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Rifiuti, discarica di Bellolampo, la Procura indaga

redazione

Rifiuti, discarica di Bellolampo, la Procura indaga

mercoledì 11 Settembre 2019

Il reato ipotizzato dai magistrati di Palermo sarebbe quello di inquinamento ambientale. Intanto Confcommercio denuncia, "Tari aumentata in un anno dell'otto per cento". E critica la gestione della Regione

La Procura della Repubblica di Palermo avrebbe, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, aperto un’inchiesta per inquinamento ambientale sulla discarica di Bellolampo a Palermo.

Sarebbero indagati l’ex direttore generale del dipartimento rifiuti dell’assessorato regionsle all’Energia Maurizio Pirillo e Marianna Grillo direttore generale per i rifiuti e l’inquinamento del ministero dell’Ambiente perchè l’impianto di bio trattamento sarebbe inadeguato.

L’indagine riguarda anche i ritardi nella realizzazione della settima vasca ma per questo capitolo non vi sarebbero indagati per ora.

Nel fascicolo vi sono atti, fotografie e relazioni ambientali come quella dell’Arpa secondo cui la discarica di Bellolampo costituisce imminente minaccia di danno ambientale.

Da diversi anni ormai la discarica è al centro dell’attenzione dei politici e della magistratura, con sequestri e dissequestri, per la situazione di emergenza dovuta al riempimento delle vasche, ai danni ai macchinari, agli incendi che divampano improvvisi.

In un processo concluso nel 2018 l’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, oltre a dirigenti della società che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Palermo, accusato di disastro ambientale e altri reati, è stato assolto.

All’inizio del mese l’assessore comunale all’Ambiente Giusto Catania aveva detto che “a Bellolampo non c’e’ alcun disastro ambientale. Ci sono elementi di criticità che stiamo affrontando tempestivamente e che, parzialmente, abbiamo già risolto. Le cause sono molteplici ma rimane il fatto che e’ necessario cambiare strategia perché rischiamo di rincorrere periodicamente le emergenze sulla discarica visto che i tempi di realizzazione della sesta vasca continuano a slittare”.

Intanto la Tari pro capite in Sicilia nel 2018 è aumentata dell’8% rispetto all’anno precedente.

Lo ha affermato Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e membro della Giunta Nazionale con delega all’Ambiente.

“E a Palermo – ha aggiunto – la situazione è ancora peggiore, con un aumento dei costi vicino al 10%”.

I dati analitici, che riguardano la tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese, sono contenuti nel report dell’Osservatorio sulle tasse locali di Confcommercio, (www.osservatoriotasselocali.it) diffuso oggi.

“Il dato della Sicilia – ha aggiunto – è il peggiore in Italia dopo l’Umbria, a conferma della sempre crescente distanza tra il servizio offerto e i fabbisogni standard. Nello specifico, Palermo contribuisce con 122 milioni e mezzo al costo della Tari (che a livello nazionale ammonta a 9 miliardi e mezzo)”.

“Paghiamo di più – ha sottolineato – a fronte di un servizio sempre più scadente. E i dati diffusi dalla Regione sulla raccolta differenziata, con Palermo al 18,9%, non si avvicinano nemmeno lontanamente a uno standard appena accettabile, considerato che per legge si dovrebbe raggiungere almeno il 65% e che la media siciliana è attestata al 39%”.

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