Pesca, per colpa dell'Ue è mattanza. Tra gli imprenditori - QdS

Pesca, per colpa dell’Ue è mattanza. Tra gli imprenditori

redazione web

Pesca, per colpa dell’Ue è mattanza. Tra gli imprenditori

martedì 26 Maggio 2020

Per il divieto di trasferimento delle quote di tonno rosso destinate agli allevamenti tra Italia e Malta con danni per dieci milioni di euro. L'appello alla ministro Bellanova. La preoccupazione per il calo dei consumi e anche per il rinvio delle Olimpiadi in Giappone

Inizia oggi la campagna di pesca 2020 al tonno rosso, ma con una nuova regola che rischia di apportare un danno ai pescatori italiani da dieci milioni di euro.

La Commissione europea, infatti, ha cambiato le carte in tavola all’ultimo momento vietando il trasferimento delle quote di tonno destinate agli allevamenti tra Italia e Malta.

È quanto denunciano gli imprenditori del tonno che hanno inviato una lettera ai vertici della Commissione Europea e per conoscenza alla ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, per chiedere di ritirare il provvedimento nato in virtù di presunte infrazioni di Malta alle regole comunitarie sulla pesca.

Una consuetudine consolidata da anni, quella del trasferimento delle quote di tonno catturato, spiegano gli imprenditori del tonno, visto che in Italia non ci sono praticamente gabbie in mare dove poter far crescere il pescato destinato perlopiù al mercato giapponese.

Il problema è che la decisione dell’Europa è arrivata con accordi commerciali già chiusi per il trasferimento nelle gabbie maltesi di ben 2.900 tonnellate derivanti dalle quote di catture assegnata all’Italia.

“Una scelta arrivata quando ormai eravamo pronti a partire – denunciano gli operatori – ora è impossibile trovare soluzioni alternative e rischiamo di perdere almeno dieci milioni di euro”.

Un periodo non semplice per il settore, perché per via della pandemia è stato rinviato di un anno la creazione di una filiera al cento per cento italiana del tonno, come anche sono stati posticipate le Olimpiadi in Giappone.

“I nostri operatori – spiega Fedagripesca-Confcooperative – contavano sui giochi di Tokyo per vendere a prezzi importanti il tonno rosso del Mediterraneo particolarmente apprezzato e invece ora si teme una perdita anche del cinquanta per cento di fatturato pari a circa trenta milioni di euro”.

A peggiorare la cosa è stato il calo dei consumi e della chiusura dei ristoranti e che, anche con la Fase 2, non sono tornati a lavorare come prima.

E proprio per avere una boccata di ossigeno, Fedagripesca auspica che queste imprese possano accedere alle misura di ristoro previste dal dl Rilancio.

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