Sovraindebitamento, c’è la legge antisuicidi - QdS

Sovraindebitamento, c’è la legge antisuicidi

Antonino Lo Re

Sovraindebitamento, c’è la legge antisuicidi

sabato 03 Agosto 2019

Uno strumento normativo poco noto, ma di grande importante per cittadini e imprese. Legge n. 3/2012, nasce un portale dedicato per l’assistenza contabile ai cittadini

ROMA – Uno strumento normativo di grande utilità, ma forse ancora poco conosciuto, che può cambiare la vita di moltissime persone che versano in uno stato di sovraindebitamento irreversibile.

La legge n.3/2012, denominata “legge antisuicidi” è nata col preciso intento di offrire un aiuto concreto al consumatore che ha contratto debiti con banche o finanziarie. Come il caso di un pensionato milanese, il quale, avendo fatto da garante dei debiti contratti dall’azienda agricola della moglie, aveva accumulato debiti per più di un milione e cinquecentomila euro.

Una situazione di forte indebitamento per il cittadino lombardo, che è in seguito è riuscito ad ottenere dal Tribunale di Milano l’approvazione dello stralcio di cartelle esattoriali per quasi un milione di euro. Un’importante riduzione del debito da pagare ottenuta grazie al portale di informazione giuridica www.legge3.it, creato per fornire assistenza contabile e dedicato interamente ad approfondire e far conoscere tali strumenti.

L’uomo, che si occupava dell’azienda agricola della moglie, è stato messo in ginocchio dalla crisi economica che nel 2008 ha portato al fallimento numerose imprese. Nei mesi precedenti, per avviare l’attività, la coppia chiese ingenti finanziamenti, ma nella stagione 2007/2008 non sono più riusciti a pagarne le rate.

Per far fronte agli impegni e per salvare l’azienda, i coniugi hanno venduto tutte le loro proprietà, ma nonostante questo, la banca che aveva concesso un finanziamento di 1,3 milioni di euro a fronte della proprietà valutata 2,5 milioni, ha dato il via alla procedura esecutiva. Le proprietà sono state vendute alla sesta asta per poco più di 300.000 euro. Ma non è finita qui, poiché, l’istituto di credito ha proceduto a pignorare un quinto della pensione dell’uomo.

E la “legge antisuicidi” pone, appunto, la predisposizione di un piano di rientro del debito che può prevedere o la liquidazione del patrimonio immobiliare, oppure il pagamento del debito in misura inferiore rispetto all’ammontare e dilazionato nel tempo.

Se il 60% dei detentori del credito è d’accordo, il giudice omologa il piano e il debitore versa quanto promesso in base alle sue capacità reddituali. E avviando questa procedura decade l’attuazione di strumenti come la decurtazione di un quinto dello stipendio, le azioni esecutive sugli immobili e di rimborsare solo parzialmente i debiti non garantiti o chirografari.

Il pensionato milanese con il supporto di un team di esperti del portale Legge3.it, è riuscito ad inserire nella liquidazione i 300.000 euro ricavati dall’asta della casa e che non erano ancora stati ripartiti dal giudice e a farsi accordare un versamento di 600 euro mensili per i quattro anni di durata della procedura. Dunque, tenendo conto della vendita della casa, del pignoramento della pensione già effettuata dalla banca, dei versamenti che i coniugi avevano effettuato negli anni per convincere l’istituto di credito a non agire nei loro confronti, dei versamenti mensili accordati dal giudice, il signor Domenico si è visto stralciare alla fine della procedura, una somma superiore a 900.000 euro.

Una manovra che si è rivelata di fondamentale importanza per la situazione di forte sovraindebitamento del pensionato lombardo.
Questo caso ma non solo, pone l’accento sul rilievo di una legge che non è stata sponsorizzata adeguatamente, anche se noi del Quotidiano di Sicilia ne avevamo già parlato con un approfondimento del dicembre 2016.

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