Politica, Salvo Fleres, la "cosa" dei Siciliani "Sta per nascere e punta al 24% dei consensi" - QdS

Politica, Salvo Fleres, la “cosa” dei Siciliani “Sta per nascere e punta al 24% dei consensi”

Pietro Crisafulli

Politica, Salvo Fleres, la “cosa” dei Siciliani “Sta per nascere e punta al 24% dei consensi”

domenica 10 Novembre 2019

A Palermo venticinque organizzazioni riunite per dar vita a un partito post ideologico e sicilianista per opporsi alle manovre della Lega Nord, che, con il Federalismo fiscale di Calderoli e la "truffa" della "spesa storica" ha dato "Zero al Sud". Riprendersi la perequazione prevista dallo Statuto speciale siciliano e lanciare una legge d'iniziativa popolare per lasciare al territorio Iva, accise e tasse sui giochi. La denuncia di una saldatura tra potere politico-economico del nord e burocrazia romana e le critiche a Musumeci per gli "Assordanti silenzi della Regione". GUARDA I FILMATI ALL'INTERNO

“La passione e l’impegno civile possono fare miracoli: ieri, a Palermo, venticinque organizzazioni che hanno a cuore le sorti della nostra Regione, hanno deciso di costituire un soggetto politico unitario e territoriale. Un movimento che definiamo post ideologico perché raccoglie esponenti sia del centrodestra sia del centrosinistra, in grado di rappresentare le aspettative di milioni di siciliani”.

Lo ha affermato il giornalista Salvo Fleres, ex senatore di Fi e fondatore del Movimento Siciliani verso la Costituente che ha organizzato l’incontro di ieri. Una sorta di “cosa” dei Siciliani, che per il momento non ha ancora un nome.

Ma già promette bene: secondo un sondaggio commissionato dal movimento di Fleres nell’ottobre dello scorso anno, un partito unitario e non ideologico che desse voce ai bisogni dei siciliani avrebbe ottenuto il 19% dei consensi.

Lo stesso quesito, posto a un anno di distanza, ha dato un risultato ancor più incredibile: quella forza politica porterebbe a casa il 24% dei voti.

“Chiediamo pari opportunità per i cittadini siciliani”

Fleres ha ripreso l’irrisolta questione del mancato rispetto delle norme economiche dello Statuto speciale siciliano e attaccato anche sia l’Autonomia regionale proposta da Veneto, Lombardia ed Emilia, sia l’applicazione di quella legge sul Federalismo fiscale che porta la firma del leghista Roberto Calderoli e che ha affossato il Meridione, come risulta evidente da dati e cifre contenute nel libro “Zero al Sud” del giornalista del Mattino di Napoli Marco Esposito e anche dalla recente inchiesta realizzata da Report dal significativo titolo, “Divorzio all’italiana”, del giornalista catanese Manuele Bonaccorsi.

Ma il fondatore di Siciliani verso la Costituente sottolinea di non avercela con la Lega: “Fa il suo mestiere, cura gli interessi dei propri elettori. Siamo noi che non facciamo la nostra parte. Certo, c’è una saldatura tra potere politico-economico del nord e burocrazia romana. E noi, come diceva un grande presidente della Regione come Rino Nicolosi, siamo la mortadella tra due fette di pane”.

Lo scontro politico, insomma, è diventato territoriale: Nord contro Sud. “Ma lo chiamerei confronto – ha rimarcato – perché non vogliamo nulla più di quello che ci spetta: gli stessi chilometri di autostrade, di ferrovie, lo stesso numero di asili nido, le stesse opportunità per i cittadini siciliani”.

“Cinque miliardi all’anno dalla perequazione statutaria”

Fleres comincia proprio dallo Statuto speciale siciliano, che, secondo le sue stime, dovrebbe ogni anno una cifra che si aggira tra i quattro e i cinque miliardi di euro.

“Con questi denari – ha affermato – potremmo cominciare a risolvere i problemi della Sicilia, a cominciare da quello dei rifiuti. Perché si fa presto a parlare di malamministrazione, ma se a un ente del Nord dai cento per realizzare un servizio mentre per lo stesso servizio all’ente del Sud dai uno, allora c’è qualcosa che non va”.

