Sanità, l'Aiop chiede a Regione e Ars l'apertura di un tavolo - QdS

Sanità, l’Aiop chiede a Regione e Ars l’apertura di un tavolo

redazione

Sanità, l’Aiop chiede a Regione e Ars l’apertura di un tavolo

sabato 21 Settembre 2019

Per il presidente regionale Ferlazzo è urgente un confronto su personale ospedali privati per via di una proposta di legge che, se approvata, creerebbe effetti destabilizzanti su un comparto in cui i tetti di spesa sono bloccati dal 2007

L’Aiop chiede alla Regione e all’Ars l’apertura di un tavolo di confronto per discutere del personale della componente di diritto privato del servizio sanitario regionale.

Un sub emendamento contenuto nel collegato alla finanziaria regionale 2019, in calendario a Sala d’Ercole, prevede modifiche degli standard di personale infermieristico e parasanitario rispetto a quanto previsto dalla legge regionale che, attualmente, regolamenta le strutture.

L’Aiop – che in Sicilia rappresenta 52 aziende sanitarie ospedaliere di diritto privato e sette Rsa, tutte accreditate con il Servizio sanitario regionale, ritiene che la proposta di legge creerebbe effetti destabilizzanti sul comparto, in una fase nelle quali i tetti di spesa sono bloccati dal 2007, anno nel quale la regione è entrata in piano di rientro, e si è riaperto, a livello nazionale, il confronto per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.

“La proposta di emendamento – scrive il presidente di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo in una lettera inviata ai presidenti della Regione e dell’Ars, all’assessore alla Salute e alla Commissione sanità – ha suscitato allarme nel comparto in quanto, se dovesse essere approvata in questo momento, rischierebbe di mettere in crisi le aziende”.

“L’Associazione – si legge nella lettera – non si oppone, in linea di principio, a una revisione degli standard di personale contenuti nella legge, consapevole che si tratta di una legge datata che necessita di una manutenzione. Tuttavia, vanno effettuate alcune considerazioni rispetto all’opportunità di rivederla in questo particolare momento storico, nel quale le nostre aziende sono in uno stato di sofferenza e di precarietà: la Sicilia è da 12 anni in piano di rientro, per cui le aziende hanno subito tutte le misure restrittive in esso contenute”.

“Inoltre – afferma ancora Ferlazzo – , le nostre aziende, per ottenere l’accreditamento istituzionale con la Regione, hanno dovuto adeguarsi ai nuovi standard dell’accreditamento e, recentemente, si sono, altresì, dovute adeguare ai nuovi standard ministeriali del 2015 recepiti dalla Regione”.

“In considerazione di questo scenario complessivo – conclude la lettera – chiediamo alle Istituzioni di riconsiderare la decisione dell’approvazione del sub emendamento e di aprire un tavolo di confronto per evitare di mettere in crisi un comparto che rappresenta una parte rilevante della realtà sanitaria ed economica della Sicilia”.

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