Patto per il Sud, doccia fredda su Gela, niente fondi - QdS

Patto per il Sud, doccia fredda su Gela, niente fondi

Liliana Blanco

Patto per il Sud, doccia fredda su Gela, niente fondi

sabato 16 Novembre 2019

L’ennesimo flop per un territorio che sperava in un deciso rilancio di edilizia e occupazione. Il gruppo politico “Una buona idea” ha chiesto chiarezza sullo stop ai finanziamenti

GELA (CL) – Persi 48,3 milioni di euro tra la Città del Golfo e Termini Imerese: il tanto osannato Patto per il Sud sembra essere andato in fumo e con esso i sogni di rilancio di alcune delle zone più depresse della Sicilia.

A Gela l’Amministrazione comunale post Rosario Crocetta, quella guidata da Domenico Messinese, ci aveva lavorato per anni e aveva previsto decine di cantieri che avrebbero dovuto risollevare il settore dell’edilizia e l’economia in generale. “La perdita dei finanziamenti – ha scritto in una nota il gruppo politico ‘Una buona idea’, che sostiene l’attuale sindaco Lucio Greco – dei sei progetti del Patto per il Sud per Gela è una notizia di una gravità assoluta e non può essere in alcun modo, tollerata. Premesso che nessun appiglio con questi progetti può essere addebitabile all’Amministrazione in carica, insediatasi solo sei mesi fa, riteniamo doveroso innanzi ai cittadini fare piena luce su quanto accaduto”.

“Non possiamo esimerci dal farlo – hanno aggiunto – anche perché stiamo parlando, innanzitutto, di progetti e relativi iter procedimentali per i quali il Comune di Gela ha sostenuto delle spese ed è quindi ipotizzabile persino un danno erariale per l’Ente. Occorre capire per quali motivi alcuni progetti, mancando dell’esecutività, non siano stati finalizzati e per quali ragioni anche per gli altri la Regione ha ritenuto di bocciarli, ritenendoli non perseguibili. Per questa via, l’apparato burocratico comunale preposto a vigilare è tenuto a fare chiarezza su una vicenda che penalizza ancora una volta la nostra comunità. E siccome per indole, costume e formazione politica, non ci affascinano i processi sommari, qualora le altre forze non dovessero ritenere opportuno istituire un’apposita Commissione ad hoc, chiediamo che quantomeno la Commissione consiliare competente possa essere legittimata a condurre un’inchiesta a 360 gradi sui fatti, per poi relazionare in una seduta pubblica del Consiglio comunale, alla presenza anche di Amministrazione, dirigenti, rup e chiunque in qualche modo abbia svolto un ruolo, quand’anche fosse benché marginale in tali progetti”.

“Quel che è successo – hanno concluso – è spiacevole, per certi versi angosciante e difficile da digerire. Non può passare l’ennesimo messaggio in cui tutti sono genericamente colpevoli, ma nessuno è mai responsabile e a pagare dazio è sempre una città perennemente martoriata e puntualmente colpita ogniqualvolta si presenta l’occasione per rialzare la testa e risalire la china”.

La questione, com’era ovvio attendersi, ha avuto una grossa eco anche all’Ars, rilanciata dai rappresentanti del Movimento 5 stelle Luigi Sunseri e Nuccio Di Paola. “Come gruppo – hanno affermato – avevamo chiesto con una mozione che la Regione supportasse la progettazione degli interventi in questi territori, per velocizzare l’iter, ma la richiesta è stata ignorata. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, non ha tenuto conto che per queste programmazioni è stato stabilito al 31 dicembre 2021 il termine per l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti e non ha avuto nemmeno l’accortezza di consultare le Amministrazioni locali”.

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