Segnalazioni dei cittadini a Messina su WhatsApp, molta confusione e pioggia di polemiche - QdS

Segnalazioni dei cittadini a Messina su WhatsApp, molta confusione e pioggia di polemiche

Lina Bruno

Segnalazioni dei cittadini a Messina su WhatsApp, molta confusione e pioggia di polemiche

martedì 15 Ottobre 2019

I rappresentanti sindacali della Polizia locale: “Tematica affrontata con troppa leggerezza”. Il nuovo servizio per denunciare i disservizi è stato fortemente voluto dal sindaco De Luca

MESSINA – Una valanga di segnalazioni a una settimana dall’attivazione del numero WhatsApp voluto dal sindaco Cateno De Luca, che erige i cittadini a sentinelle del territorio. La Centrale operativa dei vigili urbani, che ha sempre avuto un suo numero di pronto intervento, si ritrova adesso sommersa di richieste difficili da gestire.

“L’intento dell’Amministrazione – si legge nel comunicato ufficiale di avvio del servizio – è quello di consentire, attraverso le segnalazioni di anomalie, una più puntuale e rapida risposta da parte della Polizia municipale”. Ma i vigili non riescono a essere più rapidi di quanto finora non lo siano stati, anzi le centinaia di richieste arrivate rischiano di intasare l’intero sistema.

L’iniziativa ha scatenato reazioni negative, perché è sembrata più una “trovata social” del primo cittadino, che uno strumento per educare al rispetto delle regole e risolvere i problemi. Di canali per segnalare i disservizi, infatti, ne esistono già molti e abbondano soprattutto nei social, ma si cercava un percorso per fare accertare all’organo preposto l’anomalia (anche se questo c’è già il numero 771000). Ci sono poi i consiglieri di circoscrizione, che hanno un osservatorio privilegiato e continuo sul territorio e inviano a Palazzo Zanca ogni tipo di segnalazione.

Ma l’Amministrazione vuole individuare e sanzionare i trasgressori e vuole farlo con l’aiuto di altri cittadini, promettendo ai “segnalatori” degli sconti sui tributi, anche se ciò sembra aver scatenato una sorta di caccia alle streghe. “La recente istituzione del servizio WhatsApp, per segnalare disfunzioni e irregolarità – ha sottolineato il segretario provinciale Silpol, Giuseppe Gemellaro – non può sconvolgere. Ciò che invece fa riflettere e per certi versi indigna è la sufficienza e la faciloneria con cui vengono affrontate certe tematiche che sono di estrema sensibilità. In questa città esiste, a differenza di altre città con cui impropriamente si sono fatti paragoni, un corpo di Polizia municipale che esplica attività operativa e vi è per questo una Centrale operativa che è vero fulcro di presenza ed assistenza continuativa ai bisogni della popolazione. La recente scelta di istituire questo nuovo servizio, condivisibile nella sostanza ma non nelle forme con cui è stato dato in pasto alla gente, finisce con l’aggravare ulteriormente il carico di lavoro della Centrale operativa e dell’intero Corpo, che tra l’altro non ha la disponibilità e la possibilità, per la cronica ed arcinota carenza di uomini e mezzi, di far fronte a questa valanga di richieste di intervento”.

Le consigliere della IV e V Circoscrizione, Debora Buda e Lorena Fulco, hanno invece evidenziato come il sistema di segnalazione via WhatsApp violi tutte le normative sulla protezione dei dati personali. Il dirigente comunale Domenico Signorelli, in realtà, il giorno dopo l’entrata in funzione del servizio, aveva tenuto a precisare con una nota che il Comando di Polizia Municipale “declina ogni responsabilità sull’utilizzo dei dati operato dal gestore. Le segnalazioni provenienti da questo social saranno utilizzate a termine di legge”. Ma quello che tengono a evidenziare le consigliere Buda e Fulco è che in un anno di attività istituzionale hanno protocollato e inviato ai dipartimenti competenti oltre trecento segnalazioni, istanze che sono rimaste inevase. Le note riguardavano presenza di buche e dissesto del manto stradale, mancato svuotamento di cassonetti, cumuli di sporcizia sui marciapiedi, rimozione di carcasse di auto e moto, mancata scerbatura del verde urbano.

Le consigliere del movimento “Vento dello Stretto” hanno ribadito che utilizzando i canali istituzionali, incontrando dirigenti e assessori, hanno constatato “disattenzione e mancanza di programmazione da parte dell’Amministrazione”, e si chiedono come un servizio WhatsApp “possa risolvere le mancanze degli organi preposti quando numerosissime istanze provenienti dai quartieri rimangono inevase chissà su quale scrivania”.

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