Nuovi percorsi museali al Parco di Selinunte - QdS

Nuovi percorsi museali al Parco di Selinunte

Raffaella Pessina

Nuovi percorsi museali al Parco di Selinunte

giovedì 28 Novembre 2019

Intesa Regione-Istituto archeologico germanico di Roma che da anni conduce importanti campagne di scavi nel Parco archeologico. Oggi l’inaugurazione della mostra “Vivere l’agora” allestita all’interno degli spazi espositivi Baglio Florio

PALERMO – Il Parco archeologico di Selinunte si candida a diventare sede permanente per tirocini e master destinati a giovani archeologi, architetti e restauratori.
Attraverso la collaborazione tra la Regione siciliana e l’Istituto germanico, che da anni conduce importanti campagne di scavi nel Parco archeologico di Selinunte, si intende perseguire l’obiettivo di attivare laboratori a cantiere aperto di restauro, corsi di specializzazione sulla attività di scavo, dottorati e Scuole di specializzazione con le varie università.

Il primo risultato di questo progetto è la mostra archeologica allestita all’interno degli spazi espositivi Baglio Florio, che si inaugura oggi e alla cui inaugurazione partecipa l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling. La mostra si intitola “Vivere l’agorà. Gli scavi nel centro urbano di Selinunte”. L’importante iniziativa è inserita nella programmazione del nuovo corso del Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, che dal giugno scorso è guidato da un nuovo direttore, l’architetto Bernardo Agrò, e che è stata fortemente voluta dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

L’esposizione avrà come oggetto principale i risultati degli scavi archeologici svolti nella zona dell’agora tra il 1995 e 2007, condotti dall’Istituto archeologico germanico di Roma, sotto la direzione di Dieter Mertens, in collaborazione la Regione siciliana. La ricerca ha avuto come obiettivo principale la ricostruzione della posizione, della forma e dell’organizzazione dell’agorà e dell’area residenziale posta immediatamente ad est della piazza.

Le attività archeologiche svolte dall’Istituto archeologico germanico di Roma hanno permesso di riconoscere fondamentali aspetti della topografia e della storia della città greca e in seguito della sua fase punica.

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