Siciliani tartassati: nel 2018 spesi 294 mln di € per Tefa, Rc auto e Ipt - QdS

Siciliani tartassati: nel 2018 spesi 294 mln di € per Tefa, Rc auto e Ipt

Serena Giovanna Grasso

Siciliani tartassati: nel 2018 spesi 294 mln di € per Tefa, Rc auto e Ipt

venerdì 02 Agosto 2019

Uil: le tre tasse “occulte” che troviamo sulle bollette Tari, sull’assicurazione e all’acquisti di un nuovo mezzo. Nell’Isola si applica l’aliquota più alta: per l’imposta provinciale di trascrizione maggiorazione del 30%

PALERMO – Non solo Irpef, Iva, Imu, Irap e bollo auto, ci sono almeno altre tre tasse che i cittadini siciliani ignorano di pagare o sconoscono l’ente che le incassa. Tefa, Rc auto e Ipt: ecco le tre “tasse occulte” che puntualmente troviamo sulle bollette della Tari, sull’assicurazione oppure al momento di acquistare un’auto o uno scooter, delle vere e proprie tasse sulle tasse.

Il Tefa (Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente), istituito nel 1992 dal Governo Ciampi, è applicato alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tari). L’aliquota è stabilita annualmente dalle Province e varia da un minimo dell’1% ad un massimo del 5%. La stragrande maggioranza delle Province applica l’aliquota più alta (5%): tra queste troviamo grandi città come Palermo, Roma, Milano, Napoli, Bari, Torino, Genova, Firenze, Venezia e Cagliari.

Secondo le elaborazioni condotte dal servizio politiche territoriali della Uil (Unione italiana del lavoro), nelle nove province siciliane il pagamento del tributo incide per 27,7 milioni di euro (costituisce quasi il 7% dei 414 milioni di euro sborsati complessivamente a livello nazionale).

L’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile veicoli (Rc auto) si applica sulle polizze assicurative, nella misura del 12,5% del premio, dei veicoli a motore (esclusi i ciclomotori) dove hanno sede i Pra (Pubblici registri automobilistici) nei quali i veicoli sono iscritti e di macchine agricole nel cui territorio risiede l’intestatario della carta di circolazione. Dal 1999 il gettito dell’imposta è devoluto alle Province, mentre dal 2011, grazie al decreto sul federalismo fiscale del Governo Berlusconi, le Province possono modificare in alto ed in basso l’aliquota di base del 3,5%, fino ad arrivare ad un’aliquota massima del 16%.

Attualmente, tutte le Province applicano l’aliquota massima del 16%, con le uniche eccezioni di Aosta (9%) e L’Aquila (14,5%). Secondo i calcoli della Uil – Servizio politiche territoriali, le nove province siciliane nel 2018 hanno incassato 160,4 milioni di euro (ovvero il 7,3% dei 2,2 miliardi di euro incassati a livello nazionale).

Mentre l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) si applica su tutte le formalità di trascrizione, iscrizione ed annotazione relative ai veicoli, richieste al Pubblico registro automobilistico e su quelle che si basano sui titoli destinati alla pubblicità nel Pubblico registro automobilistico. Il valore dell’Ipt ammonta a 150,81 euro fino a 53 Kilowatt, al di sopra si pagano 3,51 euro per ogni kilowatt aggiuntivo. Ogni Provincia può deliberare l’aumento della tariffe dell’imposta fino ad un massimo del 30%.

Nel 2018 solo Aosta, Bolzano e Trento hanno applicato la tariffa base. Hanno deliberato aumenti del 20% province come Siracusa, Arezzo, Avellino, Bari, Benevento, Carbonia-Iglesias, Grosseto, Latina, Lecce, Pescara, Pordenone, Reggio Emilia e Vicenza. Mentre sono ben 89 le province che hanno applicato la maggiorazione del 30% e tra queste troviamo tutte le altre otto siciliane oltre Siracusa. In questo caso, l’introito ammonta a 106 milioni di euro, pari al 6,2% degli 1,7 miliardi di euro osservati a livello nazionale.

Dunque, in Sicilia per Tefa, Rc auto e Ipt si spende complessivamente 294,1 milioni di euro, un vero e proprio salasso.

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