da lui ribattezzata Vigata, dove il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Regista di teatro e funzionario della Rai, sceneggiatore di Maigret e del Tenente Sheridan, esplose come romanziere a sessant'anni nel 1992 creando una lingua unica e un personaggio amatissimo, il commissario Montalbano, alfiere di una Sicilia nonostante tutto incapace di arrendersi. Luca Zingaretti, "Addio maestro e amico". Innumerevoli messaggi di cordoglio, a cominciare dal presidente della Repubblica Mattarella e dal governatore Musumeci. Domani pomeriggio l'ultimo saluto nel Cimitero Acattolico per gli stranieri di Roma

L’ultimo saluto ad Andrea Camilleri, morto stamattina a Roma all’età di 93 anni, sarà domani pomeriggio nel Cimitero Acattolico per gli stranieri nel quartiere Testaccio.

Lo ha reso noto la famiglia dopo che l’intera Italia ha tributato al vigatese grandi onori.

A cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto ricordare come Camilleri abbia avuto il grandissimo merito di avvicinare alla lettura e ai libri milioni di italiani.

E sono pochissimi gli scrittori veri che, oltre a diventare popolari per i loro libri, riescono ad essere amati anche come personaggi.

Andrea Camilleri era uno di questi. E ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità che sapeva bene oggi purtroppo non sono più da dare per scontate.

Una scrittura sempre legata alle idee

La sua importanza come artista e intellettuale è stata proprio in questo costante impegno nella scrittura legata alle idee (si vedano un libro quale “Come la penso” del 2013 o le sue prese di posizione sul governo Berlusconi e oggi nei confronti del capo della Lega Nord Salvini), proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore, con quel guizzo negli occhi che rende vero e vitale quel che si sta dicendo, senza perdere forza nemmeno ora che gli occhi gli si erano spenti.

E i modi per dirlo, oltre a quelli diretti delle interviste su temi caldi del momento, sono anche quelli dei romanzi, in particolare quelli costruiti su influenza di Sciascia partendo da un avvenimento storico del passato più o meno recente, ma tutti alla fine incentrati sul nodo dei rapporti tra potere e malavita organizzata.

Le avventure di Montalbano a Vigata

Traccia di questo resta anche nelle avventure contemporanee di Montalbano nella sua Vigata, nate nel 1994 con “La forma dell’acqua”, ritratto di vita e malavita di provincia (quella di Montelusa) in cui comunque emerge la figura del protagonista, con la sua malinconica ironia, e la caratterizzazione dei personaggi di contorno (il che ha fatto anche la eccezionale fortuna della serie tv con Luca Zingaretti), simpatico e abile commissario con una moralità tutta sua da cui non prescinde mai e con un modo personale di svolgere le indagini, spesso apparentemente attratto più dagli elementi di contorno e da rivelatori indizi divagatori che dalla sostanza del crimine.

Montalbano è poi l’Alfiere di una Sicilia nonostante tutto incapace di arrendersi.

Figure e ambienti divertenti e ironici che rivelano echi, personalmente reinventati, della letteratura gialla che va da Simenon (di cui amava ancor più i romanzi senza Maigret) a Vazquez Montalban passando per Scerbanenco, ma soprattutto sono proposti in un’abile costruzione di ritmo narrativo incardinato su un dialogo magistrale e sostenute da quella personalissima lingua da lui creata, misto di italiano ed echi di siciliano, la cui espressività tanto conquista i suoi lettori ma spesso ha fatto storcere il naso a certa critica.

La lingua unica di Andrea Camilleri

“Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi italiane – spiegava – quanto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adoperi il suono delle parole. Per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane”.

Per questo l’ultima lettura risolutiva, prima di consegnare un testo, era sempre ad alta voce.

Teatralità e abilità nei dialoghi

La teatralità, l’abilità nei dialoghi, la costruzione delle trame sono rivelatori degli altri e non minori aspetti di questo artista, nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925, ma vissuto a Roma sin dal dopoguerra e dal 1949 regista (il primo a rappresentare Beckett in Italia) e autore teatrale e di saggi sullo spettacolo e scritti su Pirandello, oltre che per anni titolare di una cattedra di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.

Un legame con la scena mai spezzato se anche negli ultimi anni, ormai persa praticamente del tutto la vista, costretto a dettare e farsi rileggere i propri libri, gli ultimi Montalbano, si è esibito al teatro greco di Siracusa in un suo monologo ispirato alla figura del veggente cieco Tiresia e si preparava a recitarne uno nuovo a Caracalla su Caino.

Polizieschi tra Sheridan e Maigret

Nelle vesti di funzionario Rai delegato alla produzione e sceneggiatore lega poi il suo nome a famose produzioni poliziesche della tv italiana, che avevano come protagonisti il tenente Sheridan e il commissario Maigret.

E se pubblica e scrive poesie sin dai suoi vent’anni, arriva davvero alla scrittura narrativa solo verso i 60 anni, con “Il corso delle cose”, pubblicato nel 1978 gratis da un editore “a pagamento” con l’impegno di citarlo nei titoli dello sceneggiato tv tratto dal libro, “La mano sugli occhi”, che comunque non ne aiutò la fortuna.

Il successo come romanziere dopo il 1992

Nel 1980 esce quindi da Garzanti “Un filo di fumo”, il primo in cui compare la cittadina immaginaria di Vigàta ma è solo nel 1992, con l’uscita da Sellerio, che sempre resterà il suo editore principale, de “La stagione della caccia”, che grazie al passaparola dei lettori diventerà un sorprendente successo, confermato poi dal boom de “Il birraio di Preston”.