“Come ho recentemente dichiarato proprio al Quotidiano di Sicilia – ha spiegato Fleres – per noi siciliani l’Autonomia richiesta dalle Regioni del Nord, per come è stata proposta, rappresenterebbe soltanto un’ennesima truffa. Per di più dopo un’applicazione della legge sul Federalismo fiscale che condanna il Meridione povero a essere sempre più povero. E senza attuare la perequazione prevista dalla legge”.

La “truffa” della spesa storica del Federalismo fiscale

Il meccanismo utilizzato per individuare i fabbisogni di servizi essenziali del Federalismo fiscale leghista su basa sulla cosiddetta “spesa storica”: se un Comune ha speso molto, continuerà ad avere molto dallo Stato, al di là delle sue reali necessità. In base alla cosiddetta “variabile dummy”, in base alla quale, si spiega, chi è abituato ad avere meno servizi ha, automaticamente, un fabbisogno minore. Se sei povero, insomma, devi rimanere povero.
Se applichiamo il sistema, per esempio, agli asili nido, scopriamo che la città di Bologna riceve una cifra 267 volte quella di Reggio Calabria.

Fleres, “In Commissione votai contro il Federalismo fiscale”

Salvo Fleres, che, da senatore di Forza Italia, era in Parlamento quando venne votata la Legge Calderoli sul Federalismo fiscale, ha ricordato di non aver votato in Commissione la norma, da lui fortemente contestata.

“Presentai ordini del giorno – ha sottolineato – e fui autore di numerosi interventi in Commissione, ma fui sempre fermato. Non riuscii, certo, a bloccare quella che consideravo una truffa ai danni del Sud in generale e della Sicilia in particolare, ma portai avanti la mia battaglia per quanto potevo. E ne pagai le conseguenze”.

Gli assordanti silenzi della Regione siciliana

“Su certe questioni – ha sottolineato Fleres – non si possono giustificare gli assordanti silenzi della Regione, e la Sicilia non può e non deve rimanere inerte e inerme. La nostra è una critica aperta e serena al presidente della regione Musumeci, con il quale ci siamo confrontati in diverse occasioni, ribadendo il nostro pensiero sulla necessità di agire chiedendo quanto gli spetta. Una richiesta posta a Musumeci anche in quanto leader di un’organizzazione politica territoriale. La sua risposta è stata che non può seguirci perché dà prevalenza alle proprie convinzioni ideologiche. Opinione rispettabilissima, ma noi riteniamo invece che si debba superare questa fase”.

La gabbia del Federalismo imprigiona la Sicilia

Per Fleres “Il Federalismo fiscale e la spesa storica senza perequazione infrastrutturale costituiscono una vera e propria gabbia nella quale siamo stati rinchiusi per decenni e della quale dobbiamo liberarci immediatamente per consentire alla Sicilia dovrà essere protagonista utilizzando il naturale ruolo geopolitico”.

Una legge di iniziativa popolare per un fondo perequativo

Per ridurre il divario infrastrutturale della Sicilia, il movimento di Fleres ha pronto un disegno di legge di iniziativa popolare

“Lo presenteremo nei prossimi giorni – spiega – e servirà a costituire un fondo perequativo incassando Iva, accise e giochi versati in Sicilia. Si tratterebbe ovviamente di un provvedimento temporaneo fin quando le condizioni infrastrutturali e dei servizi offerti al cittadino in Sicilia non saranno identiche a quelle del nord”.

Fondi per sostenere un nuovo modello di sviluppo

“I Meridionali e in particolare i Siciliani – ha detto Fleres – sono stanchi di essere usati come mucche da mungere sia sul piano fiscale, sia sul piano elettorale. La Sicilia ha il diritto e il dovere di costruire una propria classe dirigente capace di elaborare un nuovo modello di sviluppo che tenga conto delle esigenze infrastrutturali e delle vocazioni culturali economiche e produttive del territorio”.

“Ecco perché – ha concluso Fleres – la Sicilia ha bisogno di una grande forza politica organizzata, unitaria e pragmatica, che si muova per rappresentarli nel dibattito nazionale. Un Movimento che superi, senza rinnegarlo, il percorso autonomista che recentemente ha contraddistinto alcune esperienze politiche attraverso un confronto serrato paritario, post ideologico, moderno”.

Una forza politica che, per il momento, possiamo chiamare soltanto… “cosa”.

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