Musumeci, “Blocco risorse fino alla parifica della Corte dei Conti” - QdS

Musumeci, “Blocco risorse fino alla parifica della Corte dei Conti”

Raffaella Pessina

Musumeci, “Blocco risorse fino alla parifica della Corte dei Conti”

giovedì 24 Ottobre 2019

Il Presidente della Regione ha riferito all’Ars sulla situazione finanziaria. “Il default è stato evitato grazie all’operato di questo governo”. Musumeci ha ribadito più volte di aver ricevuto una pesante eredità dai governi "del passato recente e del passato remoto”. La richiesta di una deroga alle norme europee

PALERMO – Quella che prima era solo un’ipotesi ora è diveuta una triste realtà. I conti in Sicilia sono congelati fino al prossimo 13 dicembre. Lo ha annunciato il Presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso del suo intervento ieri all’Ars. “La Corte dei Conti ha messo in difficoltà questo governo – ha detto – adesso dobbiamo congelare le risorse disponibili perché in occasione della parifica potrebbero emergere alcuni nuovi disavanzi e si dovrà necessariamente fare ricorso all’esercizio provvisorio per due mesi”.

Per la cronaca, il rendiconto del 2018 era stato visionato dalla Corte dei Conti a giugno e vi aveva riscontrato delle criticità. I giudici contabili avevano pertanto chiesto al governo di revisionarlo. Da qui l’accertamento di 400 milioni di euro in più di debito.

Musumeci ieri pomeriggio è intervenuto in Aula per relazionare sullo stato finanziario della Regione, dichiarando che non è vero che la Regione non ha un soldo perché gli impegni di spesa quest’anno sono stati pari a 3 miliardi e mezzo di euro e i pagamenti sono stati di quasi due miliardi di euro. Il Presidente della Regione ha poi evidenziato che nei venti mesi del suo primo mandato governo è stata apportata una riduzione del 10 per cento delle esposizioni debitorie, grazie a tre fattori: riduzione del debito a 5 miliardi di euro, avvio, prima regione in tutta Italia, della rinegoziazione e chiusura anticipata dei derivati che grava per 40 milioni di euro e terzo, revisione delle locazioni di immobili riducendone le spese, riduzione a cui ne seguiranno altre.

Nel suo intervento, Musumeci ha ribadito più volte di aver ricevuto questa pesante eredità dai governi precedenti, “governi del passato recente e del passato remoto”.

“Ci si trova a dover ripianare oggi ciò che andava computato nel 2015 – ha detto il governatore -. A seguito del disavanzo accertato nel 2017 (per un totale di circa 7 miliardi) abbiamo nominato una apposita commissione per redigere una relazione sulle cause, che è stata consegnata alla Corte dei Conti e anche alla commissione Bilancio dell’Ars”.

Il presidente ha aggiunto che nel 2015 con la legge 31, approvata a fine anno e pubblicata a gennaio 2016 è stato aggiunto un comma che ha ridotto la quota trentennale di ripianamento del debito da 160 milioni a 59 milioni di euro, liberando risorse che invece erano destinate al ripianamento del disavanzo. “In quel caso né l’Ars né altri organi hanno bloccato questo provvedimento. Nella precedente legislatura si erano create le condizioni per un default – ha detto Musumeci – che si sarebbe verificato nel 2019, se questo governo non avesse trovato un accordo con lo Stato. L’intervento del Presidente della Regione si è concluso con la promessa che “l’esecutivo si occuperà del risanamento con spirito di sacrificio vivendo questo risanamento come un’opportunità”.

In mattinata, Musumeci aveva già parlato in altra sede di un suo eventuale secondo mandato e della spesa dei fondi europei. “Se avrò realizzato almeno il 60% delle cose che mi sono proposto di realizzare – ha detto ieri – allora credo che avrò il diritto di chiedervi un secondo mandato per completare il programma che voglio realizzare”. Il Presidente della Regione ha specificato sulla spesa dei fondi europei che ne sono stati spesi 730 milioni di euro su 680. “Ma la programazione non è la mia, è quella fatta nel 2014 e noi non c’eravamo al governo – ha spiegato – molta di quella programmazione non si può toccare perché costituisce un vincolo giuridico”. Da qui la richiesta di una deroga alle norme europee. “Se noi non otteniamo la deroga alla procedure attuali è chiaro che il divario tra Nord e Sud continuerà ad esistere – ha dichiarato -. Non si può andare avanti con le stesse procedure del mio collega lombardo”. Per Musumeci sarebbe necessaria “una deroga per cinque anni con sanzioni per le regioni che non saranno capaci di spendere”. Quindi Musumeci ha aggiunto “ci vuole anche un Parlamento che remi nella stessa direzione. Posso affrontare la strada in salita ma non posso scalare le montagne, non sono alpinista”.

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