Palazzo Sclafani torna a splendere con l’Art Bonus - QdS

Palazzo Sclafani torna a splendere con l’Art Bonus

Francesco Sanfilippo

Palazzo Sclafani torna a splendere con l’Art Bonus

martedì 28 Gennaio 2020

Il Comando militare dell’Esercito in Sicilia tra i fautori dell’intervento approvato dalla Sovrintendenza dei Beni culturali. Il restauro sull’edificio è uno dei primi riusciti esempi dell’applicazione della Legge 106 del 2014

PALERMO – Palazzo Sclafani, costruito nel 1300 nell’attuale Piazza del Parlamento a Palermo per iniziativa del potente feudatario del tempo, Matteo Sclafani, conte di Sclafani e di Adernò, ha assistito, nel dicembre 2019, ad uno dei primi riusciti esempi di applicazione dell’Art Bonus in Sicilia.

Il Palazzo, sede militare, richiedeva restauri i cui fondi sono stati ottenuti dal gruppo automobilistico Riolo grazie a questo strumento giuridico. Per celebrare l’avvenimento, è stato tenuto un convegno, di recente, presso lo stesso Palazzo, fortemente voluto dal Comando Militare dell’Esercito in Sicilia e dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo.

Poco prima dell’inizio del convegno, è avvenuta la scopertura di una targa da parte di Iolanda Riolo, che ha suggellato la conclusione dei lavori di pulitura del prospetto meridionale dello storico edificio. Al convegno erano presenti, oltre al Generale di Divisione Maurizio Angelo Scardino, Comandante Militare dell’Esercito in Sicilia, e alla responsabile dell’Art Bonus, Carolina Botti, anche l’Architetto Lina Bellanca, Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo, Mario Zito, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e Rita Cedrini, presidentessa dell’International Institute For Human Studies.

L’Art bonus è un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo e nasce con la Legge n. 106 del 29 luglio del 2014 e s.m.i. Questo credito è utilizzabile a favore dei beni materiali e immateriali che appartengono alla cultura del Paese, a patto che gli enti interessati siano accreditati dal Ministero per ricevere tale sostegno. Può essere usato per la manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici. Oppure, può servire per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (es. musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali). Ovvero, può aiutare la realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.

Questo credito è ammesso per tutti i soggetti che fanno erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo, secondo quanto previsto dalla norma, indipendentemente dalla natura e dalla forma giuridica dei donatori. Questi ultimi possono essere i titolari di reddito d’impresa, enti non commerciali o società semplici, nonché persone fisiche che non svolgono attività d’impresa.

I potenziali donatori, poi, possono versare le somme destinate ai beni indicati in una causale specifica all’ente accreditato. I versamenti possono avvenire tramite bonifico bancario, tramite versamento sul conto corrente postale oppure attraverso i pagamenti tramite carte di credito, di debito o prepagate, o assegni bancari e circolari. Le uniche donazioni non ammesse sono quelle in contanti perché non danno garanzie di tracciabilità.

In cambio, lo Stato riconosce un credito d’imposta pari al 65% delle somme versate, mentre i soggetti beneficiati devono dare una comunicazione delle donazioni ricevute sul proprio sito e sul portale Art bonus.

I lavori, approvati dalla sovrintendenza, hanno previsto la rimozione delle colature di malta, nelle zone in cui è fuoriuscita dagli interstizi dei conci attraverso un trattamento di pulitura aeroabrasivo, più idonei per le superfici di pregio storico e artistico.

I lavori, iniziati nel 2018, sono terminati il 27 dicembre 2019, restituendo alla cittadinanza l’immagine di un bene dalla pregevole storia. Questa velocità, in genere inconsueta per la Pubblica amministrazione, è stata portata avanti grazie al lavoro sinergico tra il Comando Militare dell’esercito, la sovrintendenza e l’imprenditoria privata che ha permesso di realizzare i progetti e trovare i finanziamenti in tempi brevi.

Eppure, l’Art bonus è ancora poco utilizzato in Sicilia, seppur le donazioni continuino a crescere lentamente, arrivando a una raccolta intorno ai 750 mila euro. Ad oggi, su 34 siti individuati, solo 13 hanno ricevuto donazioni che, in alcuni casi, sono stati insufficienti rispetto ai bisogni, dando conferma ai dati nazionali che indicano che solo il 2% dei fondi Art bonus arriva al Sud e nelle Isole.

