Sergio Mattarella, vero capo dell’Italia - QdS

Sergio Mattarella, vero capo dell’Italia

Carlo Alberto Tregua

Sergio Mattarella, vero capo dell’Italia

martedì 09 Luglio 2019

La soluzione relativa alla procedura di infrazione minacciata dall’Unione europea ha un preciso punto di riferimento: quello del Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella è persona sobria e pacata, con capacità di vedere nella loro essenza i problemi e di pensare alle possibili soluzioni.
La Costituzione italiana prevede che il Capo dello Stato presieda le Forze armate e il Consiglio superiore della magistratura (art. 87). Egli inoltre nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri (art. 92). Tuttavia, il regime parlamentare non consente al Capo dello Stato di andare al di là delle prerogative costituzionali. Come può egli, intervenire nell’agone politico? Solo con la moral suasion, cioè col carisma della propria personalità che induce altri a fare ciò che spesso non vorrebbero.
Mattarella ha, via via, aumentato numero e qualità dei rapporti con molti capi di Stato e di governo esteri e con tutte le istituzioni italiane. Il suo osservatorio è privilegiato.


La Presidenza della Repubblica ha uno staff di professionisti di prim’ordine in campo giuridico, economico, finanziario e dell’informazione. Non è un caso che prima di essere promulgate, le leggi passino a quel vaglio, per verificare che non vi siano ombre di incostituzionalità. I governi più prudenti vi si affidano perché costituisce comunque una garanzia preliminare di fronte ad un vaglio successivo che dovesse essere fatto dalla Corte costituzionale, ricordiamo come Tribunale delle leggi.
Nella vicenda turpe del Csm, Mattarella ha dato una linea di rigore, come è suo costume, e gli effetti si cominciano a vedere con le dimissioni di magistrati ed il loro allontanamento dagli uffici. Ma ancora la questione resta aperta perché appurati i “complotti”, orditi da emissari politici e magistrati requirenti, non sono arrivate le relative sanzioni. I cittadini, invece, attendono di vedere puniti i responsabili.
Pochi giornali e giornalisti, quasi nessuno in verità, hanno evidenziato un fatto importante: i colloqui, segreti o palesi, volevano indirizzare le nomine dei vertici delle Procure. Solo in pochi casi hanno riguardato i vertici degli apparati giudicanti.

Come mai tanta attività, più o meno segreta, riguardante solo i vertici delle Procure? La risposta è nei fatti. Esse hanno un notevole potere, più nell’informazione che giudiziario, in quanto hanno la possibilità di mettere nel forno mediatico avversari e personaggi scomodi. Ovviamente, non tutti i vertici delle Procure si comportano in questo modo, cioè cercando la notorietà piuttosto che la verità, anzi sono una stretta minoranza. Ma proprio su costoro puntavano i congiurati per colpire avversari di ogni tipo.
Avere un Presidente della Repubblica come Sergio Mattarella è una sicurezza per tutti i cittadini. La sua solida preparazione giuridica, il suo fiuto e il buon senso siciliano, sono una ricca miscela che permette di individuare, di volta in volta, il bandolo della matassa, che così si può sciogliere.
Ora si profila all’orizzonte un problema fra il Viminale e le Forze Armate, cioè un conflitto tra i ministri Salvini e Trenta, circa le competenze relative alla sorveglianza nel Mediterraneo in funzione anti-immigrazione illegale. Vedremo come evolverà.


Ma torniamo per un attimo alla procedura di infrazione Ue. I bollenti spiriti dei due “galli” del governo sono stati sedati opportunamente dalla Presidenza della Repubblica quando si è arrivati al dunque: sfidare l’Ue – e quindi subire la procedura di infrazione che sarebbe stata una stangata forse insopportabile per l’Italia – oppure aderire alle richieste della Commissione europea mediante una rettifica dei conti che facesse scendere il disavanzo del 2019 intorno al due percento. Così è stato, Tria ha trovato i sette-nove miliardi che servivano e la questione si è risolta in maniera soddisfacente.

Ora si presenta il secondo monte da scalare, che riguarda la legge di Bilancio 2020 con una quarantina di miliardi ancora da trovare. Ma avremo tempo di ritornarci non appena il governo darà indicazioni a riguardo, che peraltro non potranno discostarsi dalle linee guida del Documento economico-finanziario approvato dallo stesso. Non sarà una cosa facile, ma riteniamo che anche questa volta lo scoglio verrà superato anche perché come ricorda la bella canzone di Lucio Battisti, “Come può uno scoglio, arginare il mare?”

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