Recupero patrimonio culturale, alla Sicilia le briciole - QdS

Recupero patrimonio culturale, alla Sicilia le briciole

Serena Giovanna Grasso

Recupero patrimonio culturale, alla Sicilia le briciole

venerdì 20 Settembre 2019

Il Mibact investe nell’Isola solo 1,2 milioni di euro per otto progetti riguardanti gli Archivi di Stato di Palermo, Agrigento, Messina, Enna e Trapani. Al Lazio 39 milioni di euro, alla Campania 20,7 e alla Toscana 19,2

PALERMO – Ammontano a ben 180 milioni di euro le risorse destinate dal ministero per i beni culturali e le attività culturali per la tutela del patrimonio culturale italiano. L’ammontare andrà a finanziare 595 progetti per il biennio 2019-2020. Peccato, però, che alla Sicilia siano state riservate poco più che briciole.

Infatti, alla nostra regione sono stati destinati solo 1,2 milioni di euro (praticamente appena lo 0,6% del totale, ovvero l’importo più basso a livello nazionale). Nel dettaglio, i progetti ammessi al finanziamento nell’Isola sono otto: in particolare, riguardano gli Archivi di Stato di Palermo, Agrigento, Messina, Enna e Trapani.

Le cifre più “significative” in Sicilia sono state destinate alla movimentazione dei fondi archivistici dalla vecchia alla nuova sede dell’Archivio di Stato di Agrigento, agli interventi di conservazione, ossia al restauro, la spolveratura e la disinfestazione della documentazione, e all’acquisto delle scaffalature per un importo di 400.000 euro. Mentre, 350 mila euro sono stati riservati al completamento della nuova scaffalatura compatta per i depositi dell’Archivio di Stato di Palermo e agli interventi di restauro del Fondo “Archivi Notarili, serie notai, secoli XV – XVI. Somma analoga anche per l’Archivio di Stato di Trapani, nell’ex Convento Sant’Anna, dove il ministero provvederà al consolidamento, al restauro e all’adeguamento impiantistico, alla copertura e al recupero del giardino passeggiata Mura di Tramontana.

A livello nazionale, i principali interventi sulle due annualità riguarderanno il monumento a Vittorio Emanuele II (3,9 milioni di euro) e la Crypta Balbi (3,5 milioni di euro) a Roma, l’Acquedotto mediceo di San Giuliano (3,2 milioni di euro) a Pisa, Castel Sant’Elmo (3 milioni di euro) ed il Museo archeologico nazionale (3 milioni di euro) a Napoli e l’ex convento dell’Annunziata a Bologna (2,1 milioni di euro). Inoltre, la programmazione biennale prevede circa 17,6 milioni di euro per lavori urgenti e imprevisti, in particolare nel settore Archivi, e la disponibilità di somme utili per il cofinanziamento dei progetti Art Bonus, ossia quegli interventi che hanno ottenuto il sostegno economico attraverso il mecenatismo di privati.

A livello regionale, il Lazio riceverà le maggiori quote (39 milioni di euro per 114 progetti complessivi nel biennio), arrivando ad assorbire quasi il 22% del totale. A seguire troviamo Campania (20,7 milioni di euro per 53 progetti), Toscana (19,2 milioni di euro per 48 progetti), Piemonte (13,4 milioni di euro per 33 progetti) e l’Emilia Romagna (10 milioni di euro per 41 progetti).

Oltre che in Sicilia, importi minoritari sono stati investiti anche nelle Marche (2,9 milioni di euro per 17 progetti), Friuli Venezia Giulia (3,1 milioni di euro per 20 progetti), Molise (3,2 milioni di euro per 14 progetti), Umbria (3,4 milioni di euro per 20 progetti) e Sardegna (3,5 milioni di euro per 20 progetti). Anche per la grande Lombardia sono stati riservati importi abbastanza modesti (5,3 milioni di euro per 25 progetti, lo stesso ammontare riservato alla piccola Liguria per i suoi 26 progetti).

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