Smart working, nuove disposizioni per la Pubblica amministrazione - QdS

Smart working, nuove disposizioni per la Pubblica amministrazione

Serena Giovanna Grasso

Smart working, nuove disposizioni per la Pubblica amministrazione

giovedì 14 Maggio 2020

Direttiva 3/2020: il dipartimento Funzione pubblica chiede alle amministrazioni di rivalutare la presenza fisica dei dipendenti. Nell’ottica dell’innovazione organizzativa, si chiede agli enti pubblici di monitorare e semplificare le procedure

PALERMO – Molti dipendenti della pubblica amministrazione sono ritornati in ufficio, altri si apprestano a farlo nei prossimi giorni. Secondo le stime del sindacato Unadis (Unione nazionale dei dirigenti di Stato), in questi giorni la presenza dei lavoratori in ufficio passerà dal 15% del totale della fase uno al 30%. Le nuove misure sono frutto della direttiva numero 3/2020 del dipartimento della funzione pubblica, che amplia la presenza fisica in ufficio dei dipendenti per concludere le pratiche che hanno carattere di urgenza e che non siano trattabili da remoto.

Le misure adottate rispetto all’intero territorio nazionale per il contenimento della situazione epidemiologica non hanno previsto la sospensione dell’erogazione dei servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, pur essendo finalizzate a ridurre la presenza dei dipendenti negli uffici e ad evitare il loro spostamento. Nello scenario attuale, la forma di lavoro a distanza continua ad essere la regola, che però è destinata ad essere rivista ed ampliata alla luce della ripresa delle attività economiche non più soggette a sospensione.

In quest’ottica, le pubbliche amministrazioni continuano a garantire l’attività amministrativa e a tal fine possono rivedere le attività indifferibili, ampliando il novero di quelle individuate in prima battuta, e quelle da rendere in presenza anche per assicurare il necessario supporto all’immediata ripresa delle attività produttive, industriali e commerciali. Dunque, alla luce delle misure necessarie per assicurare la ripresa, tra i procedimenti amministrativi da considerare urgenti rientrano quelli connessi all’immediata ripresa delle attività produttive, industriali e commerciali rispetto alle quali le pubbliche amministrazioni ricevono e danno seguito alle istanze e alle segnalazioni dei privati.

Dunque, le amministrazioni dovranno valutare se le nuove o maggiori attività possano continuare a essere svolte con le modalità organizzative finora messe in campo, ovvero se le stesse debbano essere ripensate a garanzia dei servizi pubblici da assicurare alla collettività. Nei casi in cui le fasi di riapertura dei settori e delle attività economiche, anche nei termini che saranno definiti con le prossime misure, renderanno necessario un ripensamento delle modalità organizzative e gestionali al fine di potenziare il ruolo propulsivo delle amministrazioni, sarà cura delle stesse assicurarne la compatibilità con la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Le pubbliche amministrazioni dovranno essere in grado di definire modalità di gestione del personale, tali da assicurare che il supporto alla progressiva ripresa delle attività sia adeguato e costante, tale da assicurare comunque la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti. Le amministrazioni pubbliche sono invitate a comunicare, con ogni mezzo idoneo, le modalità di erogazione dei servizi al fine di garantire la massima e tempestiva informazione dell’utenza.

Inoltre, nell’ottica di accelerare l’innovazione organizzativa come presupposto per incrementare il ricorso al lavoro agile nella fase successiva all’emergenza, ciascuna amministrazione è chiamata ad implementare azioni di analisi organizzativa, di monitoraggio e di semplificazione delle procedure, di investimento nelle tecnologie informative e di sviluppo delle competenze.

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