Rifiuti elettronici: Sicilia ultima per raccolta, urge riciclare - QdS

Rifiuti elettronici: Sicilia ultima per raccolta, urge riciclare

Rosario Battiato

Rifiuti elettronici: Sicilia ultima per raccolta, urge riciclare

venerdì 26 Aprile 2019

L’assessore regionale Pierobon ha proposto un piano per rilanciare riparazioni e riciclo, che possono dare, secondo gli esperti, il 90% di materie prime seconde. Coinvolto il Ministero per l'Ambiente

PALERMO – Scatta la guerra ai rifiuti elettronici. A presentare la formale dichiarazione è stato l’assessore Pierobon che ha proposto un piano per rilanciare riparazioni e riciclo di questa porzione di rifiuti, definita come Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), spesso lontana dai circuiti di differenziata e quindi di recupero dell’Isola. Eppure costituisce un tassello fondamentale dell’economia circolare, anche in virtù di una filiera che può facilmente dare vita a nuova occupazione.

Una nota diffusa dalla Regione specifica che bisogna scollare l’Isola dall’ultimo posto nazionale per la raccolta differenziata di questi beni (dalle lavatrici ai televisori passando per i monitor e i computer e tanto altro) che spesso vanno a ingrossare il peso del flusso in discarica mentre se “ben riciclati – spiegano i tecnici – è possibile ricavarne anche il 90% di materie prime seconde, con un rilevante risparmio energetico rispetto all’estrazione di nuove materie prime”. Il piano dell’assessore Pierobon prevede di allungarne la vita tramite riparazione e ricondizionamento, dando vita a occupazione e ricavi.

Ad oggi gli apparecchi elettrici ed elettronici comprendono, secondo la recente normativa, sia “grandi elettrodomestici sia piccoli strumenti come le chiavette usb”. Quando smettono di funzionare e non sono riparabili, diventano rifiuti e sono denominati Raee: “a trattarli, sul mercato, oltre alla figura dei distributori di Aee e dei loro trasportatori (ad esempio i centri commerciali che vendono elettrodomestici non solo in negozio ma anche on line avvalendosi di un trasportatore) – si legge nella nota – ci sono gli installatori e i centri di assistenza tecnica”. Proprio in queste ultime due categorie si annidano i principali problemi perché sono “confusamente normate con zone grigie tra gli Aee e i Raee, col rischio di confusione tra le norme da applicare per apparecchi guasti e riparabili”.

Coinvolgendo il ministero dell’Ambiente, a cui è stato chiesto un parere sulle modalità di attivazione di una filiera del settore, è stato possibile definire un sistema che eviti di condurre le apparecchiature guaste o alla fine del ciclo direttamente nel cestino dei rifiuti: “L’interpretazione che abbiamo ottenuto dal ministero – ha spiegato l’assessore Pierobon – per la prima volta risponde a un quesito che fa chiarezza agli operatori tutti, anche in termini di potenzialità di iniziativa economica da parte di distributori e altre figure coinvolte come cooperative, installatori e trasportatori”. In altri termini, c’è attesa per le indicazioni dell’assessore che dovranno appunto regolamentare il settore interno e avviare un circuito virtuoso di raccolta e riciclo.

Attualmente, infatti, i numeri non possono dirsi particolarmente soddisfacenti. I dati del Centro di coordinamento Raee hanno registrato in Sicilia, nel corso del 2018, una raccolta di 14.540 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici, con una media pro capite di 2,89 kg per abitante. Il dato, pur essendo lievemente in crescita (+4,42%) a fronte delle 13.396 del 2017, confina comunque l’Isola all’aultimo posto tra le Regioni italiane per materiali elettrici differenziati. Il dato isolano pro capite è di circa la metà rispetto a quello nazionale (2,89 contro 4,89 kg), a fronte di appena 3 centri di conferimento.

Il quadro per province registra una punta di eccellenza a Catania (4,18 kg, comunque inferiore alla media nazionale) e poi dati profondamente al di sotto: Agrigento (1,63), Caltanissetta (1,43), Enna (2,29), Messina (3,28), Palermo (2,52), Ragusa (2,34), Siracusa (2,33), Trapani (3,27).

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