Scontro nella Camera di Commercio di Palermo e Enna, il nodo resta sempre quello dei conti - QdS

Scontro nella Camera di Commercio di Palermo e Enna, il nodo resta sempre quello dei conti

redazione

Scontro nella Camera di Commercio di Palermo e Enna, il nodo resta sempre quello dei conti

mercoledì 23 Ottobre 2019

Tensione alta anche a seguito delle dimissioni di quasi tutti i consiglieri in quota Confcommercio. Il presidente Albanese ha convocato un’incontro per quella che ha definito “operazione verità”

PALERMO – Volano gli stracci alla Camera di Commercio di Palermo ed Enna. Dopo le dimissioni a fine settembre di undici dei dodici consiglieri camerali eletti in quota Confcommercio, il presidente Alessandro Albanese ha convocato una conferenza stampa per presentare quella che ha definito “un’operazione verità sui conti”.

“Abbiamo salvato l’Ente dal default”, ha rivendicato l’imprenditore. “Ci siamo dimessi per dare un segnale di allarme – ha controbattuto Confcommercio – la situazione finanziaria dell’Ente è sempre grave senza che si ravvisi una concreta prospettiva di arrivare al pareggio di bilancio”.

A formalizzare le dimissioni un mese fa sono stati Daniela Cocco, Antonio Cottone, Alessandro Dagnino, Patrizia Di Dio, Nicola Farruggio, Fabio Gioia, Giovanni Mangano, Salvatore Randazzo, Margherita Tomasello e Gioacchino Vitale, oltre a Maurizio Prestifilippo che le aveva già rassegnate in precedenza. Albanese però ha rivendicato il lavoro fatto fin qui e ha tirato dritto: “Abbiamo chiuso il 2018 riducendo il disavanzo di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. Un risultato operativo che supera ogni più rosea previsione e che è stato possibile grazie all’impegno costante dell’attuale amministrazione che, nonostante le criticità congiunturali e strutturali, ha lavorato alla messa in sicurezza della continuità dell’ente stesso, non trascurando le altre attività programmatiche e, soprattutto, l’adozione di ogni azione utile alla risoluzione delle problematiche delle Camere siciliane, legate alle criticità di bilancio derivanti dall’improprio onere pensionistico”.

“Le Camere dell’Isola – ha aggiunto – sono, infatti, gli unici Enti pubblici del panorama nazionale costretti ancora a pagare le pensioni dei propri ex dipendenti caricandone l’onere sul bilancio corrente. Situazione che, unita al taglio del 50% dei diritti camerali deliberato a livello nazionale nel 2014, ha di fatto reso insostenibile la situazione degli stessi enti. Nello specifico, la Camera di Commercio di Palermo ed Enna, che ha in carico 205 pensionati a fronte di 89 dipendenti di ruolo in servizio, al netto degli oneri pensionistici pari a 7,6 milioni di euro, avrebbe prodotto nel 2018 un avanzo di gestione di 5,6 milioni”.

E, ha sottolineato Albanese, le strategie per ridurre il deficit sono state avvallate anche da Confcommercio, “grazie al lavoro di Consiglio e Giunta camerale che hanno condiviso ogni passaggio sin dal principio, nella consapevolezza dell’estrema precarietà economica in cui versava l’ente. Precarietà fotografata plasticamente nel ‘Programma pluriennale di rientro dal deficit strutturale’, approvato all’unanimità il 24 gennaio 2018, nel quale, con grande realismo, sono state previste perdite almeno fino al 2022. Un disavanzo di gestione che già nel consuntivo 2018 la Camera è riuscita a ridurre, chiudendo con un deficit di 2 milioni di euro, contro i 6,4 del 2017 e contro i 3 previsti nel programma quinquennale”.

Confcommercio Palermo “è lontanissima da qualunque lettura politica o peggio ancora complottistica, circolata nell’ultimo mese, riguardo alle dimissioni di undici componenti dal Consiglio di Camera di Commercio Palermo-Enna”, si legge in una lunga controreplica dell’associazione dei commercianti. “Le dimissioni, peraltro condivise dai componenti dimissionari nei primi di agosto, ben prima della loro effettiva formalizzazione, non sono state decise contro qualcuno o qualcosa bensì a causa dell’insostenibilità finanziaria dell’Ente, dovuta soprattutto all’obbligo, nascente da sciagurate scelte legislative del passato, di porre a carico delle Camere siciliane l’obbligo di corrispondere le pensioni a numerosi ex dipendenti. E infatti, nonostante i tanti sforzi compiuti in oltre due anni, nel corso dei quali i consiglieri camerali facenti capo a Confcommercio hanno offerto il proprio contributo con il massimo senso di responsabilità, la situazione finanziaria dell’Ente è sempre grave senza che si ravvisi una concreta prospettiva di arrivare al pareggio di bilancio. Tanto che il bilancio 2018 non è ancora stato approvato nonostante i termini siano scaduti a fine aprile”.

“Ci auguriamo – hanno concluso da Confcommercio – che le dimissioni degli undici consiglieri, motivate da fatti concreti, possano rappresentare un chiaro segnale di allarme sulla insostenibilità del sistema, allarme che deve concretamente essere raccolto da chi può e deve dare risposte a garanzia della stessa funzionalità dell’Ente, nonché a garanzia dei dipendenti e dei pensionati. In mancanza di adeguate risposte, non sono sufficienti l’ottimismo e le buone intenzioni e appaiono addirittura inopportuni i toni trionfalistici di queste ore”.

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