Questione aperta la sede del secondo Palazzo di Giustizia - QdS

Questione aperta la sede del secondo Palazzo di Giustizia

Lina Bruno

Questione aperta la sede del secondo Palazzo di Giustizia

sabato 14 Dicembre 2019

Palazzo Zanca cerca di retrocedere sull’accordo che vede la collocazione nella caserma Scagliosi. Da mesi si sta ragionando su soluzioni alternative: la Città del Ragazzo è una di queste

MESSINA – Cambiano i governi e cambiano i sindaci, ma la questione della sede del secondo Palagiustizia resta sempre lì, immobile ed insoluta, malgrado le parole spese in incontri e tavoli tecnici ed i protocolli firmati. Nel corso della recente riunione della prima commissione consiliare presieduta da Libero Gioveni, il vicesindaco Mondello ha comunicato che, dopo l’insediamento del nuovo Governo, l’Amministrazione comunale lo scorso 21 ottobre ha trasmesso una nota al ministero della Difesa con la quale ha chiesto “sia la convocazione di un tavolo tecnico, sia la revoca dell’ancora vigente protocollo d’intesa che prevede la realizzazione del secondo tribunale all’interno della caserma Scagliosi di viale Europa”.

Da più di un anno l’esecutivo di Palazzo Zanca cerca il modo per uscire da quest’accordo firmato nel 2017 dai rappresentanti dei ministeri della Giustizia e della Difesa, del Demanio e del Comune di Messina, ma retrocedere non sembra così semplice e i dirigenti dei dipartimenti ministeriali lo hanno più volte ribadito.

Ma dagli stessi dipartimenti è ufficiosamente emerso la scorsa estate che i circa 17 milioni di euro stanziati a suo tempo non basterebbero per l’intera operazione che comprende la trasformazione ad uffici giudiziari dei locali della Scagliosi ed il recupero degli ex magazzini della Marina in via Bonino dove trasferire il Dipartimento militare di medicina legale che si trova nella caserma.

Per completare i lavori occorrerebbero circa 40 milioni e 10 anni rispetto ai cinque preventivati. Una relazione tecnica in merito però non è mai stata presentata e adesso si chiede l’ennesimo tavolo dove sarebbe il caso che si chiarisse, una volta per tutte, anche cosa ha impedito in questi due anni che si procedesse come da accordi sottoscritti.

L’idea dell’ex Caserma Scagliosi come sede sembrerebbe in crisi anche se non completamente tramontata e da mesi si sta ragionando su soluzioni alternative. La Città del Ragazzo è una di queste nuove ipotesi avanzate da Palazzo Zanca dopo il progetto su cui aveva puntato il sindaco Cateno De Luca di un nuovo plesso da costruire in via La Farina, progetto poi ritirato dallo stesso primo cittadino per le polemiche che si erano innescate e per non lasciare spazio, aveva detto, a chi vorrebbe imputargli la responsabilità dell’immobilismo sulla vicenda.

Maria Militello, presidente della sezione distrettuale dell’Anm, ha ribadito che non si può più perdere tempo e ha auspicato che vengano chiariti i tempi che occorrono per la revoca del protocollo, evidenziando anche che l’ipotesi di trasferire il solo tribunale civile nella facoltà di Farmacia non può risolvere il problema. Eriberto Zangla della Confasal Unsa, sindacato autonomo di settore, ritiene invece che si debba perseguire l’obiettivo del protocollo, chiedendo però di implementare le risorse attualmente disponibili.

Anche Ernesto Marcianò, presidente dell’associazione giovani avvocati auspica una convergenza sulla scelta del sito, che non necessariamente debba essere la “Città del Ragazzo”, ipotesi su cui inizialmente la stessa Aiga si era trovata d’accordo. Il rettore Cuzzocrea ha anche dato la disponibilità di un padiglione del Policlinico dove trasferire il dipartimento militare di medicina legale e questo per snellire i tempi e avere subito l’area dell’ex ospedale militare.

A ottobre il sindaco De Luca con una nota aveva lanciato anche un ultimatum: se entro 60 giorni non si hanno notizie sull’avvio del percorso amministrativo per realizzare il secondo Palagiustizia con adozione di decisioni sulla progettazione, si procederà con una delibera di Giunta di revoca dei protocolli, con la contestuale rinuncia al residuo mutuo di 17 milioni di euro concesso quasi 30 anni fa per realizzare un nuovo palazzo di giustizia. Mentre però si continua a discutere, i problemi e le criticità di molti uffici giudiziari restano immutati, anzi si aggravano, e si continuano a pagare esorbitanti affitti ai privati.

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