Santo Cutrone, "Dei piccoli segnali di ripresa dopo anni di crisi nerissima" - QdS

Santo Cutrone, “Dei piccoli segnali di ripresa dopo anni di crisi nerissima”

Giovanna Naccari

Santo Cutrone, “Dei piccoli segnali di ripresa dopo anni di crisi nerissima”

martedì 03 Dicembre 2019

Santo Cutrone, presidente regionale Associazione nazionale costruttori edili. "Ci sono opere immediatamente cantierabili per quasi 5 miliardi di euro"

Quali sono i numeri della crisi dell’edilizia in Sicilia?
“Il nostro settore prima della crisi dava lavoro a duecentomila dipendenti. Basti pensare che nel 1987 si pubblicavano gare per circa un miliardo di euro. Dal 1987 c’è stata una diminuzione continua degli appalti, che ha fatto registrare la punta minima di spesa di 100 milioni di euro nel 2015 e nel 2016. Oggi si contano circa 70 mila dipendenti nell’edilizia, con una perdita di 130 mila unità. Lo Stato in questi anni ha abbandonato il settore sotto tutti i punti di vista, specialmente il Sud e la Sicilia hanno avuto il maggior disservizio dai finanziamenti bloccati dal Governo nazionale”.

A quanto ammonta oggi la spesa pubblica nel settore dell’edilizia?
“Da due anni nell’edilizia c’è stata un’accelerazione della spesa pubblica: si registra un’inversione di tendenza dell’Amministrazione regionale rispetto alla precedente. Con l’attuale Governo si è passati da una spesa di 194 milioni di euro del 2018 ai 252 milioni di euro di appalti aggiudicati quest’anno, con un incremento del 26%. Nel 2017 la spesa ammontava a circa 120 milioni di euro. Anche gli uffici del Commissario di governo contro il Dissesto idrogeologico nella Regione siciliana hanno velocizzato le attività. Rispetto al programma nazionale posso dire che la Sicilia è avanti perché, a fronte di 2 miliardi 800 milioni di euro, sono state finanziate opere per 759 milioni, mentre il Paese viaggia con il 18% su un finanziamento di 25 miliardi”.

In quali opere pubbliche c’è stato un riavvio della spesa?
“Il riavvio della spesa è avvenuto a livello generale in tutti i settori. Gli interventi più grossi riguardano le strade, le ferrovie e le depurazioni. L’edilizia scolastica mostra segnali di ripresa, ci sono fondi dell’assessorato alla Pubblica istruzione che teniamo sotto osservazione affinché ripartano i lavori. Ci risulta, inoltre, che si devono aggiudicare opere importanti nel settore della sanità per sistemare quasi tutte le strutture ospedaliere delle province”.

L’Ance Sicilia ha fatto una ricognizione al 31 ottobre delle opere immediatamente cantierabili. Ci può fare qualche esempio?
“Il nostro Centro studi ha rilevato 291 progetti di opere immediatamente cantierabili per un importo di 4 miliardi 975 milioni di euro, di cui 16 rientrano nel Patto per il Sud-Sicilia per circa 864 milioni di euro. Tra le categorie, ci sono opere ferroviarie per 3 miliardi 192 milioni, infrastrutture idriche per 433 milioni 515 mila euro e opere stradali, nuove o varianti, per 977 milioni 336 mila euro. Altri progetti riguardano il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente, quasi 128 milioni di euro, e tante altre categorie, tra le quali gli edifici scolastici per circa 89 milioni 355 mila euro. E poi ancora opere portuali e marittime, impianti sportivi, spazi pubblici urbani e altro. La ricognizione dell’Ance Sicilia, che riguarda tutte le province, rileva gli enti appaltanti, il livello di progettazione, la fonte di finanziamento e, laddove esiste, il problema da risolvere affinché inizino i lavori”.

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Quanti sono i soci di Ance Sicilia?
“Le aziende associate sono circa novecento. C’è stata, negli anni, una riduzione di aziende per la crisi. Alcuni piccoli imprenditori che non hanno avuto la possibilità economica di rinnovare attestazioni Soa, o di mettersi al passo con la certificazione di qualità, hanno deciso di abbandonare il settore. Ci sono anche imprese storiche che hanno chiuso per la crisi”.

Qual è il vostro interesse come associazione?
“Il nostro interesse primario è quello di produrre più lavoro per le imprese e per le aziende”.

C’è un dialogo con le Istituzioni?
“Con le Istituzioni c’è un grande rispetto reciproco dei ruoli, sia nei confronti della Presidenza della Regione siciliana, sia con i vari assessorati. Il presidente Nello Musumeci ci ha detto di essere interessato a conoscere personalmente tutte le difficoltà che ci sono nel settore al fine di renderlo sempre partecipe, per far sì che questa Sicilia esca dall’impasse e dal disastro della viabilità interna. Come presidente di Ance Sicilia, ho chiesto un incontro con il vice ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Giancarlo Cancelleri, in merito ai lavori sulla Ragusa-Catania e per tanti altri interventi, non ultimo quelli sulla Catania-Palermo. Nell’ultima Assemblea nazionale Ance, dove era presente anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha elencato tutti i lavori sbloccati, ma erano solo al Nord. Da Roma in giù ha elencato solo la Sassari-Olbia. C’è un’Italia a due velocità, una che corre e una che è ferma”.

Quali criticità avete riscontrato nella Pa?
“Abbiamo esposto al Governo regionale la lentezza delle autorizzazioni della Commissione Via-Vas all’assessorato Territorio e Ambiente. La Commissione intanto è stata rinnovata e sono stati creati i sottogruppi per velocizzare i tempi di risposta alle imprese. Abbiamo segnalato anche altre lentezze procedurali su cui abbiamo avuto rassicurazioni dall’Amministrazione regionale per la ricerca di una soluzione”.

Cosa pensa del Codice degli appalti?
“Secondo me, il Codice degli appalti deve essere abolito, perché ha determinato il blocco della spesa pubblica e delle imprese. E favorisce il massimo ribasso, dove si può annidare il malaffare”.

Cosa proponete?
“Riteniamo migliore la legge approvata dalla Regione siciliana ed entrata in vigore ad ottobre. È stata impugnata dal Consiglio dei ministri perché violerebbe la competenza legislativa dello Stato in materia, ma il Governo regionale si è opposto. Anche l’Ance Sicilia interverrà a sostegno della norma perché la Sicilia è a Statuto speciale e in passato ha già legiferato in materia. È una legge nata dal confronto con tutte le forze datoriali, con le istituzioni e con il supporto del Governo regionale”.

Perché preferite la legge regionale?
“Elimina il ribasso per i lavori sotto l’importo di 5 milioni di euro ed è previsto un meccanismo matematico per la partecipazione alle gare che esclude la possibilità di condizionamenti esterni. Anche l’Ance nazionale ha posto questo metodo sui tavoli del Governo centrale, ma alla fine si è optato per un modello simile, che però non dà la certezza assoluta dell’assenza di condizionamenti esterni. Speriamo si scelga il modello siciliano”.

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