Scuola, prove generali di ripartenza, al via oggi le lezioni di recupero ma tanti i nodi da sciogliere - QdS

Scuola, prove generali di ripartenza, al via oggi le lezioni di recupero ma tanti i nodi da sciogliere

redazione

Scuola, prove generali di ripartenza, al via oggi le lezioni di recupero ma tanti i nodi da sciogliere

martedì 01 Settembre 2020

Bonetti, ministro Pari Opportunità e Famiglia, “In caso di quarantena aiutiamo genitori con congedi e smart working”. Flc Cgil Sicilia, “Troppi proclami, anche la Sicilia paga le conseguenze dei ritardi nell'avvio delle procedure per l'avvio del nuovo anno scolastico”

di Paola Giordano e Patrizia Penna

ROMA – Partiranno da oggi – in alcuni casi in presenza, in altri, per il secondo grado, a distanza, a seconda dell’autonoma scelta delle singole scuole – i corsi per i recuperi degli apprendimenti degli studenti. Nei giorni scorsi il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole una nota di chiarimento nella quale ricorda tra l’altro che il recupero degli apprendimenti non è “un mero adempimento formale”, ma nasce dalla “necessità di garantire l’eventuale riallineamento degli apprendimenti dato il particolare anno scolastico vissuto da marzo a giugno dai nostri ragazzi”.

“Lo sforzo compiuto lo scorso anno scolastico è stato considerevole ed è stato per molti versi esemplare di come comunità educanti coese abbiano dato una pronta risposta alla necessità di garantire, seppure in una situazione drammatica, il diritto all’istruzione”, ricordava la nota, “si tratta ora di recuperare ciò che si è inevitabilmente perso”.

La riapertura delle scuole resta un tema caldissimo. “Dobbiamo dare soluzioni alle famiglie e agli studenti, la priorità è la riapertura delle scuole ed assolutamente da evitare è una nuova chiusura”, ha chiosato Elena Bonetti, ministro Pari opportunità e Famiglia.
Bonetti ha promesso che nel caso di una quarantena per una classe con un positivo al Covid per aiutare i genitori “verranno riattivati gli strumenti straordinari già previsti nel periodo del lockdown, quindi congedi straordinari retribuiti e diritto allo smart working”. “Assolutamente da evitare è che a fronte di un caso di positività si chiuda tutta la scuola”, ha concluso la ministra.

Secondo il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, per un’eventuale caso di positività a Covid-19 a scuola, la quarantena è una possibilità, ma tampone a tutti più efficace per rientro precoce.
“Se un alunno ha la febbre – ha precisato Sileri – va fatto il tampone. E se è positivo, andrà fatto lo screening sulla classe. E questo vale per il personale scolastico e per chi è in classe a stretto contatto con lo studenti”. Per quanto riguarda gli insegnanti con fragilità e la possibilità di lavorare da casa, “è possibile – ha sottolineato il viceministro – era già stato stabilito per la tutela dei lavoratori fragili. Tutto è affidato al medico competente della Asl”.

Sileri ha ricordato infine di essere contrario alla mascherina tra i 6 e i 10 anni: “Credo che sotto questa età sarà molto difficile farla usare. Ma credo anche che basti spiegare ai bambini che esiste questo virus senza impaurirli. Possiamo minimizzare il rischio, non portarlo a zero”.
Nonostante le rassicurazioni del Governo, le polemiche non si placano perché tante, forse troppe, sono ancora le incognite.

Una di queste riguarda l’uso della mascherina in classe. Secondo Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico, serve buon senso, perché “vedere tutti i ragazzi portare la mascherina sempre sarebbe una misura di estrema sicurezza ma non realistica”.

Mentre per i test sierologici ai docenti, serve “più informazione” perché “la protezione degli alunni per una persona che fa l’insegnante credo rappresenti una priorità assoluta”.
Sulla mascherina, ha sottolineato Richeldi, “bisogna trovare una misura di buon senso ad esempio l’utilizzo nel momento in cui i ragazzi non sono seduti e quindi si alzano e possono arrivare ad una distanza attraverso la quale potrebbe essere trasmissibile il virus. Però è un tema ancora aperto a livello mondiale, non solo da noi”.

Quanto ai test sierologici facoltativi per docenti e personale Ata prima dell’inizio dell’anno scolastico, ha sottolineato il presidente della Società Italiana di Pneumologia (Sip), “l’obbligatorietà è una misura che secondo me difficilmente raggiunge l’obiettivo. Quello che è importante è che questi insegnanti sappiano che non facendo questo test possono mettere a rischio la salute dei propri alunni: credo sia una responsabilità incompatibile con la loro missione quindi ritengo che vada a fare una campagna informativa più pressante”.
Magari, ha concluso, “siamo ancora in tempo a recuperare, visto che abbiamo ancora qualche settimana”.

Flc Cgil Sicilia: “Anche la Sicilia paga le conseguenze del ritardo nell’avvio delle procedure”

Sulla riapertura delle scuole abbiamo sentito il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, al quale abbiamo chiesto di fare il punto della situazione sulla nostra Isola.
Segretario Rizza, oggi ripartono le lezioni di recupero a scuola, ancora tante le incognite: a che punto siamo in Sicilia?
“La Sicilia, in po’ come nel resto dell’Italia, paga le conseguenze del ritardo relativamente a tutte le procedure necessarie all’avvio del nuovo anno scolastico e che potevano essere avviate già da qualche mese. Sicuramente la confusione generata dal continuo susseguirsi di proclami e indicazioni emanate dai vari organismi competenti e da iniziative autonome di singoli enti territoriali, non sta aiutando questa fase che aveva invece bisogno di indicazioni chiare e definitive necessarie per consentire ai dirigenti scolastici di organizzarsi già da tempo. Già da oggi infatti si avvieranno nelle nostre scuole tutta una serie di attività. A cominciare da quelle propedeutiche che dovranno essere deliberate dal Collegio dei docenti, ma anche e soprattutto quelle di recupero e integrazione degli apprendimenti che coinvolgerà docenti e studenti delle scuole secondarie di secondo grado”.

Obbligo mascherine ai bambini dai 6 ai 10 anni: cosa ne pensate?
“In questa circostanza la sicurezza è la parola d’ordine. Sarà difficile immaginare che questi bambini possano indossare per così tanto tempo delle mascherine che già a noi adulti danno molto fastidio. Speriamo nella creatività delle nostre maestre che sicuramente riusciranno a inventarsi qualcosa per fare in modo che gli alunni le indossino. Quello che ci preoccupa invece è il controllo della temperatura corporea che i genitori dovranno fare da casa. In questo senso bisogna invece avviare una campagna di sensibilizzazione dei genitori perché è proprio dalle famiglie che deve partire la prevenzione”.

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