Camilleri ama la scrittura, ha una storia teatrale legata all’amore per l’alta avanguardia novecentesca e ha radici nella sua Sicilia e nel passato classico, così i suoi romanzi sorprendono spesso per scelte innovative, come accade nel 2008 con l’uscita de “Il tailleur grigio” e, lo stesso anno, de “Il casellante”, seconda parte di una trilogia di romanzi legati al mito, di cui fanno parte “Maruzza Musumeci” e “Il sonaglio”.

Scrive costantemente, quotidianamente e nel 2016, a 91 anni, nella nota finale del suo centesimo libro, “L’altro capo del filo”, dichiara che si tratta di “un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità” che ha dovuto dettare alla sua assistente Valentina Alferj, “l’unica che sia ormai in grado di scrivere in vigatese”.

La difficoltà di scrivere da cieco

E lo stesso vale per tutto ciò che ha firmato da allora, sino all’ultimo Montalbano appena uscito, “Il cuoco dell’Alcyon”, giocato su recite e finzioni.

I suoi rimpianti, divenuto cieco, diceva che riguardavano principalmente il non vedere più l’amatissima pittura e il non riuscire più ad ammirare la bellezza femminile.

Negli anni, con i libri tradotti in trenta lingue e decine di milioni di copie vendute nel mondo, ha ricevuto una decina di lauree honoris causa e tanti premi.

Fenomeno letterario unico e inimitabile

Fenomeno letterario davvero unico e inimitabile, Andrea Camilleri.

Autore di oltre cento libri pubblicati ha venduto venticinque milioni di copie in Italia ed è tradotto nelle lingue di tutto il mondo, dal giapponese al gaelico.

Sellerio, per i novant’anni, lo aveva festeggiato con l’uscita, in tiratura limitata, de “I sogni di Camilleri”, dove sono raccolti i brani in cui sognano i personaggi di tutti i libri dello scrittore e un volume celebrativo con una serie di saggi in cui era proposta una chiave di lettura della sua opera, del rapporto con la lingua, i luoghi e le abitudini, firmati da critici e intellettuali come Salvatore Silvano Nigro, Giovanni De Luna, Tullio De Mauro.

“I sogni di Camilleri”

Pubblicato oltre che da Sellerio, da Mondadori – che ha puntato molto su Montalbano contribuendo alla sua fortuna e poi da minimum fax, Chiarelettere e Rizzoli, il Commissario e il suo autore non hanno mai smesso di stupire.

“Le sue avventure seguono un ordine cronologico preciso invece l’editore li ha mescolati. E’ meglio che sia cosi'”, ha raccontato Camilleri.

E se il suo “unico vero maestro è “stato Orazio Costa”, Camilleri – che ha una memoria di ferro nel ricordare episodi della sua vita e un grande senso dell’ironia – ha più volte raccontato di sentire “immensamente” la mancanza di Leonardo Sciascia, suo fondamentale punto di riferimento.

Camilleri avrebbe voluto finire la sua carriera “seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano” aveva detto più volte lo scrittore.

A Vigata lutto cittadino

“Non era mai andato via da Porto Empedocle. Nonostante vivesse fuori, non si è mai staccato veramente da questo paese dal quale ha tratto linfa e inspirazione ed ha reso la vita di Porto Empedocle universale. E’ fortissimo il dolore che proviamo: abbiamo perso un membro della nostra famiglia. Ogni empedoclino ha perso un familiare”.

Lo ha detto il sindaco di Porto Empedocle (Ag) Ida Carmina subito dopo aver appreso dal Tg la notizia della morte di Andrea Camilleri.

“Fino ad ieri ho sentito un parente e mi era stato detto che era in condizioni stazionarie. – continua – Per quanto, con il passare del tempo, potessimo attendere un epilogo del genere, essendo lui stesso attaccato alla vita, speravamo. Andrea Camilleri c’è sempre stato per Porto Empedocle e prima ancora che diventasse famoso a livello nazionale e internazionale, in paese si parlava sempre di ‘Nenè’ e dei suoi successi, anche se ancora locali”.

Ida Carmina è intenzionata a proclamare il lutto cittadino.

“Non so se potremo proclamarlo fin da subito e per quanti giorni – ha aggiunto – . Sto andando in Comune e vedremo il da farsi”.

Innumerevoli messaggi di cordoglio

Innumerevoli i messaggi di cordoglio, primo fra tutti quello del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci .

“Con Andrea Camilleri scompare uno dei migliori interpreti della cultura siciliana nel mondo. Scrittore sanguigno e prolifico, con i suoi romanzi ha regalato alla nostra Isola il più efficace spot turistico, promuovendone l’immagine in Italia e all’estero. Il maestro Camilleri è stato fra i più autorevoli protagonisti del Novecento italiano, l’ultimo testimone diretto di quella classe intellettuale di siciliani che, da Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia, passando per Gesualdo Bufalino, ha consegnato le pagine migliori della nostra letteratura”.

Il dolore di Luca Zingaretti, “Addio maestro e amico”

“Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, ‘Montalbano sono!’ dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca”.

E’ il saluto commosso, affidato a un lungo post su Instagram, di Luca Zingaretti, volto di Montalbano in tv, allo scrittore Andrea Camilleri.

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