No ai termocombustori favorisce la mafia - QdS

No ai termocombustori favorisce la mafia

Carlo Alberto Tregua

No ai termocombustori favorisce la mafia

martedì 16 Giugno 2020

Le recenti inchieste con sequestro di patrimonio e arresti, in carcere e ai domiciliari, sulla gestione delle discariche e dei rifiuti solidi urbani, confermano quello che andiamo pubblicando da una decina di anni e forse più. E cioè che il rifiuto – da parte dei diversi presidenti, che si sono susseguiti alla guida della Regione siciliana – di pubblicare bandi di evidenza europea per insediare nove termovalorizzatori (ora denominati termocombustori) non trova alcuna ragione plausibile.
La questione è semplice: i rifiuti vanno trattati e utilizzati come materia prima, non possono e non debbono essere accatastati in montagne che inquinano l’atmosfera e il terreno con il percolato.
Nonostante ciò sia palese, in Sicilia continuano ad essere concessi ampliamenti di discariche, sempre per motivi d’urgenza (diversamente non potrebbero essere autorizzati). Questo perché non si è voluto affrontare il problema dandogli adeguata soluzione: la costruzione di idonei impianti industriali, come hanno fatto tutti i Paesi del mondo e le regioni del Nord Italia.

Nell’inchiesta pubblicata oggi vi è un’ampia documentazione di tali impianti, sia di generazioni precedenti che di ultima generazione, costruiti in Europa e in altre parti del Pianeta. Addirittura quello di Copenaghen ha realizzato una pista da sci sul proprio tetto, tra l’altro costruita da un’azienda bergamasca.
In questi decenni non abbiamo mai voluto pensar male dei presidenti della Regione, cioè che proteggessero gli interessi mafiosi, però via via si sta disvelando uno scenario che fa vedere con chiarezza come, anche se non volontariamente, tali interessi siano stati tutelati.
La documentazione fotografica dell’inchiesta dimostra, senza ombra di dubbio, che i tempi sono più che maturi affinché il presidente Musumeci pubblichi, come detto, il bando per la costruzione di nove termovalorizzatori, uno per ogni provincia. Può farlo con i suoi attuali poteri, ovviamente avallati dalla propria maggioranza.
Com’è noto, in questi ultimi anni, le aree industriali – prima gestite da Consorzi, poi passate all’Irsap della Regione – sono state restituite ai Comuni di competenza.
Tali aree industriali sono dotate di fognature, reti elettriche, impianti idraulici, scarichi, depositi, anche se in gran parte abbandonati.
Con apposita legge regionale, i Comuni potrebbero essere autorizzati a dare in comodato gratuito i terreni di queste aree a chi dovesse insediare l’impianto di termovalorizzazione.
Né Regione né Comune dovrebbero versare un euro perché tali impianti verrebbero realizzati in project financing, con conto economico attivo e l’assunzione di migliaia di dipendenti, sia per costruirli che per gestirli. L’esempio del conto economico è riportato nella pagina dell’impianto di Giubiasco, vicino Bellinzona in Svizzera, pubblicato all’interno.
Più volte abbiamo espressamente invitato i presidenti della Regione a procedere in siffatto modo, però abbiamo riscontrato sordità non giustificata, mentre le montagne di spazzatura si stratificavano nelle discariche sempre più ampie e sempre più maleodoranti.

Vi è però un ostacolo non insuperabile e cioè il contrasto ideologico dell’attuale ministro dell’Ambiente, l’ex generale Sergio Costa, il quale non spiega quale soluzione alternativa vi sia ai termocombustori e non spiega perché tutto il Nord Italia si sia attrezzato con gli stessi impianti, senza che mai nessuno, nemmeno gli ambientalisti, abbia avuto a che dire, con la conseguenza che il mantenere lo status quo comporta gravi danni alla popolazione meridionale, sempre più appestata dai miasmi nauseabondi.
I termocombustori si possono costruire in 24 mesi e da quel momento il problema dei rifiuti solidi urbani sarebbe definitivamente risolto.
Rivolgiamo l’ennesimo appello al presidente Musumeci affinché proceda senza indugio a pubblicare i bandi e ad arruolare una scorta di avvocati per contrastare gli illogici eventuali divieti del ministro Costa.
I termocombustori si devono realizzare, ora e subito, come accaduto ovunque nei Paesi civili. Non si capisce perché la nostra Isola debba essere considerata ancora una pattumiera a cielo aperto.Basta discriminazioni!

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017