Quando per la colonna vertebrale il lavoro non è “agile”. Attenzione alle sedute improvvisate, divani e scrivanie non alla giusta altezza
ROMA – Si chiama “lavoro agile”, smart working dall’inglese, ma per la colonna vertebrale è tutt’altro che agile il lavoro da casa. Adoperare sedute improvvisate per l’utilizzo dei dispositivi che consentono di lavorare fuori dall’ufficio, pc, tablet, smartphone, può essere dannoso per la salute e scatenare quel fastidioso mal di schiena, che è considerato il male del secolo.
In questi giorni più che mai, a lavorare su tavoli e sedie, addirittura dal divano, quindi non utilizzando sedie ergonomiche alla giusta altezza di una scrivania che consenta il corretto funzionamento del nostro sistema scheletrico, si rischia di acuire patologie pregresse o agevolare il diffondersi del dolore lombare, dorsale, cervicale, che nella maggior parte dei casi dipende da una stimolazione dei nervi, spesso associata a una contrattura diffusa della muscolatura paravertebrale.
È possibile trovare nella Chiropratica un alleato che consente di porre rimedio al dolore senza ricorrere all’utilizzo dei farmaci. Ciò perché si tratta di una cura del tutto naturale, che fa soprattutto uso delle tecniche manuali, frutto dell’esperienza e dell’accurata conoscenza delle discipline scientifiche da parte del Dottore Chiropratico. «Identificare il tipo specifico di mal di schiena, che sia da stress, di tipo muscolo tensivo, da sforzo o di altra natura, permetterà di fornire al paziente specifici consigli e miglioramenti sullo stile di vita, sulle soluzioni ergonomiche e le attività fisiche più idonee – spiega John Williams, presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici -».
Il mal di schiena e le disabilità che ne possono conseguire sono tra le disfunzioni più comuni riscontrabili nella popolazione italiana. Traumi, abitudini lavorative scorrette, vita sedentaria, abitudini alimentari sbagliate e stress, possono essere individuati tra le cause più comuni.
In seguito a uno o più fattori sopra elencati, può capitare che una o più vertebre presentino delle disfunzioni meccaniche che possono creare un’interferenza che può essere definita “sublussazione vertebrale”. Si può creare, cioè, un’interferenza nella normale comunicazione tra la radice del nervo spinale e il midollo spinale, e, di conseguenza, tra sistema nervoso centrale e periferico. Questo processo di trasmissione alterata viene troppo spesso sottovalutata.
Il dottore in Chiropratica, grazie a un percorso di studi con una laurea magistrale a tempo pieno e frequenza obbligatoria a ciclo unico di almeno cinque anni, è in grado di individuare le cause di questi problemi tramite un anamnesi accurata e, qualora rientrasse nel suo campo di azione, è in grado di aiutare il paziente con un approccio di tipo “olistico conservativo”, in totale sicurezza, e spesso permettendo il paziente di non ricorrere ai farmaci.