Obiettivo zero consumo di suolo: “Entro un anno un ddl nazionale” - QdS

Obiettivo zero consumo di suolo: “Entro un anno un ddl nazionale”

Rosario Battiato

Obiettivo zero consumo di suolo: “Entro un anno un ddl nazionale”

sabato 05 Ottobre 2019

In Senato ci sono ben 12 disegni di legge, il Governo Conte sta lavorando a un testo comune. Nell’Isola il cemento ha ricoperto oltre 300 ettari di territorio solo tra 2017 e 2018

PALERMO – La lotta al consumo di suolo, in realtà, ne contiene molte altre che vanno dalla difesa del territorio contro il dissesto alla migliore qualità ambientale. Anche per queste ragioni si lavora per trovare, dopo tanti anni, una legge nazionale dopo tantissimi tentativi andati a vuoto.

MINAMBIENTE: DDL SUL CONSUMO DI SUOLO ENTRO UN ANNO
Per Roberto Morassut, sottosegretario all’Ambiente, “serve una riforma che contrasti il consumo di suolo e incentivi il recupero del patrimonio esistente” e proprio in questa direzione sta lavorando il Governo che come obiettivo ha quello di “accelerare i tempi e avere entro un anno un disegno di legge nazionale, un testo definitivo che preveda una profonda revisione nell’approccio al problema e una nuova idea di città”. Si lavora sul futuro delle città, dal momento che “nei prossimi anni i grandi centri urbani dovranno far fronte ad un sensibile incremento demografico” e, in questo senso, sono necessarie “città più dense, verticali con il superamento e l’assorbimento dei vecchi Piani Regolatori fermi alla metà del secolo scorso”. A proposito di Piani Regolatori, bisogna ricordare che i comuni siciliani risultano essere tra quelli più in ritardo d’Italia nell’aggiornamento dei propri strumenti urbanistici, favorendo in questo modo un utilizzo scriteriato del territorio.

DECRETO CLIMA
All’interno del decreto clima, in corso di approvazione, sono “previste misure importanti che affermano la visione di un nuovo modello di sviluppo, basato su una strategia di economia circolare, sul riutilizzo dell’esistente”, ha sottolineato il sottosegretario.

UNA LEGGE IN RITARDO
Da tempo si discute di una legge ad hoc sul consumo di suolo e, sebbene alcune Regioni abbiano già operato in questo senso in perfetta autonomia – la Lombardia l’ha fatto nel 2014, il Veneto nel 2017, la Sicilia ha un ddl in materia urbanistica che contiene tra le misure la riduzione del consumo di suolo – non esiste a livello nazionale una norma di riferimento.

“In Senato – ha spiegato nei giorni scorsi il senatore leghista Paolo Arrigoni – ci sono almeno 12 disegni di legge sul consumo del suolo di tutti i partiti” e quindi “l’impegno è trovare un testo base comune sul quale lavorare”. Una legge resta necessaria anche perché, ha aggiunto il senatore, “l’Ue ci impone di arrivare al consumo del suolo zero al 2050”. Sul futuro bisognerà lavorare con molta attenzione perché non tutto le coperture sono superflue, infatti circa il 40% del suolo, ricorda Arrigoni, è coperto da infrastrutture: “un depuratore o una ferrovia consumano suolo, ma portano anche un vantaggio ambientale”.

GLI ULTIMI NUMERI
Intanto, così come spiegato nell’inchiesta pubblicata martedì scorso, i numeri del consumo di suolo siciliano continuano a crescere, sebbene l’Isola non sia tra le regioni più affamate di suolo in rapporto alla superficie. Secondo gli ultimi dati Ispra, la Sicilia risulta tra le Regioni più in crescita in termini di valore assoluto (302 ettari tra il 2017 e il 2018, dietro Veneto, Lombardia e Puglia), anche se il dato relativo alla perdita di territorio è lievemente inferiore a quella nazionale ed è pari a 1,17 mq per ettaro.

Tra campagne ed aree urbane escursione termica di due gradi

ROMA – La differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 gradi C nelle città più grandi anche perché campi coltivati e piante da frutto svolgono un ruolo centrale di contrasto dell’inquinamento anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri Pm10. È quanto afferma la Coldiretti sulla base del Rapporto Ispra sul consumo di suolo in Italia nel sottolineare che l’agricoltura italiana è l’attività che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma e anche il settore più impegnato per contrastarli.
Il 2019 – sottolinea la Coldiretti – entra fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi con una temperatura che è stata superiore di 0,7 gradi la media, a conferma di una evidente tendenza al surriscaldamento giustamente denunciata dal movimento Fridays for future di Greta Thunberg.
È evidente peraltro una tropicalizzazione del clima che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

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