Sono previsti anche altri due lavori curati dalla Sovrintendenza di Palermo, il recupero parziale del Chiostro dei Frati minimi di San Francesco di Paola e la ricollocazione di un portale del 1400 presso lo stesso Palazzo Sclafani. Per questi, si può ancora utilizzare l’Art bonus di cui si spera di replicare il successo.


Jolanda Riolo, mecenate per il Palazzo Sclafani

Dottoressa Riolo, come nasce l’iniziativa che ha visto questa collaborazione tra enti diversi?
“L’iniziativa nasce dalla lettura di un articolo mentre mi trovavo in aereo. Una volta tornata a Palermo, ho bussato a diverse porte cercando chi volesse realizzare questo progetto con me. Tuttavia, nessuno sapeva cosa fosse, finché, incontrando fortuitamente il colonnello Di Carlo, è emersa la necessità di questo intervento. Quindi, abbiamo conosciuto l’ingegnere Botti che ci ha guidato in quest’operazione. Poi, l’Esercito si è iscritto nel programma per approfittare di questa possibilità e, successivamente, abbiamo ottenuto anche la piena collaborazione della sovrintendente Bellanca. Ho quindi effettuato il versamento della somma pattuita a favore del restauro. Si è trattato di un lavoro di squadra, poiché i protagonisti, unendo le forze, hanno potuto realizzare quest’iniziativa esattamente come avviene nel privato”.

Il vostro gruppo farà altre donazioni di questo tipo per altri monumenti di Palermo?
“Da parte nostra no, poiché quest’anno è cambiato l’obiettivo. Ci dedicheremo a borse di studio rivolte a donne nel campo automobilistico, sia con la facoltà d’Ingegneria, sia con la Bocconi nell’ambito del programma “Woman in Finance” che promuove le figure femminili nel mondo finanziario, dove le donne sono poco presenti. Per il momento, abbiamo intenzione di supportare le donne che hanno necessità di queste borse di studio e che vogliono entrare in questo settore da sempre prevalentemente maschile”.

Che cosa ha significato questa donazione per lei?
“Quest’iniziativa è un gesto che ho voluto dedicare a chi mi ha insegnato l’amore per la cultura, per la produttività, per la dignità, per il lavoro e per la meritocrazia quali sono stati mio nonno e mio padre”.


Carolina Botti, direttore Ales spa (società in house del Ministero dei Beni culturali)

Ingegnere Botti, che cos’è l’art Bonus?
“L’Art bonus è un beneficio fiscale, nato per favorire il mecenatismo da parte di enti privati o persone fisiche a favore dei beni culturali in mano pubblica o degli enti di spettacolo che rientrano nel Fus, Fondi unico per gli spettacoli. Quindi, è una misura che agevola, con la sua trasparenza e semplicità, questo rapporto finalizzato a sostenere il grande onere che le Istituzioni pubbliche hanno nel tutelare il patrimonio culturale e per far sentire i privati partecipi di questo impegno che va condiviso. Diviene anche un modo per riavvicinare i cittadini alla conoscenza e alla tutela di questi beni”.

Quali sono le principali difficoltà che si possono riscontrare in queste operazioni?
“Dal punto di vista dei mecenati, non ci sono difficoltà perché è sufficiente che versi una somma tramite bonifico o assegno indicando le motivazioni nella causale. Da parte degli enti pubblici che possono ricevere questi fondi, occorre una serie di condizioni tra cui un’attitudine alla comunicazione e una propensione alla risoluzione di tutte quelle problematiche che possono ostacolare i restauri. Ormai esistono tantissimi casi in tutta Italia, per cui è sufficiente guardare questi casi per trovare una soluzione. Come Ministero, siamo sempre a disposizione per aiutare chi ne avesse bisogno con informazioni sui casi di maggiore successo. Tuttavia, occorre dotarsi di competenze che, spesso, non sono proprie della Pubblica Amministrazione ma che sono fondamentali nella raccolta fondi, generando un senso di fiducia nei donatori”.

Le associazioni culturali possono fornire gratuitamente queste competenze alle Pubbliche amministrazioni?
“Certamente, ci sono molti enti che fanno questi interventi di supporto per statuto e sono benvenute se consentono quest’incontro che, però, deve restare una collaborazione amministrativa.
Quando si promuove una raccolta fondi, ci sono varie strade. L’art bonus è una di queste, ma ci sono altre modalità che possono affiancarsi senza sovrapporsi, incluse quelle di crownfunding”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017