Sanità, in Sicilia migliora ma non guarisce. Ancora lunga la strada verso qualità ed efficienza - QdS

Sanità, in Sicilia migliora ma non guarisce. Ancora lunga la strada verso qualità ed efficienza

Serena Giovanna Grasso

Sanità, in Sicilia migliora ma non guarisce. Ancora lunga la strada verso qualità ed efficienza

martedì 25 Giugno 2019

Indice di performance sanitaria: terz’ultima in Italia con un punteggio pari a 98,3. Un abisso la divide dal Trentino Alto Adige che conquista la vetta con 107,5 punti. L’Isola si colloca sul podio delle regioni “malate”, con un punteggio pari a 93,8, migliore solo di Campania (91,6) e Calabria (89,1)

PALERMO – Il sistema sanitario siciliano sta registrando qualche segnale di miglioramento, ma appare ancora lontana la via della completa guarigione. Prova ne è l’indice di performance sanitaria sintetizzato dall’istituto Demoskopika all’interno del report “La performance sanitaria – Indice di misurazione e valutazione dei sistemi regionali italiani”.

L’Isola si colloca sul podio delle regioni “malate”, con un punteggio pari a 93,8, migliore solo di Campania (91,6) e Calabria (89,1). Siamo ben lontani dai valori rilevati in regioni come Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto (rispettivamente 107,5, 10,7,3 e 105,3). In generale, sono tutte meridionali le regioni che si collocano nell’area di inefficienza sanitaria, con in più la partecipazione straordinaria del Lazio.

Soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, democrazia sanitaria e speranza di vita: sono questi gli otto indicatori presi in esame dall’istituto Demoskopika in cui la Sicilia totalizza risultati rovinosi.

L’indice di performance sanitaria è solo l’ultimo dei tanti dati negativi che mettono in evidenza le criticità della sanità siciliana. Ricordiamo, ad esempio l’insufficiente copertura oftalmologica: infatti, secondo i dati del ministero della Salute, in Sicilia è presente un solo centro di riabilitazione visiva, contro i 14 centri stanziati in Lombardia. Abbastanza preoccupanti sono anche i dati di Osservasalute afferenti alla presenza di personale medico e odontoiatrico in servizio: in quattro anni la nostra regione ha perso il 9% del personale, contro l’incremento del 4,3% rilevato in Friuli Venezia Giulia.

Altrettanto critici sono i dati relativi alla spesa per l’acquisto di dispositivi medici: infatti, secondo le rilevazioni condotte dal ministero della Salute, nella nostra regione si spendono 84 euro a persona, ben 5 euro in più rispetto alla Lombardia (79 euro).

E non è tutto: sono numerose le cattive abitudini che contraddistinguono i siciliani, cattive abitudini in larga misura addebitabili ai ridottissimi interventi di prevenzione e sensibilizzazione.

Secondo i dati di Osservasalute, proprio nella nostra regione, si rileva una delle incidenze maggiori di fumatori (20,14%), in pochissimi praticano attività sportiva (il 17,1% dei siciliani praticano sport in modo continuativo, mentre il 56,6% conduce una vita sedentaria) e consumano verdure ((43,9%). Cattive abitudini che si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita.

Sempre secondo l’osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, proprio in Sicilia si osserva l’incidenza più elevata di persone in sovrappeso (39,1%, contro una media nazionale del 35,4%). Tutti i fattori elencati incidono notevolmente sulla durata della vita: infatti, secondo l’analisi congiunta Istat-Inmp, nella nostra regione una persona istruita vive oltre cinque anni meno rispetto alla stessa persona residente a Bolzano (rispettivamente 81,5 e 86,9 anni).

Se queste sono tutte le criticità che relegano la Sicilia tra le regioni inefficienti dal punto di vista sanitario, è necessario specificare che il percorso di miglioramento è stato avviato ed ha iniziato a produrre i suoi primi frutti. Infatti, secondo i dati Agenas, l’Isola è al di sopra della media nazionale per rapidità nell’assistenza ortopedica degli anziani: nel caso di fratture di femore in età avanzata si registra un incremento del 57% dei pazienti sottoposti ad intervento entro 48 ore, passando dal 13% al 70,7% (contro la media nazionale del 64,4%).

Anche nell’area cardiologica si registra un deciso passo in avanti: infatti, la Sicilia è la prima regione in Italia per tempestività di intervento nel campo dell’assistenza all’infarto. L’83% dei siciliani colpiti da infarto ricevono cure immediate con trattamento in angioplastica coronarica (+12% rispetto alla media nazionale).

Infine, si registra anche una riduzione dei decessi a 30 giorni, dopo un primo episodio di infarto e si stima che in un triennio siano stati circa 360 i decessi a 30 giorni evitati. Ciò è il risultato di un programma dell’assessorato per la Salute che ha introdotto il miglioramento degli standard di qualità dell’assistenza in campo cardiologico, ortopedico e ostetrico per la valutazione dei direttori generali di aziende sanitarie provinciali e ospedaliere.

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